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Targa non propria: quando la multa è illegittima

Una società di trasporti è stata multata per circolazione con targa non propria perché un suo veicolo, ancora iscritto al PRA italiano, circolava con targa polacca. La Corte di Cassazione ha annullato la multa, chiarendo che la violazione di ‘targa non propria’ si configura solo se la targa è contraffatta o appartiene a un altro veicolo. La targa polacca, essendo stata regolarmente rilasciata per quel mezzo dalle autorità competenti, era legittima. L’omessa cancellazione dal PRA per esportazione costituisce un’infrazione diversa e separata.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Circolazione con Targa Straniera: Non Sempre è una Violazione per “Targa Non Propria”

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4811 del 2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sulla nozione di targa non propria, distinguendola nettamente dalla diversa infrazione di omessa radiazione dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA) per definitiva esportazione. Questa decisione ha importanti implicazioni per le aziende di trasporto che operano a livello internazionale e che possono trovarsi a gestire veicoli con immatricolazioni in diversi Paesi.

I Fatti di Causa: Un Veicolo con Doppia Immatricolazione

Il caso ha origine da un verbale di accertamento elevato dalla Polizia Stradale a una società di trasporti italiana. Un complesso veicolare di sua proprietà, composto da motrice e rimorchio, risultava regolarmente iscritto al PRA italiano e intestato alla società. Tuttavia, al momento del controllo, il veicolo circolava con una targa polacca, intestata a una consociata polacca della stessa azienda, a seguito di un contratto di noleggio temporaneo.

L’autorità accertatrice ha contestato la violazione dell’articolo 100, comma 12, del Codice della Strada, che sanziona chiunque circoli con un veicolo munito di targa non propria o contraffatta. La logica della contestazione si basava sul fatto che, essendo il veicolo ancora registrato in Italia, l’unica targa ‘propria’ fosse quella italiana.

La Decisione nei Primi Gradi di Giudizio

Sia il Giudice di Pace che il Tribunale, in grado di appello, hanno confermato la validità della sanzione. Secondo i giudici di merito, la permanenza dell’iscrizione al PRA italiano rendeva la targa polacca, di fatto, una targa ‘non propria’. La violazione era da considerarsi consumata poiché, non essendo mai intervenuta la radiazione delle targhe originarie, il veicolo circolava con targhe diverse da quelle ufficialmente assegnate secondo la legge italiana.

La Distinzione Chiave della Cassazione sulla Targa non Propria

La società ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo un’errata applicazione della norma. L’unico motivo di ricorso si è concentrato sulla corretta interpretazione di ‘targa non propria’.

La difesa ha evidenziato che le targhe polacche non erano né contraffatte né appartenenti a un altro veicolo. Al contrario, erano state regolarmente rilasciate dalle competenti autorità polacche proprio per quel specifico complesso veicolare. La vera mancanza della società, secondo la difesa, era l’omessa comunicazione al PRA della definitiva esportazione del mezzo, una violazione distinta e sanzionata da un’altra norma, l’articolo 103 del Codice della Strada.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e annullando il verbale di contestazione. I giudici supremi hanno chiarito in modo inequivocabile il perimetro applicativo dell’art. 100, comma 12. La formula ‘munito di targa non propria o contraffatta’ deve essere interpretata nel senso che la violazione sussiste solo in due casi: la targa è materialmente falsa (contraffatta) oppure appartiene a un altro veicolo.

Nel caso di specie, l’autocarro era munito di targhe che, sebbene polacche, erano state legalmente e regolarmente rilasciate proprio per identificarlo. Pertanto, non si poteva parlare di ‘targa non propria’.

La Corte ha specificato che la mancata radiazione dal PRA italiano, pur costituendo un’infrazione (prevista dall’art. 103), è una condotta omissiva con una sua sanzione autonoma. Questo inadempimento amministrativo non può, di per sé, trasformare l’uso di una targa nuova e legittima in una violazione di circolazione con targa non propria. In altre parole, l’esistenza di una vecchia registrazione non rende ‘impropria’ una nuova registrazione valida effettuata all’estero.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio di diritto cruciale: la violazione per circolazione con targa non propria non è configurabile quando un veicolo, pur ancora registrato in Italia, circola con una targa straniera regolarmente emessa per quello stesso veicolo da un’autorità estera. L’eventuale omissione della procedura di radiazione per esportazione dal PRA è un illecito amministrativo diverso, che non può essere confuso con il primo. Questa decisione offre maggiore certezza giuridica alle imprese che gestiscono flotte di veicoli a livello europeo, distinguendo nettamente tra inadempimenti burocratici e le più gravi violazioni relative all’identificazione del veicolo.

Circolare in Italia con una targa straniera legittimamente rilasciata per quel veicolo costituisce la violazione di ‘circolazione con targa non propria’?
No. Secondo la Corte di Cassazione, questa violazione si configura solo se la targa è contraffatta o appartiene a un veicolo diverso. Una targa straniera, se regolarmente rilasciata per quel mezzo specifico, è da considerarsi ‘propria’.

Qual è la conseguenza se non si comunica al P.R.A. la definitiva esportazione di un veicolo?
Si commette una violazione amministrativa specifica, sanzionata dall’art. 103 del Codice della Strada. Si tratta di un’infrazione autonoma e distinta da quella prevista per la circolazione con targa non propria.

Perché la mancata cancellazione dal P.R.A. non rende la nuova targa straniera ‘non propria’?
Perché la mancata cancellazione è un’omissione amministrativa che non altera la legittimità della nuova immatricolazione estera. La violazione dell’art. 100, comma 12, riguarda l’identificazione del veicolo; se la targa estera identifica correttamente quel veicolo secondo le leggi del paese che l’ha emessa, non può essere considerata ‘non propria’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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