Termini di Difesa: la Cassazione Rinvia un Caso per Garantire il Diritto delle Parti
Nel complesso mondo della giustizia, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma pilastri fondamentali a garanzia di un processo equo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, decidendo di posticipare un’udienza a causa del mancato rispetto dei termini di difesa. Questo provvedimento interlocutorio, pur non decidendo il merito della controversia, offre un’importante lezione sul valore del contraddittorio e sul diritto di ogni parte di essere messa nelle condizioni di difendersi adeguatamente.
Il Contesto del Ricorso
La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un’agenzia di riscossione contro una sentenza del Tribunale di Milano, che aveva dato ragione a una cittadina in una causa di opposizione all’esecuzione. Il caso era giunto dinanzi alla Suprema Corte per la decisione finale, con un’udienza fissata in adunanza camerale per il 19 dicembre 2024.
La Decisione della Corte e il Rispetto dei Termini di Difesa
Il cuore della decisione della Cassazione non riguarda la questione fiscale o esecutiva, ma un aspetto puramente procedurale. I giudici hanno constatato che la comunicazione con cui veniva fissata la data dell’udienza era stata notificata alle parti il 24 ottobre 2024. Questo intervallo di tempo non era sufficiente a rispettare pienamente il termine previsto dall’articolo 380-bis.1 del codice di procedura civile.
Questa norma è cruciale perché stabilisce il tempo minimo che deve intercorrere prima dell’udienza per consentire alle parti e ai loro avvocati di preparare e depositare memorie difensive o conclusioni scritte. Il mancato rispetto di questo lasso temporale, anche per poco, compromette la piena esplicazione delle facoltà difensive.
Di fronte a questa irregolarità, la Corte ha agito a tutela del diritto di difesa e del corretto svolgimento del processo, disponendo il “rinvio a nuovo ruolo” della causa. In altre parole, il caso è stato tolto dal calendario e verrà riprogrammato per una data futura, garantendo così che i termini procedurali siano pienamente rispettati.
Le Motivazioni
La motivazione alla base di questa ordinanza è cristallina: la garanzia del diritto di difesa è un principio cardine del nostro ordinamento. I termini procedurali, come quello per il deposito di memorie prima di un’udienza, non sono semplici scadenze burocratiche, ma strumenti essenziali per assicurare che ciascuna parte possa illustrare compiutamente le proprie ragioni. La Corte, rilevando che il termine non era stato osservato “nella sua interezza”, ha implicitamente affermato che una difesa piena non può essere sacrificata sull’altare della celerità. Anche se non tutte le parti avevano depositato memorie, il solo fatto che non ne avessero avuto la piena possibilità ha costituito un vizio sufficiente a giustificare il rinvio.
Le Conclusioni
L’ordinanza della Corte di Cassazione, sebbene di natura interlocutoria, invia un messaggio inequivocabile: le regole procedurali poste a tutela del contraddittorio e del diritto di difesa sono inviolabili. Un processo non è giusto solo perché giunge a una conclusione, ma perché il percorso per arrivarci rispetta le garanzie fondamentali di tutte le parti coinvolte. Questo rinvio dimostra che la Suprema Corte pone la correttezza del procedimento al di sopra di ogni altra esigenza, assicurando che nessuna decisione venga presa senza che le parti abbiano avuto la concreta e piena opportunità di far sentire la propria voce.
Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la trattazione del ricorso?
La Corte ha rinviato il ricorso perché non è stato rispettato il termine procedurale, fissato dall’art. 380-bis.1 del codice di procedura civile, tra la comunicazione della data dell’udienza e l’udienza stessa. Questo termine è essenziale per garantire il pieno esercizio del diritto di difesa delle parti.
Qual è la norma specifica che non è stata rispettata?
La norma di riferimento è l’articolo 380-bis.1 del codice di procedura civile, che disciplina il procedimento in camera di consiglio davanti alla Corte di Cassazione e stabilisce i termini per il deposito di memorie difensive.
Qual è la conseguenza pratica di questa ordinanza?
La conseguenza pratica è che il caso non è stato deciso nel merito. La trattazione è stata posticipata a una nuova data (rinvio a nuovo ruolo), che verrà fissata in futuro nel pieno rispetto di tutti i termini procedurali.
Testo del provvedimento
Ordinanza interlocutoria di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 43 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 3 Num. 43 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data pubblicazione: 02/01/2025
ORDINANZA INTERLOCUTORIA
sul ricorso 8322-2023 proposto da:
AGENZIA DELLE ENTRATE E RISCOSSIONE-ADER, in persona del Direttore Generale ‘ pro tempore ‘ , domiciliata in Roma, INDIRIZZO presso l’Avvocatura Generale dello Stato, che la rappresenta e difende;
– ricorrente –
contro
COGNOME, domiciliata presso l’indirizzo di posta elettronica del proprio difensore come in atti , rappresentata e difesa dall’ Avvocato NOME COGNOME
– controricorrente –
Avverso la sentenza n. 7654/2022 del Tribunale di Milano, depositata in data 04/10/2022;
Oggetto
OPPOSIZIONE ESECUZIONE
Rinvio a nuovo ruolo
R.G.N. 8322/2022
COGNOME
Rep.
Ud. 19/12/2024
Adunanza camerale
udita la relazione della causa svolta nell ‘adunanza camerale del 19/12/2024 dal Consigliere Dott. NOME COGNOME
CONSIDERATO CHE
-la comunicazione dell’avviso di fissazione dell’odierna adunanza camerale è stata eseguita in data 24 ottobre 2024 e, dunque, non risulta osservato nella sua interezza il termine fissato dall’art. 380 -bis .1 cod. proc. civ., volto a garantire la piena esplicazione delle facoltà difensive nel procedimento in camera di consiglio;
non tutte le parti hanno depositato memorie difensive e/o conclusioni scritte;
-all’esito della camera di consiglio del 19 dicembre 2024, il Collegio si è riservato il deposito dell’ordinanza nei successivi sessanta giorni, a norma dell’art. 380 -bis .1, comma 2, cod. proc. civ.;
p. q. m.
La Corte rinvia la trattazione del ricorso a nuovo ruolo. Così deciso in Roma, all’esito dell’adunanza camerale della