LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Appello penale e Riforma Cartabia: le nuove regole

La Corte di Cassazione ha confermato l’inammissibilità di un appello penale perché privo del mandato specifico e della dichiarazione di domicilio, requisiti introdotti dalla Riforma Cartabia. La sentenza chiarisce che queste nuove regole si applicano a tutte le impugnazioni contro sentenze emesse dopo il 30 dicembre 2022, a prescindere da quando sia stato dichiarato lo stato di assenza dell’imputato. Lo scopo è garantire la consapevole partecipazione dell’imputato al processo di impugnazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Penale e Riforma Cartabia: Obbligatori Mandato Specifico e Domicilio

La Riforma Cartabia ha introdotto significative novità nella procedura penale, con l’obiettivo di rendere il processo più celere e garantire i diritti delle parti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 10170 del 2024, ha fornito un chiarimento cruciale sull’applicazione delle nuove norme in materia di appello penale, in particolare per gli imputati giudicati in assenza. La Corte ha stabilito che, per le sentenze emesse dopo il 30 dicembre 2022, l’appello è inammissibile se non accompagnato da un mandato specifico e da una nuova dichiarazione di domicilio. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso: Un Appello Dichiarato Inammissibile

Il caso trae origine da un’ordinanza della Corte di Appello di Roma, che aveva dichiarato inammissibile l’appello proposto da un imputato contro una sentenza di condanna del Tribunale di Cassino del 6 febbraio 2023. La ragione dell’inammissibilità risiedeva nella mancata presentazione, insieme all’atto di impugnazione, di due documenti fondamentali richiesti dalla Riforma Cartabia:

1. La dichiarazione o elezione di domicilio per la notifica degli atti del giudizio di appello.
2. Uno specifico mandato ad impugnare, rilasciato dall’imputato al difensore dopo la pronuncia della sentenza.

Questi requisiti sono previsti dall’articolo 581, commi 1-ter e 1-quater, del codice di procedura penale, introdotti proprio per rafforzare la consapevolezza dell’imputato nel proseguire il percorso giudiziario.

Il Ricorso in Cassazione e le nuove regole sull’appello penale

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo un’errata applicazione della legge. A suo dire, le nuove norme non avrebbero dovuto applicarsi al suo caso, poiché l’ordinanza che disponeva il procedimento in sua assenza era stata emessa nel 2021, quindi prima dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia (30 dicembre 2022). Secondo la sua tesi, le nuove, più stringenti, condizioni per l’appello avrebbero dovuto valere solo per i processi in cui la dichiarazione di assenza fosse successiva alla riforma.

La Decisione della Cassazione: Il Criterio della Data della Sentenza

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, giudicandolo infondato e fornendo un’interpretazione chiara della disciplina transitoria. I giudici hanno stabilito che il criterio per determinare quali regole applicare all’appello penale non è la data in cui si è disposto di procedere in assenza, ma la data in cui è stata pronunciata la sentenza che si intende impugnare.

L’articolo 89 del D.Lgs. 150/2022 (Riforma Cartabia) è inequivocabile: le nuove disposizioni, inclusi gli articoli 581, commi 1-ter e 1-quater, si applicano “per le sole impugnazioni proposte avverso sentenze pronunciate in data successiva al 30 dicembre 2022”. Poiché la sentenza di primo grado nel caso di specie era del 6 febbraio 2023, l’appellante era tenuto a rispettare i nuovi oneri formali.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha ribadito la ratio della riforma: garantire un “esercizio consapevole del diritto di impugnazione”. Le nuove norme mirano a evitare la celebrazione di processi di appello all’insaputa dell’imputato, promossi dal difensore senza un consenso informato e attuale. Il legislatore ha voluto assicurarsi che la decisione di impugnare una sentenza sia una scelta “ponderata e personale” della parte, specialmente quando questa è stata giudicata in assenza. Per questo motivo, si richiede che l’imputato, dopo aver appreso della condanna, rilasci un mandato specifico e rinnovi la sua elezione di domicilio, manifestando così in modo inequivocabile la sua volontà di proseguire il giudizio. Questa scelta legislativa è stata ritenuta pienamente ragionevole e non lesiva del diritto di difesa, poiché bilanciata da un ampliamento dei termini per impugnare e da meccanismi di restituzione nel termine per chi dimostra di non aver avuto effettiva conoscenza del processo.

Conclusioni

La sentenza n. 10170/2024 della Cassazione consolida un principio fondamentale introdotto dalla Riforma Cartabia: la centralità della volontà consapevole dell’imputato nel processo di impugnazione. Per gli avvocati, questo si traduce in un monito operativo: per ogni appello penale contro sentenze emesse dopo il 30 dicembre 2022, è tassativamente obbligatorio munirsi di un mandato ad impugnare rilasciato post-sentenza e di una nuova dichiarazione o elezione di domicilio. Omettere questi adempimenti comporta la sanzione, drastica, dell’inammissibilità dell’appello, senza possibilità di sanatoria. È una modifica che impone maggiore rigore e comunicazione tra difensore e assistito, ma che mira a rendere il sistema giudiziario più efficiente e giusto.

Le nuove regole della Riforma Cartabia sull’appello si applicano ai processi in cui l’assenza è stata dichiarata prima della sua entrata in vigore?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che il criterio determinante è la data di pronuncia della sentenza da impugnare. Se la sentenza è successiva al 30 dicembre 2022, le nuove e più stringenti regole sull’appello si applicano, indipendentemente da quando sia stato dichiarato lo stato di assenza dell’imputato.

Cosa è necessario depositare, a pena di inammissibilità, insieme all’atto di appello penale per un imputato giudicato in assenza?
Per un imputato giudicato in assenza, è obbligatorio depositare, insieme all’atto di appello, uno specifico mandato a impugnare, rilasciato dopo la pronuncia della sentenza, e una dichiarazione o elezione di domicilio ai fini della notificazione degli atti del giudizio di appello. La mancanza di questi documenti rende l’impugnazione inammissibile.

Qual è la finalità delle nuove norme sull’appello penale introdotte dalla Riforma Cartabia?
Lo scopo principale è garantire che l’impugnazione sia il risultato di una scelta consapevole e personale dell’imputato. Il legislatore ha voluto evitare la celebrazione di processi d’appello “inutili”, avviati all’insaputa dell’interessato, rafforzando così l’efficienza del sistema giudiziario e assicurando che il diritto di difesa sia esercitato in modo effettivo e volontario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati