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Appello inammissibile: quando la pena non si discute

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6898/2024, ha dichiarato un appello inammissibile perché i motivi del ricorso erano volti a ottenere una nuova valutazione sulla misura della pena, senza denunciare una specifica violazione di legge. La Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non può riconsiderare il merito della decisione sulla quantificazione della sanzione, confermando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Inammissibile: La Cassazione Sottolinea i Limiti del Ricorso sulla Pena

Quando si arriva all’ultimo grado di giudizio, il ricorso in Cassazione, è fondamentale comprendere i limiti entro cui ci si può muovere. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio pratico, dichiarando un appello inammissibile perché focalizzato esclusivamente sulla richiesta di una riduzione della pena, senza sollevare valide questioni di diritto. Analizziamo questa decisione per capire perché non sempre è possibile contestare la sanzione inflitta.

Il Caso in Esame: Un Ricorso Limitato alla Misura della Pena

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino. Il ricorrente non contestava la sua colpevolezza o la ricostruzione dei fatti, ma concentrava le sue doglianze unicamente sulla misura della pena inflitta, ritenendola eccessiva. In sostanza, chiedeva alla Corte di Cassazione una nuova e più favorevole valutazione della sanzione, un’operazione che, come vedremo, esula dai poteri del giudice di legittimità.

La Decisione della Corte: Focus sull’Appello Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si basa su un principio cardine del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione è giudice della legge, non del fatto. Il suo compito non è quello di riesaminare il merito della vicenda, ma di verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme di diritto e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha osservato che la determinazione della misura della pena è un’attività discrezionale riservata al giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Questi valuta le circostanze del reato e la personalità dell’imputato per commisurare una pena equa. Il controllo che la Cassazione può esercitare su questa valutazione è molto limitato. È possibile contestare la pena in sede di legittimità solo se il giudice di merito ha violato una specifica disposizione di legge oppure se la motivazione a sostegno della sua scelta è palesemente illogica, contraddittoria o del tutto assente.

Nel caso specifico, il ricorrente si limitava a sollecitare una riconsiderazione degli elementi già valutati in appello, sperando in un esito più mite. Un simile motivo di ricorso si traduce in una richiesta di nuova valutazione del merito, attività preclusa alla Suprema Corte. Di conseguenza, non essendo stata denunciata una reale violazione di legge, il ricorso è stato giudicato privo dei requisiti necessari per essere esaminato, rendendo l’appello inammissibile.

Le Conclusioni e le Conseguenze Pratiche

La conclusione della vicenda è netta: il ricorso viene respinto senza nemmeno entrare nel vivo della discussione. Come conseguenza diretta dell’inammissibilità, ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza ribadisce un importante monito: un ricorso per Cassazione deve essere fondato su solidi motivi di diritto. Tentare di ottenere una semplice ‘sforbiciata’ alla pena senza poter denunciare un vizio di legittimità concreto è una strategia destinata al fallimento, con l’ulteriore aggravio di costi per il ricorrente.

Posso presentare ricorso in Cassazione solo per contestare la quantità della pena che mi è stata inflitta?
No. Secondo questa ordinanza, un ricorso basato unicamente sulla richiesta di una riconsiderazione della misura della pena, senza denunciare una specifica violazione di legge o un’illogicità manifesta nella motivazione del giudice precedente, è destinato a essere dichiarato inammissibile.

Cosa succede se il mio ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione nel valutare la pena?
La Corte di Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito sulla misura della pena. Il suo controllo è limitato a verificare che la decisione sia sorretta da una motivazione non manifestamente illogica e che non vi siano state violazioni di legge nell’applicazione dei criteri per la determinazione della sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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