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Appello imputato assente: quando non serve il mandato

Un imputato, condannato per ricettazione, si è visto dichiarare inammissibile l’appello perché giudicato in assenza e privo di specifico mandato ad impugnare. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la comparsa dell’imputato ad una singola udienza del processo di primo grado era sufficiente a far decadere lo status di ‘assente’. Di conseguenza, il requisito del mandato speciale per l’appello imputato assente non era applicabile e l’appello deve essere esaminato nel merito.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello imputato assente: la Cassazione chiarisce quando non serve il mandato speciale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 1195/2025) offre un importante chiarimento sui requisiti formali per l’appello dell’imputato assente. La Suprema Corte ha stabilito che se l’imputato, pur inizialmente dichiarato assente, compare anche solo a un’udienza del processo di primo grado, non può più essere considerato tale ai fini dell’impugnazione. Vediamo nel dettaglio la vicenda processuale e le conclusioni dei giudici.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una condanna per il reato di ricettazione emessa dal Tribunale di Taranto. L’imputato era stato giudicato in sua assenza. Successivamente, attraverso il proprio difensore, aveva proposto appello contro la sentenza di condanna.

La Corte d’Appello di Lecce, tuttavia, aveva dichiarato l’appello inammissibile. La ragione? La mancanza di uno specifico mandato ad impugnare rilasciato dal condannato al suo avvocato dopo la pronuncia della sentenza. Tale requisito è previsto dall’articolo 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, proprio per i casi in cui l’imputato sia stato giudicato in assenza.

Contro questa decisione, il difensore ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo un punto cruciale: l’imputato non era stato, in realtà, completamente assente durante il processo. Egli, infatti, era comparso all’udienza del 18 ottobre 2023 per rendere l’esame. Questa circostanza, secondo la difesa, avrebbe dovuto cambiare le carte in tavola.

L’Appello dell’Imputato Assente e il Principio di Diritto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici supremi, dopo aver consultato gli atti processuali, hanno confermato che l’imputato era effettivamente comparso in aula per essere esaminato durante il giudizio di primo grado.

Questo fatto, apparentemente semplice, ha un’importanza fondamentale dal punto di vista procedurale. L’articolo 420 bis, comma 6, del codice di procedura penale stabilisce infatti che, se l’imputato compare, il giudice è tenuto a revocare l’ordinanza che ne aveva dichiarato l’assenza, anche d’ufficio.

Poiché il Tribunale di Taranto avrebbe dovuto revocare tale ordinanza, l’imputato non poteva più essere legalmente considerato ‘assente’. Di conseguenza, la norma che impone il rilascio di un mandato specifico per l’impugnazione (art. 581, comma 1-quater) non era più applicabile al suo caso.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando l’errore commesso dalla Corte territoriale. Quest’ultima ha applicato in modo meccanico una norma prevista per una situazione specifica (l’assenza totale dell’imputato) senza verificare se i presupposti fossero effettivamente presenti. La presenza fisica dell’imputato in un momento chiave del processo, come l’esame, interrompe lo stato di assenza e ripristina pienamente le garanzie difensive ordinarie, incluse le modalità di proposizione dell’appello.

L’erronea applicazione della legge ha portato la Corte d’Appello a negare ingiustamente l’accesso al secondo grado di giudizio. Per questo motivo, la Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza di inammissibilità e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di Lecce per la celebrazione del processo d’appello.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio di garanzia fondamentale: le norme che introducono oneri e formalità a carico dell’imputato, specialmente se sanzionate con l’inammissibilità, devono essere interpretate in modo rigoroso. La condizione di ‘assenza’ non è un’etichetta immutabile, ma una situazione di fatto che può essere modificata dalla condotta processuale dell’imputato stesso. La sua comparsa in aula, anche per una sola udienza, è un atto che il giudice deve riconoscere, revocando la dichiarazione di assenza e, di conseguenza, disapplicando le norme procedurali più restrittive previste per chi sceglie di non partecipare al proprio processo.

È sempre necessario un mandato specifico per l’appello di un imputato giudicato in assenza?
No. Secondo la sentenza, se l’imputato, pur dichiarato assente, compare in un’udienza del giudizio di primo grado (in questo caso, per rendere l’esame), tale dichiarazione di assenza deve essere revocata. Di conseguenza, non è più considerato ‘assente’ ai fini dell’impugnazione e non è richiesto il mandato specifico previsto dall’art. 581, comma 1-quater, cod. proc. pen.

Cosa avrebbe dovuto fare il giudice di primo grado quando l’imputato è comparso in udienza?
Il giudice di primo grado, ai sensi dell’art. 420 bis, comma 6, cod. proc. pen., avrebbe dovuto revocare, anche d’ufficio, l’ordinanza con cui aveva precedentemente dichiarato l’assenza dell’imputato.

Qual è stata la conseguenza della comparsa dell’imputato in udienza rispetto al suo diritto di appello?
La comparsa ha fatto sì che l’imputato non potesse più essere considerato ‘assente’. Per questo motivo, la Corte d’Appello ha erroneamente dichiarato inammissibile il suo appello per mancanza del mandato specifico, che è richiesto solo per gli imputati effettivamente giudicati in assenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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