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Trasferimento d’azienda: quale data per i diritti?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16820/2025, ha stabilito un principio cruciale in materia di trasferimento d’azienda disciplinato da legge. Il caso riguardava dipendenti transitati da un consorzio a una nuova società, con quest’ultima che intendeva ‘congelare’ il trattamento economico a una data precedente al trasferimento effettivo. La Corte ha rigettato il ricorso della società, chiarendo che, in assenza di una norma esplicita che disponga diversamente, i diritti dei lavoratori (retribuzione e inquadramento) devono essere valutati al momento dell’effettiva ‘presa in carico’ e non a una data anteriore usata solo per identificare il personale avente diritto.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Trasferimento d’azienda: la data che conta per i diritti dei lavoratori

Nel contesto di un trasferimento d’azienda, la tutela dei diritti dei lavoratori è un aspetto fondamentale. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha offerto un chiarimento decisivo su quale sia il momento temporale corretto per determinare il trattamento economico e contrattuale dei dipendenti coinvolti. La questione centrale era se i diritti dovessero essere ‘congelati’ a una data antecedente, usata dalla legge per identificare il personale, o se dovessero riflettere la situazione al momento dell’effettivo passaggio.

I Fatti di Causa: Il Passaggio dei Lavoratori e il Conflitto sulla Data

La vicenda trae origine dal passaggio di alcuni dipendenti di un Consorzio Agrario, posto in liquidazione, alle dipendenze di una nuova società per azioni, in attuazione di una serie di leggi regionali siciliane. I lavoratori, una volta assunti dalla nuova società, si sono visti applicare un inquadramento contrattuale e una retribuzione basati sulla loro situazione al 31 dicembre 2009. La società datrice di lavoro, infatti, interpretava la normativa regionale nel senso che tale data, indicata dalla legge per individuare il personale da trasferire, dovesse essere anche il riferimento per ‘cristallizzare’ i diritti acquisiti.

I lavoratori, al contrario, sostenevano che il riferimento corretto fosse la data del loro effettivo trasferimento, avvenuto il 1° giugno 2012. In questo lasso di tempo, avevano maturato avanzamenti di carriera e miglioramenti retributivi che la società non intendeva riconoscere. Mentre il Tribunale di primo grado aveva dato ragione alla società, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, accogliendo le richieste dei dipendenti. La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte sul trasferimento d’azienda

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso presentato dalla società, confermando la sentenza della Corte d’Appello e dando piena ragione ai lavoratori. Gli Ermellini hanno stabilito che, in assenza di un’esplicita previsione normativa contraria, la data da considerare per determinare il trattamento giuridico ed economico da mantenere è quella dell’effettivo trasferimento del rapporto di lavoro, e non una data precedente utilizzata solo a fini identificativi.

Le Motivazioni: L’Interpretazione Letterale e Sistematica della Norma

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su un’analisi attenta della normativa regionale applicabile. Le motivazioni principali possono essere così sintetizzate:

1. Funzione della data indicata dalla legge: La data del 31 dicembre 2009, secondo la Corte, aveva l’unica funzione di definire l’ambito soggettivo di applicazione della legge, ovvero di identificare con certezza la platea dei lavoratori che avevano diritto al passaggio. Non aveva, invece, lo scopo di ‘congelare’ la loro posizione professionale a quel momento.

2. Interpretazione letterale: Il testo di legge utilizzava il tempo futuro (‘cesseranno dal medesimo servizio’), indicando chiaramente che l’operazione di trasferimento sarebbe avvenuta in un momento successivo alla fine del 2009. Questo dettaglio linguistico, per la Corte, è stato decisivo per escludere un effetto retroattivo di congelamento dei diritti.

3. Principio di irriducibilità della retribuzione: In mancanza di una norma che esplicitamente deroghi ai principi generali, si applica il cosiddetto ‘rinvio mobile’. Ciò significa che il trattamento goduto dal lavoratore al momento del trasferimento deve essere confrontato con quello nuovo, per garantire il mantenimento dei diritti acquisiti, in piena aderenza al principio di irriducibilità della retribuzione.

La Corte ha inoltre respinto gli altri motivi di ricorso, specificando che il rapporto tra la società e la Regione Siciliana per l’eventuale copertura finanziaria dell’operazione è una questione distinta e non può incidere sugli obblighi che la società, in qualità di datore di lavoro, ha nei confronti dei propri dipendenti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza un principio di garanzia fondamentale per i lavoratori coinvolti in operazioni di trasferimento d’azienda o passaggi di personale regolati per legge. La decisione chiarisce che, salvo espressa e inequivocabile disposizione contraria, il momento che conta è quello della ‘presa in carico’ da parte del nuovo datore di lavoro. I diritti maturati fino a quel momento, inclusi scatti di anzianità, promozioni e aumenti, devono essere salvaguardati. La sentenza costituisce un importante precedente per tutti i casi in cui una norma fissa una data per identificare i beneficiari di una misura, senza specificare se tale data abbia anche un effetto di cristallizzazione dei diritti.

Qual è la data di riferimento per determinare il trattamento economico e giuridico dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda disciplinato da una legge specifica?
Secondo la Corte di Cassazione, la data di riferimento è quella dell’effettivo trasferimento del rapporto di lavoro (la cosiddetta ‘presa in carico’), a meno che la legge non preveda espressamente e in modo inequivocabile di ‘congelare’ i diritti a una data anteriore.

Perché la Corte ha ritenuto che la data del 31 dicembre 2009 non fosse quella corretta per ‘cristallizzare’ i diritti?
La Corte ha stabilito che quella data aveva il solo scopo di identificare la platea dei lavoratori aventi diritto al trasferimento. L’uso del tempo futuro nella norma e l’assenza di una clausola di ‘congelamento’ hanno portato a concludere che il legislatore non intendesse bloccare l’evoluzione della carriera e della retribuzione dei lavoratori a quel momento.

La società datrice di lavoro può rifiutarsi di riconoscere i diritti maturati dai lavoratori se l’ente pubblico che ha disposto il trasferimento non le fornisce la copertura finanziaria?
No. L’ordinanza chiarisce che l’obbligo del datore di lavoro di assicurare il corretto trattamento giuridico ed economico ai propri dipendenti è distinto e indipendente dai rapporti finanziari che intercorrono tra la società e l’ente pubblico. Il rapporto di lavoro e quello di eventuale garanzia finanziaria operano su piani diversi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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