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Appello generico: l’inammissibilità in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso a causa della sua natura di appello generico. L’imputato, condannato per evasione, aveva contestato la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), limitandosi a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello. La Suprema Corte ha stabilito che un ricorso non può essere una mera enunciazione apodittica, ma deve indicare specifici elementi trascurati dal giudice precedente. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto e il ricorrente condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Generico: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e specificità. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso verso una sentenza; è necessario articolare critiche puntuali e motivate. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un appello generico porti inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e al pagamento di una sanzione. Analizziamo insieme i contorni di questa decisione per comprendere i requisiti di un ricorso efficace.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una condanna per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato, a seguito della sentenza di condanna della Corte d’Appello, decideva di proporre ricorso per Cassazione. Il fulcro della sua difesa si concentrava su un unico motivo: la violazione di legge per la mancata concessione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis c.p. Secondo il ricorrente, il giudice di merito aveva errato nel non applicare questa norma, che avrebbe escluso la sua punibilità.

La Decisione della Corte: Focus sull’Appello Generico

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato il ricorso, lo ha dichiarato inammissibile. La ragione di tale drastica decisione risiede nella natura stessa del motivo presentato. I giudici hanno ritenuto il ricorso ‘totalmente generico’. In altre parole, l’atto presentato dall’imputato si limitava a formulare enunciazioni apodittiche, ovvero affermazioni presentate come evidenti ma prive di un reale supporto argomentativo e probatorio.

L’errore fondamentale del ricorrente è stato quello di non indicare gli elementi specifici che il giudice di merito avrebbe trascurato o erroneamente valutato. Invece di costruire una critica strutturata alla sentenza impugnata, l’appello si è rivelato una mera riproduzione di censure già esaminate e respinte, con argomenti corretti, nel precedente grado di giudizio. Questo vizio procedurale, noto come appello generico, impedisce alla Corte di Cassazione di entrare nel merito della questione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Nel motivare la propria decisione, la Suprema Corte ha ribadito un principio cardine del processo di impugnazione. Un ricorso in Cassazione non può essere una semplice lamentela. Deve, al contrario, contenere una critica specifica e circostanziata al provvedimento che si contesta. Il ricorrente ha l’onere di individuare con precisione gli errori logico-giuridici commessi dal giudice precedente e di spiegare perché tali errori dovrebbero portare a una decisione differente.

Nel caso di specie, il motivo di ricorso era ‘meramente riproduttivo’ di questioni già vagliate e disattese. Mancava quella necessaria ‘specificità’ che consente alla Corte di comprendere dove e come il giudice d’appello abbia sbagliato. La genericità dell’atto ha quindi precluso ogni possibilità di successo, trasformando l’impugnazione in un esercizio sterile.

Conclusioni

La decisione in esame sottolinea l’importanza di una redazione accurata e tecnicamente ineccepibile dei motivi di ricorso. Un appello generico, che si limita a ripetere doglianze già respinte senza aggiungere nuovi e specifici elementi critici, è destinato all’inammissibilità. Le conseguenze per il ricorrente non sono trascurabili: oltre alla conferma della condanna, scatta l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata quantificata in tremila euro. Questo provvedimento funge da monito: l’accesso alla giustizia di legittimità è subordinato al rispetto di rigorosi requisiti di forma e di sostanza.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘totalmente generico’. Si limitava a riproporre censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza indicare specifici elementi nuovi o pretermessi dal giudice del merito.

Cosa si intende per ‘appello generico’ in questo contesto?
Per ‘appello generico’ si intende un motivo di ricorso che consiste in mere enunciazioni apodittiche e assertive, senza una critica specifica e argomentata della decisione impugnata. È, in sostanza, una riproduzione di argomenti già vagliati, priva degli elementi di novità e specificità richiesti dalla legge.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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