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Accordo sulla pena in appello: stop al ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due imputati che, dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello per reati di spaccio, avevano impugnato la sentenza. La Corte ha stabilito che l’accettazione di tale accordo preclude ogni ulteriore impugnazione, rendendo il ricorso per cassazione non proponibile.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Accordo sulla pena in appello: la Cassazione chiude la porta a ulteriori ricorsi

L’istituto dell’accordo sulla pena in appello, noto anche come ‘patteggiamento in appello’, rappresenta uno strumento processuale che consente di definire il giudizio di secondo grado in modo più rapido. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: una volta che le parti raggiungono tale accordo, la strada per ulteriori impugnazioni, incluso il ricorso in Cassazione, è sbarrata. Analizziamo questa importante decisione per comprenderne la portata e le implicazioni pratiche.

I fatti del caso

La vicenda trae origine da una condanna emessa dal Giudice per l’Udienza Preliminare (GUP) nei confronti di due soggetti per plurime cessioni di sostanze stupefacenti. In sede di appello, la difesa e la pubblica accusa hanno trovato un’intesa sulla pena da applicare, formalizzando un accordo sulla pena in appello ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale. La Corte di Appello ha quindi recepito tale accordo, riformando la sentenza di primo grado.

Nonostante l’accordo raggiunto, i difensori dei due imputati hanno deciso di presentare separati ricorsi per cassazione, contestando aspetti relativi alla quantificazione della pena stessa: uno lamentava l’eccessiva severità della sanzione, l’altro l’aumento applicato per la continuazione del reato.

La decisione della Suprema Corte sull’accordo sulla pena in appello

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili. La decisione si fonda su una norma specifica e su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il punto focale è l’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, introdotto dalla legge n. 103 del 2017. Questa disposizione stabilisce chiaramente l’inammissibilità dei ricorsi proposti contro una sentenza di appello che ha recepito un accordo tra le parti sulla pena.

Le motivazioni

I giudici di legittimità hanno spiegato che il potere dispositivo riconosciuto alle parti attraverso l’accordo sulla pena in appello non si limita a circoscrivere la cognizione del giudice di secondo grado, ma produce effetti preclusivi sull’intero svolgimento processuale futuro. In altre parole, l’accordo equivale a una rinuncia a contestare ulteriormente la pena concordata.

La Corte ha sottolineato come questa logica sia analoga a quella della rinuncia all’impugnazione. Accettando di concordare la pena, l’imputato fa una scelta processuale che chiude definitivamente la partita sulla quantificazione della sanzione, impedendo qualsiasi ripensamento successivo davanti alla Cassazione. Le contestazioni sollevate dai ricorrenti, relative alla severità o ai criteri di calcolo della pena, sono state quindi ritenute irrilevanti proprio perché l’accordo a monte le aveva superate e cristallizzate.

Le conclusioni

Questa pronuncia rafforza la natura definitiva e tombale dell’accordo sulla pena in appello. Per gli avvocati e i loro assistiti, ciò significa che la decisione di percorrere questa strada deve essere ponderata con estrema attenzione. Se da un lato può portare a una riduzione della pena e a una rapida conclusione del processo, dall’altro comporta la rinuncia a ogni ulteriore contestazione sulla pena stessa. La sentenza diventa, di fatto, inoppugnabile su quel punto. La Corte ha quindi condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro ciascuno alla Cassa delle ammende, a conferma della totale infondatezza del loro tentativo di impugnazione.

È possibile presentare ricorso in Cassazione dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso è inammissibile. L’accordo sulla pena in appello preclude la possibilità di ulteriori impugnazioni relative alla sanzione concordata.

Per quale motivo giuridico il ricorso viene dichiarato inammissibile?
Il ricorso è inammissibile in virtù dell’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa norma sancisce che l’accordo tra le parti sulla pena, recepito dal giudice d’appello, ha un effetto preclusivo che impedisce di contestare la sentenza davanti alla Corte di Cassazione.

Quali sono state le conseguenze per i ricorrenti in questo specifico caso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato i loro ricorsi inammissibili e li ha condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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