Appello Inammissibile: L’Importanza di Presentare Tutti i Motivi sin dal Primo Grado di Giudizio
Nel complesso mondo della procedura penale, i tempi e i modi con cui vengono presentate le proprie difese sono cruciali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come un errore procedurale possa portare a un appello inammissibile, precludendo di fatto l’esame nel merito delle proprie ragioni. La vicenda riguarda un ricorso avverso una condanna per il reato di danneggiamento, respinto dalla Suprema Corte non per l’infondatezza dell’argomento, ma perché l’argomento stesso è stato presentato troppo tardi. Analizziamo insieme la decisione e le sue importanti implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
Un soggetto, condannato per il delitto di danneggiamento, vedeva la sua sentenza confermata anche dalla Corte d’Appello di Bologna. Non dandosi per vinto, decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidando la sua difesa a un unico motivo: la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per “particolare tenuità del fatto”, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale. Si tratta di un istituto che consente di evitare la condanna per reati considerati di lieve entità, che non hanno causato un danno o un pericolo significativo.
Il Ricorso e la Dichiarazione di Appello Inammissibile
L’argomentazione del ricorrente, sebbene potenzialmente valida in astratto, si è scontrata con un ostacolo procedurale insormontabile. La Corte di Cassazione ha infatti dichiarato l’appello inammissibile, basando la sua decisione su principi cardine del diritto processuale penale. Il problema fondamentale non era se il fatto fosse o meno di particolare tenuità, ma se quella domanda potesse essere legittimamente posta per la prima volta davanti alla Suprema Corte.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La decisione della Corte si fonda su tre pilastri argomentativi chiari e rigorosi.
1. La Preclusione dei Motivi Nuovi
Il punto centrale della decisione risiede nell’articolo 606, comma 3, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che non è possibile presentare in Cassazione motivi di ricorso che non siano già stati sollevati con l’atto di appello. Nel caso di specie, dall’analisi della sentenza impugnata emergeva che la questione della particolare tenuità del fatto non era mai stata dedotta come motivo di gravame nel secondo grado di giudizio. Di conseguenza, introdurla per la prima volta in Cassazione costituisce un “motivo nuovo”, come tale vietato dalla legge.
2. Il Principio della tempestività
La Corte ha inoltre ribadito un orientamento giurisprudenziale consolidato: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non può essere dedotta per la prima volta in sede di legittimità se la relativa norma era già in vigore al momento della deliberazione della sentenza d’appello. Poiché nel caso concreto questa condizione era soddisfatta, il ricorrente avrebbe dovuto sollevare la questione davanti alla Corte d’Appello, e non attendere l’ultimo grado di giudizio.
3. La Genericità del Ricorso
Oltre agli aspetti procedurali, la Corte ha rilevato un ulteriore vizio: la genericità del motivo di ricorso. Ai sensi dell’articolo 581 del codice di procedura penale, un ricorso deve indicare in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Il ricorso in esame, invece, è stato ritenuto privo di questi requisiti, in quanto non specificava gli elementi concreti su cui si basava la censura, impedendo così al giudice di comprendere appieno i rilievi mossi alla sentenza impugnata.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
L’ordinanza in commento è un monito fondamentale per chiunque affronti un processo penale: la strategia difensiva deve essere completa e articolata fin dai primi gradi di giudizio. Ogni eccezione, richiesta o motivo di doglianza deve essere messo sul tavolo al momento giusto, tipicamente con l’atto di appello. Omettere un argomento significa, nella maggior parte dei casi, perderlo per sempre. La dichiarazione di appello inammissibile non è una mera formalità, ma la conseguenza di una precisa scelta legislativa volta a garantire ordine e certezza nel processo. Per il ricorrente, l’esito è stato la condanna definitiva al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro, senza che il suo argomento principale potesse nemmeno essere discusso nel merito.
È possibile presentare un nuovo motivo di ricorso per la prima volta in Cassazione?
No, la Corte ha stabilito che un motivo non può essere dedotto per la prima volta in Cassazione se non è stato precedentemente presentato come motivo di appello, pena l’inammissibilità ai sensi dell’art. 606, comma 3, c.p.p.
Quando si può sollevare la questione della ‘particolare tenuità del fatto’?
Secondo l’ordinanza, la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto deve essere sollevata nei gradi di merito. Non può essere introdotta per la prima volta in Cassazione se la norma era già in vigore al momento della sentenza d’appello.
Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Se un ricorso viene dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente, come in questo caso, viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 35080 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 35080 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 23/09/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 06/02/2025 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME avverso la sentenza della Corte di Appello di Bologna che confermava l’affermazione di responsabilità e il trattamento sanzionatorio per il delitto di danneggiamento;
ritenuto che l’unico motivo di ricorso, con cui si deduce violazione di legge e vizio di motivazione in relazione alla mancata esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, non è consentito in sede di legittimità perché la censura non risulta essere stata previamente dedotta come motivo di appello secondo quanto è prescritto a pena di inammissibilità dall’art. 606 comma 3 cod. proc. pen., come si evince dal riepilogo dei motivi di gravame riportato nella sentenza impugnata (si vedano le pagine 1 e 2 della sentenza impugnata), che l’odierno ricorrente avrebbe dovuto contestare specificamente nel ricorso, se incompleto o comunque non corretto;
che, invero, la causa di esclusione della punibilità per la particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis cod. pen. non può essere dedotta per la prima volta in cassazione, se tale disposizione era già in vigore alla data della deliberazione della sentenza di appello, come nel caso di specie (cfr. Sez. 2, n. 21465 del 20/03/2019, Semmah, Rv. 275782 – 01);
considerato che il motivo di ricorso risulta altresì generico per indeterminatezza perché privo dei requisiti prescritti dall’art. 581 cod. proc. pen. in quanto, a fronte di una motivazione della sentenza di appello logicamente corretta, non indica gli elementi che sono alla base della censura formulata, non consentendo al giudice dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacato;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il giorno 23 settembre 2025.