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Termine appello incidentale: il calcolo dei 20 giorni

La Corte di Cassazione chiarisce le modalità di calcolo del termine per l’appello incidentale. Un ricorso depositato anche un solo giorno oltre la scadenza dei venti giorni prima dell’udienza è inammissibile. La Corte ha accolto il ricorso di un avvocato, cassando la sentenza d’appello che aveva erroneamente ritenuto tempestivo l’appello incidentale di un’altra parte, e ha ribadito che nel calcolo a ritroso il giorno dell’udienza non si conta, mentre si conta l’ultimo giorno utile per il deposito.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Termine Appello Incidentale: la Cassazione fa chiarezza sul calcolo dei 20 giorni

Nel processo civile, il rispetto dei termini è un pilastro fondamentale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza questo principio, soffermandosi sul corretto calcolo del termine per l’appello incidentale. La decisione analizza come contare i venti giorni a ritroso dall’udienza e quali sono le conseguenze fatali di un deposito effettuato anche solo un giorno dopo la scadenza. Una lezione cruciale per ogni operatore del diritto.

I Fatti di Causa: una catena di responsabilità professionali

La vicenda nasce da una richiesta di risarcimento danni avanzata da una cliente nei confronti di un professionista e di un avvocato. La cliente lamentava che i due non avessero appellato due sentenze tributarie a lei sfavorevoli. I professionisti convenuti si difendevano e chiamavano in causa il legale che aveva seguito la fase di primo grado del giudizio tributario, chiedendo di essere tenuti indenni in caso di condanna.

Il Tribunale rigettava la domanda della cliente. Quest’ultima proponeva appello. Nel giudizio di secondo grado, il legale originario si costituiva e proponeva a sua volta un appello incidentale per contestare la compensazione delle spese disposta in primo grado.

La Corte d’Appello accoglieva proprio quest’ultimo appello incidentale, condannando il professionista e l’avvocato al pagamento delle spese legali del primo grado. Contro questa decisione, i due professionisti soccombenti ricorrevano in Cassazione, lamentando proprio la tardività, e quindi l’inammissibilità, dell’appello incidentale avversario.

La Questione del Termine per l’Appello Incidentale

Il cuore della questione sottoposta alla Suprema Corte riguardava l’interpretazione degli articoli 343 e 166 del codice di procedura civile. L’art. 343 stabilisce che l’appello incidentale deve essere proposto, a pena di decadenza, nella comparsa di risposta, al momento della costituzione in giudizio. L’art. 166, a sua volta, fissa il termine per la costituzione del convenuto ad “almeno venti giorni prima dell’udienza di comparizione fissata nell’atto di citazione”.

Il punto cruciale era: come si calcolano questi venti giorni “a ritroso”? La Corte di Cassazione ha offerto una spiegazione chiara e in linea con il suo orientamento consolidato.

Il Calcolo del Termine a Ritroso

La Corte ha specificato che, trattandosi di un termine che decorre a ritroso:
1. Il dies a quo (il giorno da cui si parte a contare all’indietro, cioè la data dell’udienza) non deve essere calcolato.
2. Il dies ad quem (il giorno finale del computo, cioè l’ultimo giorno utile per il deposito) deve invece essere calcolato.

Nel caso specifico:
* Data dell’udienza fissata nell’atto di appello: 7 luglio 2021.
* Partendo dal giorno prima (6 luglio) e contando 20 giorni all’indietro, l’ultimo giorno utile per il deposito era il 17 giugno 2021.

L’appellante incidentale, invece, aveva depositato la sua comparsa di risposta contenente l’appello il 18 giugno 2021, un giorno oltre la scadenza.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha ritenuto fondato il motivo di ricorso. Ha osservato che la Corte d’Appello aveva errato nel non rilevare l’inammissibilità dell’appello incidentale. Sulla base del calcolo corretto, il deposito era palesemente tardivo. La Suprema Corte ha richiamato la propria giurisprudenza pacifica sul punto, sottolineando che il termine per la proposizione dell’appello incidentale va calcolato assumendo come riferimento la data dell’udienza indicata nell’atto di citazione originario, e non eventuali rinvii d’ufficio di breve durata.

Di conseguenza, la Cassazione ha cassato la sentenza impugnata. Poiché non erano necessari ulteriori accertamenti di fatto, ha deciso la causa nel merito, dichiarando direttamente l’inammissibilità dell’appello incidentale proposto in secondo grado. È interessante notare come un altro ricorso, proposto parallelamente dall’altro professionista, sia stato invece dichiarato inammissibile per un vizio di forma della procura, a dimostrazione del rigore formale che permea il giudizio di legittimità.

Conclusioni: L’Importanza del Rispetto dei Termini Processuali

Questa ordinanza è un monito sull’importanza inderogabile del rispetto dei termini processuali. Un solo giorno di ritardo nel deposito di un atto può vanificare le ragioni di una parte e compromettere l’esito di un intero giudizio. La decisione ribadisce una regola di calcolo semplice ma ferrea: nel computo a ritroso, il giorno dell’udienza si esclude, ma l’ultimo giorno utile per il deposito si include. Una regola che avvocati e parti devono sempre tenere a mente per evitare decadenze fatali.

Come si calcola il termine di 20 giorni per l’appello incidentale?
Si calcola a ritroso partendo dalla data dell’udienza indicata nell’atto di citazione. Il giorno dell’udienza (dies a quo) non si conta, mentre si deve contare l’ultimo giorno utile per il deposito (dies ad quem). Ad esempio, per un’udienza fissata il 7 luglio, il termine scade il 17 giugno.

Cosa succede se l’appello incidentale viene depositato un giorno dopo la scadenza?
L’appello incidentale depositato anche solo un giorno dopo la scadenza del termine di venti giorni prima dell’udienza è dichiarato inammissibile. Ciò significa che il giudice non potrà esaminarne il contenuto nel merito.

Quali sono le conseguenze per chi propone un ricorso in Cassazione che viene dichiarato inammissibile?
La parte il cui ricorso è dichiarato inammissibile è tenuta al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello già versato per l’iscrizione a ruolo del ricorso. Questa sanzione è comunemente nota come “raddoppio del contributo unificato”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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