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TFR personale non dirigente: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1072/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di calcolo del TFR personale non dirigente per i dipendenti di enti pubblici economici (ex I.C.E.) assunti prima del 31 dicembre 1995. Contrariamente a quanto deciso nei primi due gradi di giudizio, la Suprema Corte ha chiarito che a tale personale si applica il regime del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) previsto dal codice civile e non l’indennità di buonuscita del settore pubblico. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio, poiché aveva erroneamente negato l’inclusione di alcune voci retributive nel calcolo della liquidazione, senza operare la necessaria distinzione tra personale dirigente e non dirigente.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

TFR Personale Non Dirigente: La Cassazione Fa Chiarezza sul Calcolo per gli Enti Pubblici

L’ordinanza n. 1072/2024 della Corte di Cassazione affronta una questione cruciale per molti lavoratori di enti pubblici economici: la corretta determinazione della base di calcolo del TFR personale non dirigente. La Suprema Corte ha stabilito che per i dipendenti di un noto ente per la promozione all’estero, assunti prima del 31 dicembre 1995, il regime applicabile è quello privatistico del TFR (art. 2120 c.c.) e non quello pubblicistico dell’indennità di buonuscita. Questa decisione ribalta le sentenze dei gradi inferiori e apre la strada al ricalcolo delle liquidazioni.

Il Contesto del Caso: TFR o Buonuscita?

La vicenda ha origine dal ricorso di alcuni lavoratori di un ente pubblico economico (già I.C.E.), i quali chiedevano di includere nella base di calcolo del loro TFR, per il periodo 1990-2004, una serie di voci retributive percepite (come retribuzione di risultato, maggiorazioni per turni e premi di produzione). La loro richiesta era stata respinta sia in primo grado che in appello.

I giudici di merito avevano infatti ritenuto che a tali rapporti di lavoro non si applicasse la disciplina del TFR, ma quella dell’indennità di buonuscita prevista per i dipendenti pubblici. Di conseguenza, le voci retributive rivendicate, considerate di natura non stipendiale, erano state escluse dal computo.

La Distinzione Cruciale sul TFR Personale Non Dirigente

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dei lavoratori, ha operato una distinzione fondamentale che i giudici di merito avevano ignorato: quella tra personale con qualifica dirigenziale e personale non dirigente.

La Posizione dei Dirigenti

Per i dirigenti dello stesso ente, la Cassazione aveva già chiarito in precedenza (con la sentenza n. 26598/2020) che, in assenza di una specifica disciplina contrattuale collettiva sul TFR, continua ad applicarsi la normativa sull’indennità di buonuscita (L. n. 70 del 1975).

La Posizione del Personale Non Dirigente

Per il personale non dirigente, invece, la situazione è opposta. La Suprema Corte, richiamando un altro suo precedente (sentenza n. 13914/2021), ha affermato che a questa categoria di dipendenti, già in servizio al 31 dicembre 1995, si applica il regime del TFR. Questo diritto, riconosciuto dalla L. n. 106 del 1989, è stato confermato anche dalla successiva contrattazione collettiva (CCNL Enti Pubblici non Economici 1998-2001).

Le Motivazioni della Suprema Corte

Il cuore delle motivazioni della Cassazione risiede nell’errore commesso dalla Corte d’Appello, la quale ha accomunato le posizioni di dirigenti e non dirigenti, applicando a tutti indistintamente il regime della buonuscita. Questo approccio è stato giudicato errato perché non tiene conto della diversa evoluzione normativa e contrattuale che ha interessato le due categorie di personale.

La Corte ha ribadito che il regime del TFR personale non dirigente era già stato consolidato per legge e dalla contrattazione collettiva per i lavoratori in questione. Pertanto, negare l’applicabilità dell’art. 2120 c.c. e delle sue regole di calcolo onnicomprensive ha costituito una violazione di legge. La decisione di merito, fondandosi su un presupposto giuridico errato (l’applicazione della buonuscita), è stata logicamente invalidata nella sua interezza, compreso il capo relativo alla non computabilità delle voci retributive accessorie.

Conclusioni: L’Impatto della Decisione

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Roma, in diversa composizione. Il giudice del rinvio avrà un duplice compito: primo, accertare formalmente che i ricorrenti appartengano al personale non dirigente; secondo, procedere a un nuovo esame della domanda, valutando quali delle voci retributive rivendicate debbano essere incluse nella base di calcolo del TFR secondo le regole del codice civile.

Questa ordinanza rappresenta un punto fermo di notevole importanza, poiché tutela i diritti quesiti dei lavoratori degli enti pubblici economici transitati nel regime privatistico, garantendo loro l’applicazione del più favorevole regime del TFR e il diritto a una liquidazione calcolata su tutte le componenti fisse e continuative della retribuzione.

Ai dipendenti non dirigenti di un ente pubblico economico, assunti prima del 31/12/1995, si applica il TFR o l’indennità di buonuscita?
Secondo la Corte di Cassazione, a questa categoria di lavoratori si applica il regime del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), tipico del settore privato, e non quello dell’indennità di buonuscita.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello?
Perché la Corte d’Appello ha erroneamente applicato al personale non dirigente le regole previste per l’indennità di buonuscita, senza distinguere la loro posizione da quella dei dirigenti, per i quali invece tale regime è corretto.

Qual è la conseguenza pratica della decisione della Cassazione per i lavoratori?
La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà ricalcolare il TFR dei lavoratori includendo le voci retributive contestate (come premi e maggiorazioni), previa verifica formale della loro qualifica di personale non dirigente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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