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Trattazione scritta: senza note il processo si estingue

La Corte di Cassazione ha confermato l’estinzione di un processo d’appello a causa del mancato deposito di note scritte per un’udienza gestita con la modalità della trattazione scritta. Secondo la Corte, questa omissione equivale alla mancata comparizione delle parti in udienza, rendendo irrilevante il deposito di note per un’udienza precedente. La decisione sottolinea il rigore formale richiesto anche nelle procedure telematiche emergenziali.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Trattazione scritta: dimenticare le note costa l’estinzione del processo

L’introduzione della trattazione scritta nel processo civile, accelerata dalla recente emergenza sanitaria, ha sollevato importanti questioni sull’equivalenza tra adempimenti telematici e comparizione fisica. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il mancato deposito telematico delle note scritte per una specifica udienza equivale a tutti gli effetti alla mancata comparizione delle parti, con la conseguenza drastica dell’estinzione del giudizio. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione e le sue implicazioni pratiche.

I fatti del caso

Un cittadino proponeva appello avverso una decisione del Giudice di Pace che aveva respinto la sua opposizione a un’ingiunzione di pagamento emessa da un’amministrazione comunale. Il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, fissava un’udienza di precisazione delle conclusioni con la modalità della trattazione scritta.

In vista di una prima udienza, le parti depositavano regolarmente le proprie note telematiche. Tuttavia, il giudice, a causa di un deposito tardivo da parte dell’amministrazione, rinviava la causa a una nuova udienza, da svolgersi sempre con trattazione scritta, assegnando un nuovo termine per il deposito delle note. A questa seconda scadenza, nessuna delle parti depositava le note scritte. Di conseguenza, il giudice rinviava la causa a un’udienza successiva ai sensi dell’art. 309 c.p.c. A quest’ultima udienza, da tenersi in presenza, nessuna delle parti compariva. Il giudice, pertanto, cancellava la causa dal ruolo e dichiarava l’estinzione del processo.

Il cittadino proponeva quindi ricorso per cassazione, sostenendo che il deposito delle note per la prima udienza dovesse considerarsi valido anche per le successive e che, pertanto, il giudice avrebbe dovuto trattenere la causa in decisione anziché dichiararla estinta.

La trattazione scritta e la decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la correttezza della decisione del Tribunale. Il punto centrale della questione ruota attorno all’interpretazione dell’art. 221, comma 4, del d.l. n. 34 del 2020, la norma che ha disciplinato la trattazione scritta durante il periodo emergenziale. Secondo la Corte, tale norma stabilisce una piena equivalenza tra il deposito telematico delle note scritte e la comparizione fisica all’udienza. Ogni udienza, anche se rinviata, costituisce un momento processuale autonomo che richiede un atto di impulso specifico da parte dei contendenti.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

I giudici hanno chiarito che il deposito di note scritte per la prima udienza non poteva sostituire l’adempimento richiesto per l’udienza successiva. Il rinvio a una nuova udienza, seppur gestita con la stessa modalità della trattazione scritta, imponeva alle parti l’onere di depositare nuovamente le note entro il termine fissato. L’omissione di questo adempimento è stata correttamente interpretata dal giudice di merito come una mancata comparizione “virtuale”.

La Corte ha specificato che il mancato deposito delle note da parte di entrambi i contendenti è equiparato alla mancata comparizione di entrambe le parti all’udienza. Questo fa scattare l’applicazione dell’art. 181 c.p.c., richiamato dall’art. 309 c.p.c., che prevede, in caso di duplice assenza consecutiva, la cancellazione della causa dal ruolo e la sua successiva estinzione. Il fatto che le parti avessero depositato le stesse note in un momento successivo, ma prima dell’udienza finale in presenza, è stato ritenuto irrilevante, poiché l’adempimento doveva essere compiuto per l’udienza “cartolare” del 17/11/2020, non per quella successiva.

Conclusioni

Questa pronuncia serve da monito per tutti gli operatori del diritto sull’importanza di non sottovalutare gli adempimenti processuali, anche quando si svolgono in modalità telematica. La trattazione scritta non alleggerisce il rigore delle scadenze e degli oneri processuali. Ogni udienza, sia essa fisica o “cartolare”, richiede un atto di impulso specifico e tempestivo. La mancata osservanza di tali adempimenti può avere conseguenze fatali per l’esito del giudizio, come l’estinzione, vanificando il lavoro svolto e pregiudicando i diritti della parte assistita.

Cosa succede se una parte non deposita le note scritte per un’udienza a trattazione scritta?
Secondo la Corte di Cassazione, il mancato deposito telematico delle note scritte entro il termine fissato dal giudice equivale alla mancata comparizione della parte all’udienza.

Il deposito di note per una prima udienza è valido anche per un’udienza successiva di rinvio?
No. Ogni udienza, anche se è un rinvio della precedente e si svolge con le stesse modalità, richiede un adempimento autonomo. Pertanto, le parti devono depositare nuovamente le note scritte per la nuova udienza entro il termine stabilito.

Perché il mancato deposito delle note scritte porta all’estinzione del processo?
Perché la legge equipara il mancato deposito alla mancata comparizione. Se nessuna delle parti deposita le note, si applica la disciplina della mancata comparizione di entrambe le parti (art. 181 e 309 c.p.c.), che, se ripetuta all’udienza successiva, comporta la cancellazione della causa dal ruolo e la sua estinzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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