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Appello dell’assente: il mandato specifico è cruciale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso, confermando che per l’appello dell’assente è indispensabile un nuovo e specifico mandato al difensore, rilasciato dopo la sentenza di primo grado. La Corte ha stabilito che le nuove norme procedurali, introdotte dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), si applicano alle sentenze emesse dopo la loro entrata in vigore e ha respinto le eccezioni di incostituzionalità, ritenendo la nuova disciplina una scelta legislativa ragionevole per garantire che l’impugnazione sia una decisione personale e ponderata dell’imputato.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello dell’Assente: La Cassazione Conferma la Necessità del Mandato Specifico

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 8040 del 2024, getta luce su un aspetto cruciale della Riforma Cartabia: le nuove e più stringenti condizioni per l’appello dell’assente. La pronuncia chiarisce che, per l’imputato dichiarato assente in primo grado, non è più sufficiente la nomina originaria del difensore per presentare appello. È necessario un nuovo e specifico mandato, rilasciato dopo la sentenza, a pena di inammissibilità.

I Fatti del Caso

Il caso nasce da una sentenza del Tribunale di Bologna, in cui un imputato era stato giudicato in sua assenza. Il suo difensore aveva proposto appello contro tale decisione. Tuttavia, la Corte d’Appello di Bologna ha dichiarato l’impugnazione inammissibile. La ragione? Il difensore non era in possesso di un nuovo mandato specifico ad impugnare, rilasciato dal suo assistito dopo la sentenza, come richiesto dall’art. 581, commi 1-ter e 1-quater, del codice di procedura penale, introdotti dalla Riforma Cartabia.

Contro questa decisione, il difensore ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che le nuove norme non avrebbero dovuto applicarsi, poiché la dichiarazione di assenza era avvenuta sotto la vigenza della disciplina precedente, e che l’applicazione della nuova legge sarebbe stata incostituzionale.

Le Regole per l’Appello dell’Assente dopo la Riforma

Il cuore della questione risiede nell’interpretazione e applicazione delle nuove disposizioni procedurali. La difesa del ricorrente ha sostenuto che, essendo la dichiarazione di assenza un atto precedente all’entrata in vigore della riforma, dovessero valere le vecchie regole, meno restrittive. Inoltre, ha sollevato dubbi sulla costituzionalità della nuova norma, ritenendola eccessivamente penalizzante e lesiva del diritto di difesa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, definendolo “manifestamente infondato”. I giudici hanno chiarito un principio fondamentale: la norma da applicare per l’impugnazione è quella in vigore al momento della pronuncia della sentenza che si intende appellare, non quella in vigore al momento della dichiarazione di assenza. Poiché la sentenza del Tribunale era stata emessa dopo l’entrata in vigore della Riforma Cartabia, le nuove e più severe regole erano pienamente applicabili.

La Corte ha inoltre respinto l’eccezione di incostituzionalità. Citando un precedente orientamento, ha affermato che la richiesta di un mandato specifico per l’appello dell’assente è una “scelta legislativa non manifestamente irragionevole”. Lo scopo di questa norma è duplice:

1. Limitare le impugnazioni meramente dilatorie: Si vuole evitare che gli appelli siano presentati in automatico dal difensore, senza un reale interesse dell’imputato.
2. Garantire una scelta consapevole: La legge mira a garantire che l’impugnazione sia il frutto di una “opzione ponderata e personale della parte”, che deve essere rinnovata dopo aver conosciuto l’esito del primo grado di giudizio.

In sostanza, l’imputato assente deve dimostrare attivamente di voler proseguire nel percorso giudiziario, conferendo un mandato ad hoc e dichiarando o eleggendo un domicilio per le notifiche relative al grado di appello.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio chiave della Riforma Cartabia: la partecipazione, anche se mediata, dell’imputato assente al processo di impugnazione. Per i difensori, ciò significa che non è più possibile procedere con un appello basandosi sulla procura ricevuta all’inizio del procedimento. Dopo la sentenza di primo grado, è obbligatorio ottenere dal cliente assente un nuovo mandato specifico per l’appello, contenente l’elezione di domicilio. In assenza di questo documento, l’appello sarà inesorabilmente dichiarato inammissibile, senza possibilità di sanatoria.

Per un imputato dichiarato assente, è sufficiente la nomina iniziale del difensore per proporre appello?
No. Secondo la sentenza, dopo la pronuncia della sentenza di primo grado, l’imputato assente deve rilasciare al proprio difensore un nuovo e specifico mandato ad impugnare, che contenga anche la dichiarazione o elezione di domicilio.

Le nuove e più severe regole sull’appello dell’assente si applicano anche se la dichiarazione di assenza è avvenuta prima della loro entrata in vigore?
Sì. La Corte ha chiarito che la normativa da applicare è quella in vigore al momento della pronuncia della sentenza che si intende impugnare, non quella vigente al momento della dichiarazione di assenza.

La richiesta di un mandato specifico per l’appello dell’assente è stata considerata incostituzionale?
No. La Corte di Cassazione ha ritenuto la questione di legittimità costituzionale manifestamente infondata, affermando che si tratta di una scelta legislativa non irragionevole, volta a garantire che l’impugnazione derivi da una decisione ponderata e personale dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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