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Ammissione credito tardiva: avviso ANBSC non basta

La Corte di Cassazione ha confermato l’inammissibilità di una domanda di ammissione credito presentata oltre il termine di 180 giorni dalla data in cui la confisca di prevenzione è divenuta definitiva. La Corte ha chiarito che l’avviso ai creditori pubblicato dall’Agenzia Nazionale per i beni confiscati (ANBSC) ha una funzione puramente informativa e non può modificare o posticipare il termine perentorio stabilito dalla legge. Nel caso di specie, il creditore era a conoscenza del procedimento, pertanto il suo ritardo non era giustificabile.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Domanda Ammissione Credito su Beni Confiscati: Il Termine di Legge Prevale sull’Avviso dell’Agenzia

La presentazione di una domanda ammissione credito su beni oggetto di confisca di prevenzione è un percorso a ostacoli, dove il rispetto dei termini è cruciale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: il termine di decadenza di 180 giorni, stabilito dalla legge, non può essere “salvato” da un avviso successivo pubblicato dall’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati (ANBSC). Vediamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

Il Caso: Una Domanda di Ammissione Credito Ritenuta Tardiva

Un creditore aveva presentato una domanda per l’ammissione del proprio credito al passivo di un patrimonio confiscato in via definitiva. La domanda era stata depositata il 6 maggio 2022. Tuttavia, il provvedimento di confisca era divenuto definitivo il 10 giugno 2021. Il Tribunale dell’esecuzione aveva dichiarato la domanda inammissibile perché tardiva, essendo stata presentata ben oltre il termine di 180 giorni previsto dalla legge, decorrente dalla data di definitività della confisca. Il creditore ha impugnato questa decisione, sostenendo di aver rispettato il termine indicato in un “avviso ai creditori” pubblicato dall’ANBSC, che fissava la scadenza al 17 maggio 2022.

La Decisione della Corte di Cassazione: Ricorso Rigettato

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale. I giudici hanno stabilito che la domanda ammissione credito era stata correttamente dichiarata inammissibile. La Corte ha ribadito un principio di diritto già consolidato: il termine di decadenza di 180 giorni per l’insinuazione al passivo è perentorio e decorre dalla data in cui la confisca diventa definitiva, indipendentemente da eventuali comunicazioni o avvisi successivi.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su una chiara interpretazione delle norme transitorie che regolano la materia (legge n. 228 del 2012). Il termine di 180 giorni è stabilito a pena di decadenza, il che significa che il suo mancato rispetto comporta la perdita definitiva del diritto di far valere il proprio credito sui beni confiscati. La comunicazione da parte dell’ANBSC, prevista dalla stessa legge, ha una funzione meramente “notiziale e agevolatrice”: serve a informare i creditori della possibilità di presentare la domanda e a fornire indicazioni utili, ma non ha il potere di modificare o posticipare un termine stabilito dalla legge. Il termine legale decorre a prescindere dalla ricezione di tale avviso. Inoltre, nel caso specifico, è stato accertato che il creditore era pienamente a conoscenza dell’esistenza del procedimento di prevenzione fin dal 2011, avendo anche interagito con la procedura in anni successivi. Di conseguenza, non poteva sostenere di non essere stato a conoscenza del provvedimento di confisca per una causa a lui non imputabile, unica condizione che avrebbe potuto, in astratto, consentirgli di chiedere una rimessione in termini.

Conclusioni

Questa sentenza offre un monito importante per tutti i creditori che vantano diritti su beni potenzialmente soggetti a confisca di prevenzione. Le conclusioni pratiche sono nette:
1. Monitoraggio Attivo: I creditori devono monitorare attivamente lo stato dei procedimenti di prevenzione che coinvolgono i loro debitori.
2. Prevalenza della Legge: Il termine perentorio di 180 giorni dalla definitività della confisca è l’unico riferimento temporale valido per la presentazione della domanda ammissione credito.
3. Ruolo Informativo dell’ANBSC: Non si deve fare affidamento esclusivo sulle date indicate negli avvisi dell’ANBSC, poiché questi non possono sanare un ritardo rispetto al termine di legge.
La pronuncia rafforza il principio di certezza del diritto, sottolineando che la diligenza del creditore nel tutelare le proprie ragioni è un elemento imprescindibile per non incorrere in decadenze insanabili.

Qual è il termine per presentare una domanda di ammissione del credito su beni confiscati?
La domanda deve essere proposta, a pena di decadenza, entro 180 giorni dalla data in cui il provvedimento di confisca diviene definitivo.

L’avviso pubblicato dall’Agenzia Nazionale per i beni confiscati (ANBSC) può posticipare il termine di legge?
No, l’avviso pubblicato dall’ANBSC ha una funzione puramente informativa e di agevolazione. Non ha il potere di modificare o posticipare il termine di decadenza di 180 giorni stabilito dalla legge, che decorre indipendentemente da tale comunicazione.

Un creditore che era già a conoscenza del procedimento di prevenzione può giustificare un ritardo nella presentazione della domanda?
No. La Corte ha stabilito che la piena conoscenza del procedimento di prevenzione esclude la possibilità per il creditore di essere restituito nel termine, in quanto non può sostenere di non aver conosciuto il provvedimento definitivo per una causa a lui non imputabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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