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Trattamento retributivo festivo: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26324/2024, ha rigettato il ricorso di una società, confermando la decisione della Corte d’Appello sul corretto trattamento retributivo festivo. La Corte ha stabilito che, in base al CCNL Fise Assoambiente, al lavoratore che presta servizio in specifiche festività spettano tre distinte componenti retributive: la normale retribuzione giornaliera, la retribuzione per le ore lavorate e una maggiorazione. La pronuncia si fonda su un’interpretazione letterale della norma contrattuale, che distingue nettamente le varie voci di compenso.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Lavoro Festivo: Sì alla Tripla Retribuzione, la Cassazione Fa Chiarezza sul Trattamento Retributivo Festivo

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su una questione di grande rilevanza per i lavoratori del settore dei servizi ambientali: il corretto trattamento retributivo festivo. La Suprema Corte ha confermato un orientamento ormai consolidato, stabilendo che il lavoro prestato durante specifiche festività deve essere compensato con tre diverse componenti retributive, rigettando l’interpretazione restrittiva proposta da un’azienda. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

La controversia ha origine dalla domanda di un lavoratore che chiedeva il pagamento di differenze retributive per l’attività svolta durante alcuni giorni festivi infrasettimanali. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione al dipendente, riconoscendo il suo diritto a un trattamento economico più favorevole rispetto a quello applicatogli dall’azienda.

La società datrice di lavoro, non accettando la decisione dei giudici di merito, ha presentato ricorso in Cassazione. Sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nell’interpretare le disposizioni del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) FISE Assoambiente, in particolare gli articoli 20, 21 e 22, che regolano la materia.

La Questione del Trattamento Retributivo Festivo

Il cuore del problema risiedeva nell’esatta quantificazione della retribuzione per le prestazioni lavorative rese nei giorni festivi specificamente indicati dall’art. 21, comma 1, lettere b) e c) del CCNL (come Natale, Capodanno, Epifania, etc.).

Secondo l’azienda ricorrente, la norma contrattuale prevedeva unicamente una maggiorazione sulla paga base, da aggiungersi al normale trattamento economico. In pratica, il compenso sarebbe stato costituito da due soli elementi.

I giudici di merito, invece, avevano accolto la tesi del lavoratore, secondo cui gli elementi retributivi dovuti erano tre:
1. Il normale trattamento contrattualmente dovuto per la giornata festiva non lavorata.
2. La retribuzione per le ore di lavoro effettivamente prestate.
3. Una maggiorazione calcolata sulla paga base.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso dell’azienda infondato, confermando in toto la sentenza della Corte d’Appello. La decisione si basa su un’attenta analisi letterale e logica della normativa contrattuale e si allinea a precedenti pronunce della stessa Corte su casi analoghi.

L’Analisi Letterale della Norma Contrattuale

I giudici hanno posto l’accento sulla formulazione dell’art. 22 del CCNL, che recita: per il personale che presta la propria opera nei giorni festivi “spetti ‘il relativo trattamento, maggiorato ai sensi dell’articolo 20, (che ndr) si aggiunge al normale trattamento contrattualmente dovuto.’

La Corte ha evidenziato come l’errore interpretativo dell’azienda risieda nel considerare l’espressione “trattamento maggiorato” come un unico blocco. Invece, la presenza della virgola dopo la parola “trattamento” è decisiva. Essa separa nettamente le componenti del compenso:
“il relativo trattamento”: si riferisce alla retribuzione per il lavoro prestato nel giorno festivo.
“maggiorato ai sensi dell’articolo 20”: indica la specifica maggiorazione percentuale prevista.
“si aggiunge al normale trattamento contrattualmente dovuto”: chiarisce che le prime due voci sono un’aggiunta alla normale retribuzione che spetterebbe comunque al lavoratore per la giornata festiva, anche se non avesse lavorato.

Di conseguenza, la Corte ha concluso che l’interpretazione corretta è quella che riconosce tre distinte componenti retributive, come già stabilito dai giudici di merito.

Il Richiamo ai Precedenti Giurisprudenziali

La Cassazione ha inoltre rafforzato la propria decisione richiamando due sue recenti ordinanze (n. 14250/2024 e n. 14246/2024) che, sullo stesso argomento e nei confronti della medesima azienda ricorrente, avevano già stabilito il medesimo principio di diritto. Questo conferma l’esistenza di un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato sulla materia.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione rigorosa e sistematica delle clausole del CCNL. Il ragionamento dei giudici è chiaro: la contrattazione collettiva ha voluto garantire un compenso particolarmente vantaggioso per il disagio di lavorare durante festività di speciale rilievo. L’interpretazione letterale, supportata dalla punteggiatura del testo, non lasciava spazio a dubbi. L’espressione “si aggiunge” è stata ritenuta inequivocabile nel sancire che la retribuzione per il lavoro festivo (comprensiva di maggiorazione) è un elemento ulteriore rispetto alla paga che il lavoratore percepisce normalmente per quel giorno. Qualsiasi lettura differente, secondo la Corte, avrebbe snaturato la volontà delle parti sociali e non sarebbe stata conforme ai canoni ermeneutici di logica e coerenza sistematica.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un importante principio a tutela dei lavoratori: il lavoro prestato durante le festività elencate nell’art. 21, lettere b) e c) del CCNL FISE Assoambiente deve essere retribuito con una somma complessiva derivante da tre elementi: la paga per le ore lavorate, la maggiorazione per lavoro festivo e la normale retribuzione giornaliera. Per i datori di lavoro del settore, ciò significa la necessità di adeguare le buste paga a questa interpretazione, evitando contenziosi dall’esito ormai prevedibile. Per i lavoratori, rappresenta la certezza di vedersi riconosciuto un compenso adeguato al sacrificio richiesto.

Come deve essere calcolato il trattamento retributivo per il lavoro svolto in specifici giorni festivi secondo il CCNL FISE Assoambiente?
La retribuzione deve essere calcolata sommando tre distinte componenti: 1) la normale retribuzione che spetterebbe per la giornata festiva non lavorata; 2) la retribuzione per le ore di lavoro effettivamente prestate; 3) una maggiorazione per lavoro festivo calcolata sulla paga base, come previsto dall’art. 20 del CCNL.

Perché l’interpretazione della società è stata considerata errata dalla Cassazione?
L’interpretazione della società è stata ritenuta errata perché considerava l’espressione ‘trattamento maggiorato’ come un unico elemento retributivo. La Corte ha invece sottolineato che la virgola presente nel testo dell’art. 22 del CCNL separa chiaramente il ‘trattamento’ (paga per il lavoro svolto) dalla ‘maggiorazione’, stabilendo che entrambi ‘si aggiungono’ alla normale paga giornaliera.

Quali sono le implicazioni di questa ordinanza per i datori di lavoro del settore?
I datori di lavoro del settore dei servizi ambientali che applicano il CCNL FISE Assoambiente devono assicurarsi di calcolare correttamente la retribuzione per il lavoro festivo, includendo tutte e tre le componenti retributive individuate dalla Cassazione. In caso contrario, si espongono a contenziosi per differenze retributive con un’alta probabilità di soccombere in giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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