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Appello penale: quando il mandato non è necessario

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’appello penale proposto da un difensore è ammissibile anche senza uno specifico mandato ad impugnare, qualora l’imputato avesse in precedenza conferito una procura speciale per la definizione del processo con un rito alternativo. Tale procura, infatti, equivale a una presenza legale dell’imputato, rendendo inapplicabili le norme più stringenti previste per chi è giudicato in absentia. La Corte ha annullato la decisione di inammissibilità della Corte d’Appello, rinviando gli atti per il giudizio.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Penale e Procura Speciale: La Cassazione Chiarisce i Limiti

Quando si presenta un appello penale, le formalità sono essenziali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 1250 del 2025, ha offerto un’importante interpretazione sulle condizioni di ammissibilità dell’impugnazione, in particolare quando l’imputato non è fisicamente presente ma ha partecipato al processo tramite il suo difensore. La Corte ha stabilito che la procura speciale conferita per un rito alternativo è sufficiente a considerare l’imputato ‘presente’ ai fini legali, escludendo così la necessità di un ulteriore e specifico mandato per impugnare.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da una decisione della Corte d’Appello di Bologna, che aveva dichiarato inammissibile l’impugnazione presentata nell’interesse di un imputato. La ragione della pronuncia di inammissibilità risiedeva nella mancata presentazione, insieme all’atto di appello, di una dichiarazione o elezione di domicilio e di un mandato specifico a impugnare, adempimenti richiesti dalla legge per l’imputato giudicato in assenza. Secondo la Corte territoriale, queste mancanze formali rendevano l’appello irricevibile.

L’Appello Penale e la validità della Procura Speciale

Il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, basandosi su due motivi principali:

1. La non applicabilità dello statuto ‘in absentia’

Il primo motivo di ricorso contestava la violazione dell’art. 581-quater del codice di procedura penale. Il legale sosteneva che il suo assistito non poteva essere considerato giudicato in absentia. Infatti, l’imputato aveva in precedenza conferito al proprio difensore una procura speciale per definire il processo attraverso un rito alternativo. Questo atto, secondo la difesa, dimostra in modo inequivocabile la conoscenza del procedimento e implica una ‘presenza legale’ (ex lege) dell’imputato, rendendo superflua la richiesta di un mandato specifico per l’impugnazione.

2. La preesistenza dell’elezione di domicilio

Il secondo motivo si concentrava sulla violazione dell’art. 581-ter c.p.p., evidenziando come l’elezione di domicilio fosse in realtà già presente agli atti del processo, essendo stata allegata alla procura speciale per il rito alternativo. Di conseguenza, non era necessario depositarla nuovamente insieme all’atto di appello, ma era sufficiente che l’impugnazione contenesse un richiamo a tale precedente dichiarazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto entrambi i motivi di ricorso, ritenendoli fondati. I giudici hanno chiarito che il conferimento di una procura speciale al difensore per la richiesta di un rito alternativo è un atto che esclude il procedimento in assenza. In tali circostanze, si presume che l’imputato abbia piena conoscenza del processo e delle sue conseguenze. La Corte ha richiamato un suo precedente (sentenza Jebali, n. 13714/2024), affermando che in questi casi l’imputato deve essere considerato presente ai sensi dell’art. 420, comma 2-ter, c.p.p. Di conseguenza, non si applica la disciplina dell’art. 581-quater c.p.p., che impone un mandato specifico per l’impugnazione solo per l’imputato assente.

Inoltre, per quanto riguarda l’elezione di domicilio, la Corte ha fatto riferimento a una decisione delle Sezioni Unite. Ha specificato che, per le impugnazioni proposte prima dell’abrogazione della norma, è sufficiente che l’atto di appello contenga un richiamo espresso e specifico a una precedente elezione di domicilio già presente nel fascicolo processuale. Nel caso di specie, l’atto di appello conteneva tale indicazione, rispettando così la prescrizione normativa e rendendo ammissibile l’impugnazione.

Le Conclusioni

La sentenza annulla senza rinvio il provvedimento della Corte d’Appello e dispone la trasmissione degli atti alla stessa corte per la celebrazione del giudizio. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: rafforza il principio secondo cui la partecipazione attiva dell’imputato al processo, anche se mediata da una procura speciale per riti alternativi, ha un peso determinante. Si evita un eccessivo formalismo che potrebbe pregiudicare il diritto di difesa. Per i legali, ciò significa che in presenza di una procura speciale per un rito alternativo, non è necessario un ulteriore mandato per l’appello, a condizione che l’elezione di domicilio sia già agli atti e venga richiamata nell’impugnazione.

Se un imputato ha dato procura speciale per un rito alternativo, deve comunque depositare un mandato specifico per l’appello?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il conferimento di una procura speciale per un rito alternativo implica la conoscenza del procedimento e fa sì che l’imputato sia considerato legalmente presente. Di conseguenza, non è richiesto il mandato specifico ad impugnare previsto per gli imputati giudicati in assenza.

È necessario eleggere nuovamente domicilio al momento dell’appello se lo si è già fatto in primo grado?
No, non è necessario. La sentenza chiarisce che è sufficiente che l’atto di impugnazione contenga un richiamo espresso e specifico alla dichiarazione o elezione di domicilio già presente nel fascicolo processuale, indicandone la collocazione.

Qual è la conseguenza se una Corte d’Appello dichiara inammissibile un appello in queste circostanze?
La Corte di Cassazione annulla la decisione di inammissibilità. Come in questo caso, la Cassazione ha annullato il provvedimento impugnato e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello per la celebrazione del giudizio di merito, riconoscendo così il pieno diritto dell’imputato a far esaminare la sua impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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