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Abuso edilizio pergotenda: la decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per abuso edilizio nei confronti di un privato che aveva installato una “pergotenda” sul proprio terrazzo. Secondo la Corte, la struttura, per dimensioni, materiali e chiusure laterali fisse, non rientrava nell’edilizia libera ma costituiva una nuova costruzione soggetta a permesso. La decisione chiarisce che, anche alla luce delle nuove normative, una pergotenda diventa illegale se crea uno spazio stabilmente chiuso, determinando un aumento di volume e un mutamento della destinazione d’uso del terrazzo.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Abuso Edilizio Pergotenda: Quando una Copertura Diventa Reato?

Installare una copertura sul proprio terrazzo o giardino è un desiderio comune per migliorare la vivibilità degli spazi esterni. Tuttavia, il confine tra un’opera lecita, rientrante nella cosiddetta “edilizia libera”, e un intervento che richiede un permesso di costruire può essere molto sottile. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce proprio su questo tema, analizzando un caso di abuso edilizio pergotenda e stabilendo criteri precisi per distinguere una semplice protezione solare da una nuova costruzione illegale.

I Fatti del Caso: La “Pergotenda” sul Terrazzo

Il caso ha origine dalla condanna inflitta dal Tribunale a un privato per aver realizzato, sul terrazzo della sua abitazione, una struttura definita “pergotenda”. Questa non era una semplice tenda da sole, ma un manufatto con caratteristiche ben precise:

* Una struttura metallica di dimensioni significative (5,10 mt x 3,70 mt, con un’altezza fino a 2,65 mt).
* La struttura poggiava su due muri perimetrali del terrazzo, chiudendo completamente gli altri due lati.
* La copertura era realizzata in plastica spessa e non in un semplice telo retrattile.
* All’interno era stata allestita una cucina in muratura.

Il Tribunale aveva ritenuto che tale intervento avesse creato un nuovo volume abitabile, modificando la destinazione d’uso del terrazzo e violando le norme del regolamento edilizio locale, condannando quindi il proprietario al pagamento di un’ammenda.

La Decisione della Cassazione sull’Abuso Edilizio Pergotenda

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la sua opera fosse una semplice pergotenda e, come tale, rientrasse negli interventi di edilizia libera, anche alla luce delle recenti modifiche legislative (il cosiddetto decreto “Salva Casa”, D.L. 69/2024). La difesa ha sottolineato che la copertura era retrattile e che la chiusura su due lati derivava unicamente dall’essere addossata all’immobile.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha respinto il ricorso, confermando la condanna. I giudici hanno chiarito che, per qualificare un’opera come pergotenda e farla rientrare nell’edilizia libera, devono sussistere precise condizioni.

L’Analisi della Struttura: Più di una Semplice Tenda

Secondo la Corte, la funzione principale di una pergotenda deve essere la protezione dal sole e da agenti atmosferici di lieve entità. La sua struttura portante deve essere un mero elemento accessorio e leggero, necessario solo al sostegno della tenda. Al contrario, nel caso esaminato, la struttura era stabile e di dimensioni non trascurabili. La copertura in plastica spessa e la chiusura totale su due lati creavano di fatto uno spazio chiuso, stabile e permanente, configurando non una pertinenza, ma un nuovo locale abitabile.

L’Impatto delle Nuove Norme sull’Edilizia Libera

La Corte ha analizzato anche il novum legislativo introdotto dal D.L. 69/2024. Sebbene la nuova normativa abbia ampliato il novero delle opere in edilizia libera, ha posto dei paletti invalicabili. Una delle condizioni fondamentali, specificate nella nuova lettera b-ter) dell’art. 6 del d.P.R. 380/2001, è che tali opere non possono determinare la creazione di uno spazio stabilmente chiuso, con conseguente variazione di volumi e superfici. Poiché la struttura in questione creava esattamente questo risultato, non poteva beneficiare del regime di edilizia libera, nemmeno secondo la nuova legge.

Le Motivazioni

La motivazione centrale della sentenza risiede nella distinzione tra un accessorio finalizzato a una migliore fruizione dello spazio esterno e una vera e propria trasformazione urbanistico-edilizia. La Corte ha stabilito che quando un manufatto, a prescindere dal nome che gli si attribuisce (“pergotenda”, “gazebo”, ecc.), è dotato di caratteristiche di stabilità, fissità e chiusura tali da creare un nuovo ambiente utilizzabile in modo permanente, si è di fronte a una “nuova costruzione”. Tale intervento comporta un aumento del carico urbanistico e necessita, pertanto, di un titolo abilitativo, ovvero il permesso di costruire. La presenza di una cucina in muratura ha ulteriormente rafforzato la tesi dell’evidente mutamento della destinazione d’uso del terrazzo, da spazio aperto a locale chiuso e abitabile.

Le Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione rappresenta un importante monito per chi intende installare strutture esterne. Non è il nomen iuris (il nome dato all’opera) a determinare il regime edilizio applicabile, ma le sue caratteristiche concrete e funzionali. Una pergotenda cessa di essere tale e diventa un abuso edilizio quando, per dimensioni, materiali e chiusure, perde la sua funzione meramente protettiva e si trasforma in uno spazio chiuso e stabile, creando nuovo volume. Prima di procedere con qualsiasi installazione, è quindi fondamentale verificare non solo le normative nazionali, ma anche i regolamenti edilizi comunali, per evitare di incorrere in sanzioni penali e amministrative.

Quando una pergotenda necessita di un permesso di costruire?
Una pergotenda necessita di un permesso di costruire quando, per le sue caratteristiche strutturali (dimensioni, materiali, stabilità), crea uno spazio stabilmente chiuso, determinando un aumento di volume e di superficie e un mutamento della destinazione d’uso dell’area su cui insiste, configurandosi così come una nuova costruzione.

Quali sono le caratteristiche che trasformano una pergotenda in una nuova costruzione abusiva?
Le caratteristiche includono: una struttura portante fissa e di dimensioni non trascurabili, la chiusura stabile di uno o più lati (non con semplici tende amovibili), una copertura non retrattile o realizzata con materiali pesanti (come la plastica spessa del caso di specie) e, in generale, la creazione di un nuovo ambiente autonomamente utilizzabile in modo permanente, come un vero e proprio locale.

Le nuove leggi sull’edilizia libera (D.L. 69/2024) rendono tutte le pergotende legali?
No. La nuova normativa, pur ampliando le opere in edilizia libera, stabilisce esplicitamente che le pergotende e strutture simili non devono determinare la creazione di uno spazio stabilmente chiuso né comportare una variazione di volumi e superfici. Se queste condizioni non sono rispettate, l’opera rimane soggetta a titolo abilitativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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