LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Vincolo quinquennale sostegno: vale il preruolo?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3408/2025, ha rigettato il ricorso del Ministero dell’Istruzione, stabilendo che il servizio preruolo deve essere conteggiato ai fini del superamento del vincolo quinquennale sostegno. La Corte ha ritenuto discriminatorio, ai sensi della normativa europea, escludere dal calcolo gli anni di servizio svolti con contratti a termine prima dell’immissione in ruolo, confermando il diritto di una docente a partecipare alla mobilità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Vincolo Quinquennale Sostegno: La Cassazione Conferma il Valore del Servizio Preruolo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per il mondo della scuola: la validità del servizio pre-ruolo ai fini del superamento del vincolo quinquennale sostegno. Con una decisione che rafforza il principio di non discriminazione, la Suprema Corte ha stabilito che gli anni di insegnamento svolti con contratti a termine devono essere pienamente riconosciuti. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: Una Docente di Sostegno e la Domanda di Mobilità

Il caso ha origine dalla domanda di una docente di sostegno, immessa in ruolo grazie alla legge 107/2015, di partecipare a un piano straordinario di mobilità territoriale e professionale. L’Amministrazione scolastica aveva respinto la sua richiesta, sostenendo che la docente non avesse maturato i cinque anni di servizio necessari nel ruolo di sostegno, come previsto dalla normativa.

La docente, tuttavia, aveva svolto per diversi anni la medesima attività di insegnante di sostegno con contratti a tempo determinato prima della sua assunzione a tempo indeterminato. Sia il Tribunale di Potenza che la successiva Corte d’Appello le avevano dato ragione, riconoscendo il suo diritto a partecipare alla mobilità e considerando il servizio pre-ruolo valido ai fini del conteggio del quinquennio. Il Ministero dell’Istruzione ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Vincolo Quinquennale Sostegno

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Ministero, confermando le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno ribadito un orientamento già consolidato (cfr. Cass. n. 32632/2023), affermando che, ai fini del passaggio da un posto di sostegno a un posto comune, il quinquennio di servizio si intende completato computando anche i periodi di insegnamento svolti prima dell’immissione in ruolo.

Le Motivazioni: Il Principio di Non Discriminazione

Il fulcro della decisione risiede nell’applicazione del principio di non discriminazione sancito dalla normativa europea, in particolare dalla clausola 4 dell’Accordo Quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE. Questa clausola vieta qualsiasi disparità di trattamento non obiettivamente giustificata tra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato.

La Corte ha ritenuto che escludere il servizio pre-ruolo dal calcolo del vincolo quinquennale sostegno costituisca una discriminazione ingiustificata, poiché la prestazione lavorativa svolta è identica a quella resa dopo l’assunzione a tempo indeterminato. Le conoscenze specialistiche e l’esperienza maturate sono le medesime, indipendentemente dalla natura del contratto.

L’argomentazione del Ministero, basata sulla necessità di garantire stabilità e continuità didattica agli alunni con disabilità, è stata respinta. I giudici hanno osservato che, paradossalmente, è stato proprio il ricorso reiterato a personale non di ruolo a consentire il raggiungimento di tali finalità formative nel sistema scolastico. Pertanto, tale esigenza non può costituire una ragione oggettiva per giustificare una disparità di trattamento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza per migliaia di docenti. In sintesi, la Corte stabilisce che:

1. Piena Rilevanza del Servizio Pre-ruolo: Il servizio svolto su posti di sostegno con contratti a termine è pienamente valido per il computo del quinquennio necessario alla mobilità.
2. No alla Discriminazione: Trattare diversamente i docenti a tempo determinato e quelli di ruolo, a parità di mansioni svolte, viola il diritto europeo.
3. Tutela dei Diritti dei Lavoratori: La decisione tutela il diritto alla mobilità e alla progressione di carriera dei docenti, riconoscendo il valore dell’esperienza maturata nel tempo.

La pronuncia rappresenta una vittoria per l’equità nel mondo della scuola, garantendo che l’anzianità di servizio venga valutata per la sua sostanza e non per la forma contrattuale con cui è stata maturata.

Il servizio svolto con contratti a termine (preruolo) vale per il calcolo del vincolo quinquennale sul sostegno?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che ai fini del passaggio da posto di sostegno a posto comune, il quinquennio si intende compiuto includendo anche i periodi di insegnamento svolti su posto di sostegno durante il periodo di preruolo.

Perché escludere il servizio preruolo dal calcolo è considerato discriminatorio?
Perché viola la clausola 4 dell’Accordo Quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE, la quale vieta disparità di trattamento non giustificate da ragioni oggettive tra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato. La prestazione lavorativa è identica e quindi va valutata allo stesso modo.

L’esigenza di stabilità didattica per gli alunni con disabilità giustifica un trattamento diverso per i docenti a tempo determinato?
No, secondo la Corte questa non costituisce una ragione obiettiva che giustifichi la disparità di trattamento. I giudici hanno osservato che proprio l’impiego reiterato di personale non di ruolo ha di fatto consentito il raggiungimento delle finalità formative, quindi non si può usare questo argomento per discriminarlo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati