LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Valutazione servizio militare: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un docente contro il Ministero dell’Istruzione, stabilendo che la valutazione del servizio militare ai fini delle graduatorie scolastiche deve essere sempre riconosciuta, anche se prestato non in costanza di un rapporto di lavoro. La Corte ha ribaltato la decisione della Corte d’Appello, affermando che una diversa interpretazione sarebbe discriminatoria e contraria ai principi costituzionali. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questo principio consolidato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Valutazione Servizio Militare nelle Graduatorie: La Cassazione Conferma il Diritto al Punteggio

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha consolidato un principio fondamentale per il personale scolastico: la valutazione servizio militare ai fini del punteggio nelle graduatorie è sempre dovuta, anche se il servizio è stato svolto al di fuori di un rapporto di lavoro. Questa decisione chiarisce un punto controverso e tutela i diritti di chi ha servito il Paese, allineando la normativa di settore ai principi costituzionali.

I Fatti del Caso

Un docente aveva impugnato la decisione della Corte d’Appello di Brescia, la quale aveva negato il riconoscimento del punteggio per il servizio militare prestato prima dell’instaurazione di un rapporto di lavoro con la scuola. La Corte territoriale aveva sostenuto che, secondo una specifica interpretazione del Codice dell’ordinamento militare (art. 2050 del d.lgs. n. 66/2010), solo il servizio reso ‘in pendenza di rapporto di lavoro’ potesse essere equiparato a un servizio civile presso enti pubblici. Di conseguenza, il docente non aveva diritto alla valorizzazione di quel periodo nell’aggiornamento delle graduatorie di circolo e di istituto.

La questione della Valutazione Servizio Militare

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione di due commi dell’art. 2050 del Codice militare. Secondo la Corte d’Appello, il secondo comma, che menziona esplicitamente il servizio svolto in costanza di rapporto, limitava la portata generale del primo comma, che invece sancisce un’equiparazione più ampia ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici. Il docente, attraverso il suo ricorso, ha sostenuto che tale lettura fosse errata e discriminatoria, violando normative di rango superiore, inclusa la Costituzione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le ragioni del docente, ribaltando la sentenza impugnata. Gli Ermellini hanno riaffermato un orientamento ormai consolidato, secondo cui l’iscrizione nelle graduatorie scolastiche deve essere assimilata alla partecipazione a un concorso pubblico. In questo contesto, l’art. 2050 va letto in modo integrato e costituzionalmente orientato.

La Suprema Corte ha chiarito che il comma 2 dell’articolo non limita il comma 1, ma ne costituisce una specificazione. Sarebbe illogico e contrario al principio di razionalità affermare un principio di ampia portata (l’equiparazione del servizio militare a quello civile) per poi svuotarlo di significato. La ratio della norma è quella di non penalizzare chi è chiamato a un servizio obbligatorio nell’interesse della nazione, in coerenza con l’art. 52 della Costituzione. Tale articolo sancisce che l’adempimento del dovere di difesa della Patria non deve pregiudicare la posizione lavorativa del cittadino.

Pertanto, il servizio di leva obbligatorio e il servizio civile ad esso equiparato sono sempre valutabili, sia ai fini della carriera che dell’accesso ai ruoli, anche se prestati non in costanza di rapporto di lavoro. Di conseguenza, le previsioni regolamentari ministeriali che limitano tale riconoscimento sono state disapplicate in quanto illegittime.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ha un impatto significativo per tutto il personale scolastico. Stabilisce in modo definitivo che il servizio militare è un titolo che deve essere sempre valutato nelle graduatorie, eliminando una disparità di trattamento ingiustificata. I docenti e il personale ATA che hanno prestato servizio militare prima di entrare nel mondo della scuola vedono così riconosciuto il loro diritto a un punteggio aggiuntivo, con evidenti riflessi sulla loro posizione nelle graduatorie e sulle opportunità di impiego. La Corte ha cassato la sentenza e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Brescia, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio di diritto.

Il servizio militare svolto prima di iniziare a lavorare nella scuola è valido per il punteggio nelle graduatorie?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che il servizio militare deve essere sempre valutato ai fini del punteggio nelle graduatorie scolastiche, anche se prestato quando non si aveva ancora un contratto di lavoro nel settore.

Perché la Cassazione ha annullato la precedente sentenza della Corte d’Appello?
La Cassazione ha ritenuto errata l’interpretazione della Corte d’Appello, la quale limitava il riconoscimento del punteggio solo al servizio militare svolto in costanza di rapporto di lavoro. Secondo la Suprema Corte, questa interpretazione è illogica e contraria al principio costituzionale che tutela la posizione lavorativa di chi adempie agli obblighi di leva.

Qual è il principio di diritto stabilito da questa ordinanza?
Il principio è che, ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici e dell’inserimento nelle graduatorie (che sono assimilate a una procedura concorsuale), il servizio militare è sempre equiparato al servizio prestato presso enti pubblici e deve essere valutato, indipendentemente dal fatto che sia stato svolto in pendenza di un rapporto di lavoro già esistente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati