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Superminimo assorbibile: quando non è legittimo?

La Corte di Cassazione ha stabilito che un’azienda non può assorbire l’aumento di stipendio derivante da un passaggio di livello automatico, previsto dal CCNL per anzianità di servizio, nel superminimo assorbibile. La clausola contrattuale che prevedeva l’assorbimento era applicabile solo a futuri aumenti dei minimi tabellari introdotti da nuove leggi o contratti, e non a progressioni di carriera già previste. La Corte ha quindi rigettato il ricorso dell’azienda, confermando la decisione dei giudici di merito a favore della lavoratrice.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Superminimo Assorbibile: Non Vale per gli Scatti di Livello Automatici

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale riguardo il superminimo assorbibile, stabilendo che non può essere utilizzato per neutralizzare gli aumenti di stipendio derivanti da una progressione di carriera automatica prevista dal CCNL. Questa decisione rafforza la tutela del lavoratore e definisce i confini di applicabilità delle clausole di assorbimento.

Il Caso: Aumento di Livello e Assorbimento Contestato

Una lavoratrice di una grande società di logistica aveva ricevuto, al momento dell’assunzione, un importo aggiuntivo in busta paga a titolo di ‘superminimo assorbibile’. Il contratto prevedeva che tale importo sarebbe stato assorbito da ‘ogni eventuale futuro aumento dei minimi contrattuali, introdotto da disposizioni di legge o dal CCNL’.

Dopo 18 mesi di servizio, come previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato, la dipendente è passata automaticamente a un livello di inquadramento superiore. L’azienda ha considerato l’aumento di stipendio derivante da questa promozione come un ‘futuro aumento’ e lo ha di fatto annullato assorbendolo nel superminimo precedentemente concesso.

La lavoratrice ha contestato questa operazione, sostenendo di aver diritto sia al mantenimento del superminimo sia al pieno aumento derivante dal passaggio di livello. Sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello le hanno dato ragione.

La specificità del superminimo assorbibile

I giudici di merito hanno evidenziato che l’aumento retributivo non era un generico incremento dei minimi tabellari, ma la conseguenza diretta di una progressione di carriera legata all’anzianità di servizio e alle mansioni svolte. Il pagamento ‘una tantum’ effettuato dall’azienda per regolarizzare la posizione non era altro che il versamento delle differenze retributive già maturate dalla lavoratrice per effetto del passaggio di livello, e non un aumento discrezionale che potesse essere assorbito.

L’interpretazione della Cassazione sulla clausola

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’azienda, confermando l’interpretazione dei giudici precedenti. Il punto centrale della decisione risiede nell’analisi letterale della clausola contrattuale. La Corte ha operato una distinzione fondamentale:
1. Aumenti dei minimi tabellari: Sono gli adeguamenti generali della paga base, introdotti da rinnovi del CCNL o da disposizioni di legge, che si applicano a tutti i lavoratori di un certo livello. Questi, secondo la clausola, potevano essere assorbiti.
2. Progressione economica per passaggio di livello: È un aumento legato alla crescita professionale e all’anzianità del singolo lavoratore, un meccanismo già previsto e regolato dal CCNL al momento dell’assunzione. Non è un ‘eventuale futuro aumento introdotto’ ex novo, ma l’attuazione di un diritto già esistente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha sottolineato che la clausola di assorbimento, per sua natura, deve essere interpretata restrittivamente. L’accordo tra le parti limitava l’assorbimento solo agli ‘aumenti dei minimi contrattuali introdotti’ da future disposizioni. Il passaggio di livello, essendo un automatismo già contemplato dal CCNL, non rientrava in questa categoria. Era, infatti, una dinamica salariale diversa, legata all’esercizio delle mansioni e all’anzianità di servizio, non un mero aumento dei minimi.

Inoltre, la Corte ha ribadito un principio generale: sebbene il superminimo sia generalmente assorbibile nei miglioramenti retributivi, le parti possono convenire diversamente. In questo caso, la specifica formulazione della clausola rappresentava proprio una deroga a tale principio generale, limitandone l’applicazione. L’interpretazione proposta dall’azienda avrebbe reso la specifica regolamentazione voluta dalle parti ‘pleonastica ed inutile’, violando il criterio di conservazione del contratto (art. 1367 c.c.), secondo cui le clausole devono essere interpretate nel senso in cui possano avere qualche effetto.

Conclusioni

Questa ordinanza è di grande importanza pratica. Essa stabilisce che le clausole sul superminimo assorbibile devono essere formulate con estrema precisione. Se un datore di lavoro intende assorbire anche gli aumenti derivanti da promozioni o scatti di anzianità, deve specificarlo chiaramente nel contratto individuale. In assenza di una previsione esplicita, un linguaggio generico che fa riferimento solo a futuri ‘aumenti dei minimi contrattuali’ non sarà sufficiente a legittimare l’assorbimento degli scatti di carriera, che dovranno quindi essere corrisposti per intero in aggiunta al superminimo.

Un datore di lavoro può sempre assorbire un aumento di stipendio nel superminimo?
No. L’assorbimento è possibile solo se previsto da un’apposita clausola contrattuale. La sentenza chiarisce che la validità e l’estensione dell’assorbimento dipendono dalla specifica formulazione di tale clausola.

L’aumento di stipendio dovuto a un passaggio di livello automatico può essere assorbito nel superminimo?
Secondo questa decisione, no, se la clausola contrattuale limita l’assorbimento ai soli ‘eventuali futuri aumenti dei minimi contrattuali introdotti da disposizioni di legge o dal CCNL’. Il passaggio di livello è una progressione di carriera già prevista, non un nuovo aumento dei minimi.

Cosa significa interpretare restrittivamente una clausola di assorbimento?
Significa che la clausola si applica solo ed esclusivamente ai casi esplicitamente menzionati. Se la clausola parla di ‘aumenti dei minimi tabellari’, non può essere estesa per analogia ad altre tipologie di aumenti, come quelli derivanti da promozioni o anzianità, a meno che non siano espressamente inclusi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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