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Appello assente: inammissibile senza procura speciale

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione e giudicato in assenza. La decisione si fonda sulla mancata allegazione della procura speciale ad impugnare, rilasciata dopo la sentenza, come richiesto dalla Riforma Cartabia. La Corte ha ritenuto manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla difesa, confermando la validità di questo nuovo e stringente requisito per l’appello assente.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello assente: la Cassazione chiude le porte senza procura speciale

La Riforma Cartabia ha introdotto una novità procedurale di grande impatto per la difesa: l’obbligo di una procura speciale, rilasciata dopo la sentenza, per poter impugnare a nome di un appello assente. Con la sentenza n. 31769/2024, la Corte di Cassazione ha consolidato questo principio, dichiarando inammissibile un ricorso che ne era privo e respingendo le obiezioni di incostituzionalità. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un cittadino straniero condannato in primo grado per il reato di evasione. La Corte di Appello confermava la condanna in un giudizio in cui l’imputato era assente. Il difensore proponeva quindi ricorso per Cassazione, lamentando diverse violazioni di legge e vizi di motivazione. Tuttavia, l’atto di impugnazione non era corredato dalla procura speciale ad impugnare rilasciata dall’imputato successivamente alla sentenza di appello, un requisito introdotto dall’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale.

I Motivi del Ricorso e la questione dell’appello assente

La difesa ha incentrato il proprio ricorso su un punto cruciale: la presunta incostituzionalità della nuova norma. Secondo il legale, questo requisito:
1. Svuota il diritto di difesa: Crea un onere sproporzionato che può rendere impossibile l’impugnazione, specialmente quando, come nel caso di specie, l’assistito è difficilmente reperibile (sottoposto a decreto di espulsione e trattenuto in un centro di permanenza per i rimpatri).
2. Crea una disparità di trattamento: Discrimina irragionevolmente l’imputato assente rispetto a quello presente, limitando di fatto l’accesso ai mezzi di impugnazione.
3. Viola il principio di continuità della difesa tecnica: Interrompe il rapporto fiduciario tra avvocato e assistito, richiedendo un nuovo mandato per ogni grado di giudizio in caso di assenza.
In sostanza, la difesa sosteneva che tale norma compromettesse gravemente i diritti sanciti dagli articoli 3, 24, 27 e 111 della Costituzione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo la mancanza della procura speciale una causa assorbente che impedisce l’esame di ogni altra doglianza. La Corte ha affrontato direttamente la questione di costituzionalità, definendola ‘manifestamente infondata’.

Secondo gli Ermellini, la scelta del legislatore di richiedere un mandato specifico post-sentenza non è irragionevole. Essa è finalizzata a garantire che l’impugnazione per un appello assente derivi da una ‘opzione ponderata e personale’ dell’imputato stesso e non sia un mero automatismo del difensore. Il giudizio in assenza, sottolinea la Corte, è ammesso solo quando vi è la certezza che l’imputato sia a conoscenza del processo e abbia scelto volontariamente di non partecipare. Pertanto, l’onere di conferire un nuovo mandato non lede il principio di uguaglianza né il diritto di difesa.

La Cassazione ha ribadito che la norma non limita il diritto personale dell’imputato ad impugnare, ma regola semplicemente le modalità di esercizio di tale facoltà da parte del difensore. Le sentenze precedenti (tra cui Cass. n. 43718/2023 e n. 3365/2023) hanno già stabilito la piena legittimità di questo meccanismo, che trova un bilanciamento nei correttivi previsti dal sistema, come l’ampliamento dei termini per impugnare.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento ormai fermo: l’appello (o il ricorso) proposto dal difensore per un imputato giudicato in assenza è inammissibile se non viene depositata una procura speciale rilasciata dopo la pronuncia della sentenza da impugnare. Questa decisione rappresenta un monito per i difensori, che devono attivarsi tempestivamente per ottenere questo nuovo mandato, superando eventuali difficoltà pratiche nel contattare i propri assistiti. La pronuncia chiarisce che le difficoltà fattuali, come lo stato di detenzione o un provvedimento di espulsione, non sono di per sé sufficienti a superare un requisito di ammissibilità che la Corte considera una scelta legislativa ponderata e non incostituzionale.

È possibile per un avvocato impugnare una sentenza per un imputato assente senza una nuova procura specifica rilasciata dopo la condanna?
No. Secondo la sentenza, l’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale impone, a pena di inammissibilità, che all’atto di impugnazione del difensore sia allegata una procura speciale rilasciata dall’imputato assente in data successiva alla sentenza.

La norma che impone la procura speciale per l’appello assente è stata considerata incostituzionale dalla Corte di Cassazione?
No. La Corte ha giudicato la questione di legittimità costituzionale ‘manifestamente infondata’, affermando che si tratta di una scelta legislativa non irragionevole, volta a garantire che la volontà di impugnare provenga direttamente dall’imputato.

Cosa succede se un ricorso viene presentato senza la procura speciale richiesta per un appello assente?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che i giudici non esamineranno nel merito i motivi di impugnazione, e la sentenza impugnata diventerà definitiva. L’imputato viene inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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