LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Trasferimento lavoratore: l’orario part-time resta

Un dipendente pubblico, trasferito a un nuovo ente, ha visto confermato il suo diritto a mantenere l’orario di lavoro part-time. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del nuovo datore di lavoro, stabilendo che il trasferimento del lavoratore configura una cessione di contratto. Pertanto, qualsiasi modifica dell’orario da part-time a tempo pieno richiede il consenso esplicito del dipendente, rendendo illegittima l’azione disciplinare intrapresa dall’ente per il suo rifiuto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Trasferimento lavoratore: il nuovo datore non può imporre il tempo pieno

Il trasferimento lavoratore da un ente a un altro è una situazione comune, specialmente nel settore pubblico. Ma cosa accade alle condizioni contrattuali, come l’orario di lavoro, in seguito a tale passaggio? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: il nuovo datore di lavoro non può modificare unilateralmente il contratto da part-time a tempo pieno. Il consenso del dipendente resta un requisito imprescindibile.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato riguarda un dipendente di un ente pubblico territoriale il cui rapporto di lavoro, originariamente a tempo pieno e indeterminato, era stato trasformato in part-time. Successivamente, a seguito di una riorganizzazione normativa, il lavoratore è stato trasferito a un nuovo ente pubblico.

Il nuovo datore di lavoro ha preteso che il dipendente sottoscrivesse un nuovo contratto che prevedeva il ritorno a un impiego a tempo pieno. Al rifiuto del lavoratore, l’ente ha avviato un procedimento disciplinare, comminando una sanzione pecuniaria. Il dipendente ha impugnato la sanzione, ottenendo ragione sia in primo grado che in appello. I giudici di merito hanno ritenuto illegittima la sanzione, sostenendo che il lavoratore avesse pieno diritto a conservare il suo regime orario part-time, poiché il trasferimento si configura come una cessione di contratto che ne preserva le condizioni originarie.

L’analisi della Cassazione sul trasferimento lavoratore

L’ente pubblico ha portato la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, l’errata applicazione delle norme sulla cessione del contratto e il disconoscimento del proprio potere regolamentare in materia di orario di lavoro. Secondo l’ente, il passaggio del personale avrebbe dovuto assoggettare il lavoratore alle nuove regole interne, che prevedevano procedure specifiche per la concessione del part-time.

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, consolidando un principio di fondamentale importanza per la tutela dei diritti dei lavoratori. I giudici hanno chiarito che la disciplina di riferimento è quella contenuta nel D.Lgs. 81/2015 (Jobs Act), che regola il lavoro a tempo parziale.

Il Principio del Consenso

Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’art. 8 del D.Lgs. 81/2015. Questa norma stabilisce che:
1. Il rifiuto del lavoratore di trasformare il proprio rapporto da tempo pieno a tempo parziale (o viceversa) non costituisce un giustificato motivo di licenziamento né può fondare una sanzione disciplinare.
2. La trasformazione dell’orario richiede un accordo scritto tra le parti.

La Corte, richiamando una propria precedente giurisprudenza (Cass. n. 10142/2018), ha esteso questo principio anche all’ipotesi inversa, ovvero dal part-time al full-time. Qualsiasi variazione in aumento del monte ore pattuito non può avvenire per decisione unilaterale del datore di lavoro, ma necessita del consenso del lavoratore.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha smontato le argomentazioni dell’ente ricorrente, sottolineando che anche la normativa speciale regionale, che disciplinava il passaggio del personale, confermava questo principio. Le leggi regionali prevedevano espressamente che il personale trasferito conservasse il trattamento in godimento al momento del trasferimento.

Di conseguenza, la cessione del contratto, avvenuta per legge, ha riguardato il rapporto di lavoro così come era costituito, includendo l’obbligo di rispettare l’orario a tempo parziale precedentemente pattuito. La pretesa dell’ente di modificare unilateralmente il contratto è stata quindi giudicata priva di fondamento. Il datore di lavoro non può imporre un ritorno al tempo pieno, né sanzionare il lavoratore che si rifiuta di accettare tale modifica. Il trasferimento del lavoratore non azzera i diritti acquisiti.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma con forza il principio consensualistico nella modifica degli elementi essenziali del contratto di lavoro, come l’orario. Il trasferimento lavoratore, sia nel settore privato (ex art. 2112 c.c.) che in quello pubblico, non conferisce al nuovo datore di lavoro il potere di alterare unilateralmente le condizioni contrattuali preesistenti. Il diritto a mantenere un regime part-time, una volta concordato, è tutelato e non può essere compresso da decisioni unilaterali del datore, neanche a seguito di un passaggio di personale tra enti diversi. La stabilità delle condizioni contrattuali viene così garantita, proteggendo il lavoratore da imposizioni che potrebbero alterare significativamente l’equilibrio tra vita professionale e privata.

In caso di trasferimento di un lavoratore, il nuovo datore di lavoro può modificare unilateralmente l’orario da part-time a tempo pieno?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la trasformazione del rapporto da tempo parziale a tempo pieno richiede sempre un accordo scritto tra le parti. Il nuovo datore di lavoro eredita il contratto con le condizioni esistenti e non può modificarle senza il consenso del lavoratore.

Il rifiuto del lavoratore di passare da part-time a tempo pieno può giustificare una sanzione disciplinare?
No, la legge (in particolare il D.Lgs. n. 81/2015) prevede che il rifiuto del lavoratore di modificare l’orario di lavoro non costituisce un giustificato motivo di licenziamento e, di conseguenza, neanche di sanzioni disciplinari conservative come la multa.

Cosa succede al contratto di lavoro durante un trasferimento di personale tra enti pubblici per legge?
Il rapporto di lavoro prosegue con il nuovo ente senza soluzione di continuità, configurandosi come una cessione di contratto. Ciò significa che il lavoratore ha diritto a mantenere tutte le condizioni contrattuali e il trattamento economico e normativo in godimento al momento del trasferimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati