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Valutazione servizio a termine: parità in carriera

La Corte di Cassazione ha stabilito che, nelle procedure di progressione di carriera nel pubblico impiego, il servizio prestato con contratto a tempo determinato presso altre amministrazioni deve essere valutato al pari di quello di ruolo, a meno che non sussistano specifiche ‘ragioni oggettive’ per un trattamento differenziato. La sentenza ribadisce il principio di non discriminazione sancito dal diritto dell’Unione Europea, rendendo illegittima l’esclusione di tale esperienza professionale basata unicamente sulla natura a termine del precedente rapporto di lavoro. La decisione si fonda sull’importanza della valutazione servizio a termine.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Valutazione Servizio a Termine: La Cassazione Conferma la Piena Parità nelle Progressioni di Carriera

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale per i lavoratori del settore pubblico: la valutazione servizio a termine non può essere ingiustamente penalizzata. L’esperienza professionale maturata con contratti a tempo determinato, anche se presso un’altra amministrazione, deve essere riconosciuta ai fini delle progressioni di carriera, al pari del servizio svolto con contratto a tempo indeterminato. Questa decisione rafforza il principio di non discriminazione e allinea la giurisprudenza italiana a quella europea, offrendo tutele significative a migliaia di lavoratori.

I Fatti del Caso

Un dipendente di un’importante Agenzia Fiscale ha partecipato a una procedura selettiva interna per una progressione economica, ovvero un avanzamento di carriera all’interno della sua area di appartenenza. Tra i titoli valutabili, il lavoratore ha chiesto il riconoscimento dell’esperienza professionale maturata per diversi anni presso un’altra amministrazione pubblica, la Motorizzazione Civile, prima della sua assunzione in ruolo.

L’Agenzia Fiscale, tuttavia, ha rifiutato di assegnare il punteggio corrispondente, sostenendo che solo il servizio ‘di ruolo’ potesse essere considerato valido. Di fronte a questo diniego, il dipendente ha adito le vie legali. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello gli hanno dato ragione, ma l’amministrazione ha deciso di ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Valutazione del Servizio a Termine

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’Agenzia Fiscale, confermando le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno chiarito che escludere a priori la valutazione del servizio pre-ruolo, solo perché prestato con un contratto a tempo determinato, costituisce una violazione del principio di non discriminazione sancito dal diritto dell’Unione Europea.

Il bando di selezione, infatti, permetteva di considerare l’esperienza maturata anche presso altre amministrazioni, senza specificare la natura del contratto. Interpretare questo silenzio in senso restrittivo e penalizzante per il lavoratore a termine è stato ritenuto illegittimo. La Corte ha sottolineato che un trattamento differenziato è ammissibile solo in presenza di ‘ragioni oggettive’, che in questo caso erano del tutto assenti.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione si fonda su principi consolidati a livello europeo, che la Cassazione ha applicato con rigore al caso specifico.
1. Il Principio di Non Discriminazione: La motivazione principale risiede nella Clausola 4 dell’Accordo Quadro europeo sul lavoro a tempo determinato (recepito dalla Direttiva 99/70/CE). Questa norma vieta di trattare i lavoratori a tempo determinato in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto a termine, a meno che il trattamento differente non sia giustificato da ragioni oggettive.
2. L’Assenza di ‘Ragioni Oggettive’: La Corte ha specificato che l’amministrazione non ha fornito alcuna valida ragione oggettiva per giustificare l’esclusione. Il semplice fatto che il servizio pregresso fosse stato prestato sulla base di un contratto a tempo determinato non costituisce, di per sé, una ragione oggettiva sufficiente a giustificare la disparità di trattamento. La professionalità acquisita è la stessa, indipendentemente dalla natura del vincolo contrattuale.
3. L’Interpretazione del Bando: I giudici hanno evidenziato che il bando di selezione non operava alcuna distinzione tra servizio di ruolo e non di ruolo prestato presso altre amministrazioni. Di conseguenza, un’interpretazione che introduce una tale distinzione ex post, penalizzando il lavoratore, si scontra con il diritto dell’Unione Europea e determina una ‘irragionevole violazione del principio di non discriminazione’.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha implicazioni pratiche di grande rilievo per il pubblico impiego:
* Tutela Rafforzata per i Lavoratori: Viene consolidato il diritto dei lavoratori a veder riconosciuta tutta la loro esperienza professionale, senza penalizzazioni legate alla tipologia contrattuale passata. La valutazione servizio a termine diventa un diritto esigibile.
* Onere per le Pubbliche Amministrazioni: Le amministrazioni devono redigere i bandi di concorso e selezione con maggiore attenzione. Qualsiasi limitazione alla valutazione delle esperienze pregresse deve essere non solo esplicita, ma soprattutto sorretta da motivazioni solide, concrete e non discriminatorie.
* Allineamento con l’Europa: La decisione riafferma la preminenza del diritto dell’Unione Europea e della sua interpretazione da parte della Corte di Giustizia, garantendo un’applicazione uniforme dei principi di parità di trattamento su tutto il territorio nazionale.

Un’amministrazione pubblica può escludere il servizio pre-ruolo dalla valutazione per una progressione di carriera?
No, non può farlo se l’esclusione si basa unicamente sul fatto che il servizio è stato prestato con un contratto a tempo determinato. Un’esclusione è legittima solo se giustificata da ‘ragioni oggettive’ specifiche e non discriminatorie.

Il principio di parità di trattamento si applica anche se il servizio a termine è stato svolto per un’altra amministrazione?
Sì. La sentenza chiarisce che se il bando di selezione ammette la valutazione di esperienze maturate presso altre amministrazioni senza specificare la natura del contratto, escludere quella a tempo determinato è illegittimo.

Qual è il fondamento giuridico di questa decisione?
Il fondamento principale è il principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato, sancito dalla Clausola 4 dell’Accordo Quadro europeo sul lavoro a termine, allegato alla Direttiva 99/70/CE.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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