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Abnormità dell’ordinanza: nullità senza motivazione

La Corte di Cassazione ha stabilito il principio di abnormità dell’ordinanza con cui un giudice dichiara la nullità del capo di imputazione senza specificarne le ragioni. Tale omissione crea una stasi processuale insuperabile, poiché impedisce al pubblico ministero di emendare l’atto in modo corretto. Di conseguenza, la Suprema Corte ha annullato l’ordinanza impugnata, restituendo gli atti al tribunale di merito per la prosecuzione del giudizio.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Abnormità dell’ordinanza: quando un atto del giudice paralizza il processo

L’abnormità dell’ordinanza è un concetto cruciale nel diritto processuale penale, che si verifica quando un atto del giudice, per la sua anomalia, esce completamente dagli schemi legali o provoca una paralisi ingiustificata del processo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 20133 del 2024, ha offerto un chiaro esempio di questa patologia processuale, annullando un’ordinanza di un Tribunale che aveva dichiarato la nullità di un’imputazione senza fornire alcuna motivazione specifica.

I Fatti del Caso

Durante un processo per il reato di lesioni personali, il Tribunale di Sassari aveva invitato il Pubblico Ministero a modificare il capo di imputazione. A seguito del rifiuto del PM, che riteneva l’atto corretto, il giudice ha emesso un’ordinanza con cui dichiarava la ‘nullità dell’imputazione’ ai sensi dell’art. 554-bis del codice di procedura penale, disponendo la restituzione degli atti alla Procura.

Il problema fondamentale era che l’ordinanza era completamente generica: non specificava in alcun modo quale fosse il vizio riscontrato. Il Pubblico Ministero, trovandosi di fronte a un provvedimento che gli imponeva di correggere un errore non identificato, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo l’abnormità dell’ordinanza.

La Decisione della Cassazione e l’Abnormità dell’Ordinanza Funzionale

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, qualificando l’ordinanza impugnata come affetta da ‘abnormità di tipo funzionale’. Questo tipo di abnormità si manifesta quando un atto, pur essendo formalmente previsto dalla legge, nella pratica determina un’irrisolvibile stasi del processo.

Nel caso specifico, non chiarendo se il vizio riguardasse una formulazione poco chiara del fatto (comma 5 dell’art. 554-bis c.p.p.) o una mancata corrispondenza con gli atti d’indagine (comma 6), il giudice ha impedito al Pubblico Ministero di comprendere come agire. L’organo dell’accusa non poteva né riformulare l’imputazione né adeguarla alle prove raccolte, trovandosi di fatto impossibilitato a far progredire il procedimento.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito un principio consolidato, citando le Sezioni Unite: un atto è abnorme quando si pone al di fuori del sistema organico della legge processuale o quando determina l’impossibilità di proseguire il processo. L’ordinanza del Tribunale di Sassari rientrava pienamente in questa seconda categoria.

L’impossibilità per il Pubblico Ministero di ‘individuare e rinnovare l’atto invalido’ a causa della mancata esplicitazione dei motivi da parte del giudice, genera una ‘irreversibile stasi processuale’. Il giudice, esercitando i suoi poteri d’ufficio, non può limitarsi a onerare il PM di un adempimento senza specificare minimamente il vizio riscontrato. Un tale comportamento non consente all’organo requirente di emendare l’atto in maniera mirata, rendendolo immune da future censure e, di fatto, bloccando la giustizia.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio fondamentale per il corretto funzionamento del processo penale: la chiarezza e la specificità delle decisioni giudiziarie. Un giudice che rileva una nullità ha il dovere di motivare in modo puntuale la sua decisione, per permettere alla parte interessata di porvi rimedio. Un’ordinanza generica, che si limita a constatare un vizio senza identificarlo, non è un atto di giustizia, ma un ostacolo che paralizza il procedimento. Per tale ragione, la Corte di Cassazione ha correttamente annullato l’ordinanza, definendola abnorme e disponendo che il processo riprendesse il suo corso.

Quando un’ordinanza del giudice è considerata ‘abnorme’?
Secondo la Cassazione, un’ordinanza è abnorme quando si pone al di fuori del sistema normativo processuale oppure quando, pur essendo formalmente corretta, determina una stasi insuperabile e l’impossibilità di proseguire il processo.

Può un giudice dichiarare la nullità di un’imputazione senza spiegare il motivo?
No. La sentenza stabilisce che il giudice, nel dichiarare la nullità dell’imputazione, deve esplicitare chiaramente le ragioni e lo specifico vizio riscontrato. Un’ordinanza generica che non lo fa è considerata abnorme.

Cosa succede se un’ordinanza abnorme causa una paralisi del processo?
L’ordinanza abnorme può essere impugnata dinanzi alla Corte di Cassazione. Se la Corte ne riconosce l’abnormità, come nel caso di specie, la annulla senza rinvio e dispone la trasmissione degli atti al tribunale di merito affinché il processo possa proseguire correttamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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