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Superminimo assorbibile: quando non è assorbibile?

La Corte di Cassazione ha stabilito che un superminimo assorbibile non può essere assorbito da un aumento di stipendio derivante da un passaggio di livello automatico per anzianità, se il contratto individuale limita l’assorbimento solo agli aumenti introdotti da nuove leggi o contratti collettivi. La specifica volontà delle parti prevale sul principio generale di assorbimento.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Superminimo Assorbibile: La Cassazione Chiarisce i Limiti dell’Assorbimento

Il tema del superminimo assorbibile è una questione ricorrente nel diritto del lavoro, spesso fonte di contenzioso tra datori di lavoro e dipendenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’importante precisazione sui limiti di applicabilità del principio di assorbimento, sottolineando la centralità della volontà delle parti espressa nel contratto individuale. Analizziamo insieme questa decisione per capire quando un superminimo non può essere toccato.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un dipendente di una grande società di logistica a cui era stato riconosciuto un importo aggiuntivo in busta paga a titolo di superminimo. Successivamente, in base alle previsioni contrattuali, il lavoratore ha ottenuto un passaggio automatico al livello superiore dopo 18 mesi di anzianità, con conseguente aumento dello stipendio tabellare.

L’azienda, tuttavia, ha ritenuto di poter ‘assorbire’ il superminimo precedentemente concesso nell’aumento derivante dal passaggio di livello, di fatto neutralizzando il beneficio economico per il dipendente. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione al lavoratore, ritenendo l’assorbimento illegittimo. La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte e il Ruolo del superminimo assorbibile

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’azienda, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il punto cruciale della controversia non era il principio generale dell’assorbimento, che la giurisprudenza pacificamente riconosce, ma l’interpretazione della specifica clausola contenuta nel contratto di lavoro.

Secondo i giudici, il principio generale secondo cui il superminimo viene assorbito dai miglioramenti retributivi futuri può essere derogato. La volontà delle parti, espressa nel contratto, è sovrana. Se le parti decidono di limitare le ipotesi di assorbimento, tale accordo deve essere rispettato.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nell’analisi letterale della clausola contrattuale. L’accordo prevedeva che il superminimo fosse assorbibile solo in caso di ‘eventuale futuro aumento dei minimi tabellari introdotto da disposizione di legge o dal CCNL’.

La Corte ha operato una distinzione fondamentale:

1. Aumento da ‘introduzione’ di nuove norme: Si riferisce a modifiche normative o contrattuali che non esistevano al momento della firma del contratto, come un rinnovo del CCNL che stabilisce nuovi minimi salariali.
2. Aumento da progressione automatica: L’aumento di stipendio derivante dal passaggio di livello per anzianità non è frutto di una ‘nuova introduzione’, ma dell’applicazione di un meccanismo già previsto e regolamentato al momento della stipula del contratto. Non è un evento ‘eventuale’, ma un automatismo legato al trascorrere del tempo.

Di conseguenza, la Corte ha concluso che la volontà delle parti era quella di limitare l’assorbibilità del superminimo solo alla prima categoria di aumenti. Applicare l’assorbimento anche alla progressione per anzianità sarebbe andato contro l’interpretazione letterale della clausola. Inoltre, un’interpretazione diversa avrebbe reso la specifica pattuizione inutile, violando il principio di conservazione del contratto (art. 1367 c.c.), secondo cui le clausole devono essere interpretate in modo da avere un qualche effetto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: nel diritto del lavoro, la chiarezza e la specificità delle clausole contrattuali sono essenziali. Il principio generale dell’assorbimento del superminimo non è una regola assoluta, ma può essere (e spesso è) limitato dalla volontà delle parti. Per i datori di lavoro, ciò significa che, se si intende garantire l’assorbibilità del superminimo in ogni tipo di aumento futuro, la clausola contrattuale deve essere formulata in modo onnicomprensivo e non restrittivo. Per i lavoratori, questa decisione rappresenta un’importante tutela, confermando che gli accordi specifici presi in sede di assunzione devono essere rispettati e non possono essere vanificati da interpretazioni estensive del datore di lavoro.

Un ‘superminimo assorbibile’ può sempre essere assorbito da futuri aumenti di stipendio?
No, non sempre. L’assorbimento dipende dalla specifica volontà delle parti espressa nel contratto. Se il contratto limita l’assorbimento solo a determinate tipologie di aumenti (ad esempio, quelli derivanti da nuovi CCNL), questa limitazione prevale sul principio generale e l’assorbimento non può avvenire per altre cause.

L’aumento di stipendio dovuto a un passaggio di livello automatico per anzianità è considerato un aumento derivante da una ‘nuova disposizione’ di legge o CCNL?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un meccanismo di progressione automatica già previsto e regolamentato al momento della stipula del contratto non costituisce una ‘introduzione’ di nuove disposizioni. Pertanto, se una clausola di assorbibilità si riferisce solo a nuove disposizioni, non si applica a questo tipo di aumento.

Cosa prevale tra il principio generale di assorbimento del superminimo e una clausola contrattuale specifica che lo limita?
La clausola contrattuale specifica prevale sempre. La giurisprudenza, pur riconoscendo il principio generale di assorbimento, fa salva la diversa e specifica previsione delle parti o della contrattazione collettiva. La volontà negoziale espressa nel contratto è sovrana.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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