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Appello Patteggiamento: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un appello patteggiamento presentato da un imputato. Quest’ultimo lamentava la mancata concessione della sospensione condizionale della pena, che riteneva parte dell’accordo. La Corte ha stabilito che l’accordo finale non subordinava l’applicazione della pena a tale beneficio, rendendo il ricorso manifestamente infondato e condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Patteggiamento: Inammissibile se l’Accordo Finale è Chiaro

L’appello patteggiamento rappresenta uno strumento delicato nel nostro ordinamento processuale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Sez. 7 Penale, Ord. Num. 3534 Anno 2025) chiarisce i limiti di tale impugnazione, stabilendo che un ricorso basato su presunte discordanze nell’accordo è inammissibile se l’intesa finale tra le parti, come verbalizzata in udienza, risulta chiara e non condizionata.

I Fatti del Caso Giudiziario

Il Tribunale di Bari, con sentenza del 7 maggio 2024, aveva applicato a un imputato, tramite il rito del patteggiamento ex art. 444 c.p.p., una pena di un anno e otto mesi di reclusione e 400,00 euro di multa per il reato di furto in abitazione (art. 624-bis c.p.). Si trattava, quindi, di un accordo tra difesa e accusa sulla quantificazione della pena, ratificato dal giudice.

Il Motivo del Ricorso: un Appello Patteggiamento Contestato

L’imputato, tramite il proprio difensore, ha proposto ricorso per cassazione contro tale sentenza. Il motivo dell’appello patteggiamento era uno solo e ben preciso: la violazione di legge per un presunto difetto di correlazione tra la richiesta formulata e la sentenza emessa.

In particolare, la difesa sosteneva che l’accordo raggiunto tra le parti prevedesse la concessione della sospensione condizionale della pena, beneficio che, tuttavia, non era stato concesso dal giudice nella sentenza finale. Secondo il ricorrente, questa discrepanza invalidava la pronuncia del Tribunale.

Le Motivazioni della Cassazione sull’Appello Patteggiamento

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile perché basato su un motivo manifestamente infondato. L’analisi dei giudici di legittimità si è concentrata sulla lettura del provvedimento impugnato e sui verbali d’udienza.

Dall’esame degli atti è emerso un punto cruciale: l’ultimo accordo raggiunto tra le parti, formalizzato durante l’udienza del 7 maggio 2024, non subordinava in alcun modo l’applicazione della pena patteggiata alla concessione del beneficio della sospensione condizionale. In altre parole, la versione finale dell’intesa non conteneva la condizione che il ricorrente riteneva violata.

Di conseguenza, non sussisteva alcun difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza. Il Tribunale si era limitato a ratificare l’accordo nella sua forma definitiva. La Corte ha quindi applicato l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, che consente di pronunciare l’inammissibilità “senza formalità” quando il motivo del ricorso è palesemente privo di fondamento.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione sottolinea un principio fondamentale: la validità del patteggiamento si basa sull’accordo finale e cristallizzato tra le parti in sede di udienza. Eventuali intese precedenti o discussioni informali non hanno rilevanza se non vengono trasfuse nell’accordo definitivo sottoposto al giudice. L’appello patteggiamento non può basarsi su elementi che non trovano riscontro formale negli atti processuali.

L’inammissibilità del ricorso ha comportato, come previsto dalla legge, due conseguenze per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma significativa, stabilita in 4.000,00 euro, in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di definire con precisione i termini dell’accordo di patteggiamento e sulla necessità di fondare i motivi di ricorso su elementi concreti e documentati.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento?
Sì, ma solo per motivi specifici, come il difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, l’errata qualificazione giuridica del fatto o l’illegalità della pena. Il ricorso non può contestare la valutazione dei fatti.

Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte di Cassazione ha ritenuto il motivo ‘manifestamente infondato’. Dagli atti processuali è emerso che l’accordo finale tra le parti non subordinava l’applicazione della pena alla concessione della sospensione condizionale, facendo così cadere il presupposto del ricorso.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso per cassazione?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, il cui importo viene stabilito dal giudice in base alla colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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