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Succursale estera: quando pagare i contributi in Italia

La Corte di Cassazione ha stabilito che la base operativa italiana di una compagnia aerea straniera, anche se limitata a una “crew room”, costituisce una succursale estera. Di conseguenza, i lavoratori lì impiegati, se privi di certificato E101, devono essere iscritti alla previdenza italiana. La Corte ha distinto il caso dei lavoratori con certificato E101, per i quali vige una presunzione di regolarità contributiva nel paese di origine, da quello dei lavoratori senza tale certificato. Per questi ultimi, la presenza di una sede stabile in Italia determina l’applicazione della legislazione previdenziale nazionale. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per le necessarie verifiche sui singoli lavoratori.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Succursale Estera e Contributi: La Cassazione Chiarisce gli Obblighi per le Compagnie Aeree

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, n. 32555 del 2024, affronta una questione cruciale per le aziende multinazionali che operano in Italia: quando una base operativa locale si qualifica come succursale estera, facendo scattare l’obbligo di versare i contributi previdenziali secondo la legge italiana? Il caso specifico riguarda una nota compagnia aerea e il suo personale di volo basato in un aeroporto italiano, ma la portata dei principi affermati è di grande interesse per tutte le imprese con una struttura transnazionale.

I Fatti di Causa: La Controversia tra l’Ente Previdenziale e la Compagnia Aerea

La vicenda ha origine da un avviso di addebito emesso dall’Ente Previdenziale Nazionale nei confronti di una compagnia aerea straniera. L’ente contestava il mancato pagamento dei contributi per 111 lavoratori, tra piloti e assistenti di volo, di stanza presso un aeroporto italiano in un periodo compreso tra il 2005 e il 2008.

La compagnia aerea si era opposta, sostenendo che il personale dovesse essere assicurato secondo la legislazione del proprio paese d’origine (Irlanda). A riprova di ciò, per alcuni lavoratori aveva prodotto i certificati E101, che attestavano il pagamento dei contributi nel paese di origine. Per gli altri, negava l’esistenza in Italia di una “succursale” o “rappresentanza permanente” che potesse giustificare l’applicazione della normativa italiana.

La Corte d’Appello aveva dato ragione alla compagnia, ritenendo che la cosiddetta “crew room” – un locale attrezzato con computer per il collegamento con la sede centrale – non potesse essere considerata una succursale.

La Decisione della Corte di Cassazione e il concetto di Succursale Estera

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione di secondo grado, sebbene solo in parte, operando una distinzione fondamentale tra i lavoratori.

Il Valore Vincolante del Certificato E101

Per i lavoratori coperti da certificazione E101, la Corte ha confermato quanto già stabilito nei gradi di merito. Richiamando la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ha ribadito che il certificato E101 ha un’efficacia vincolante. Esso crea una presunzione di regolarità dell’iscrizione del lavoratore alla previdenza dello Stato che lo ha emesso. Tale certificato non può essere disapplicato dal giudice nazionale, a meno che l’ente previdenziale locale non abbia attivato una specifica procedura di dialogo e richiesta di riesame con l’istituzione estera emittente, cosa che nel caso di specie non era avvenuta.

La Nozione di Succursale Estera per il Personale di Volo

La vera novità della pronuncia riguarda i lavoratori non coperti dal certificato E101. Per questi ultimi, la Corte ha affermato un principio decisivo: la “crew room” costituisce a tutti gli effetti una succursale estera o una rappresentanza permanente.

Contrariamente a quanto deciso dalla Corte d’Appello, la Cassazione, basandosi su una recente sentenza della CGUE (causa C-33/21), ha stabilito che un locale utilizzato per ricevere direttive, organizzare il lavoro e compilare report, costituisce una struttura sufficientemente stabile e organizzata per essere qualificata come succursale ai fini previdenziali.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la nozione di “succursale” ai sensi della normativa europea in materia di sicurezza sociale deve essere interpretata in senso ampio. Non è necessaria una struttura complessa o dotata di ampia autonomia gestionale. È sufficiente la presenza di un centro di attività stabile dal quale l’impresa esercita, anche solo in parte, la propria attività economica. La “crew room”, essendo il punto di riferimento organizzativo per il personale di volo basato in Italia, integra pienamente questa nozione.

Di conseguenza, la presenza di una tale struttura sul territorio italiano radica la competenza della legislazione previdenziale nazionale per i lavoratori che vi operano e che non sono protetti dalla certificazione E101.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello in diversa composizione. Il giudice del rinvio avrà il compito di effettuare due accertamenti cruciali: primo, verificare puntualmente quali lavoratori fossero effettivamente coperti da un valido certificato E101 per il periodo contestato; secondo, per tutti gli altri, determinare l’ammontare dei contributi e delle sanzioni dovuti in base alla legislazione italiana, partendo dal presupposto che essi erano impiegati presso una succursale italiana della compagnia aerea. Questa ordinanza rappresenta un importante monito per le aziende estere: una presenza organizzativa minima ma stabile in Italia può essere sufficiente a far sorgere l’obbligo contributivo nel nostro Paese.

Un certificato E101 può essere contestato direttamente davanti a un giudice nazionale?
No, il certificato E101 è vincolante per le istituzioni degli altri Stati membri finché non viene ritirato o dichiarato non valido dallo Stato che lo ha emesso. L’ente previdenziale dello Stato ospitante che nutra dubbi sulla sua validità deve avviare una procedura di dialogo con l’ente emittente per chiederne il riesame e l’eventuale revoca.

Una “crew room” di una compagnia aerea può essere considerata una “succursale estera” ai fini previdenziali?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, che si allinea alla giurisprudenza della Corte di Giustizia UE, una “crew room” utilizzata come base operativa per il personale di volo, dove si ricevono direttive e si gestisce l’organizzazione del lavoro, costituisce una succursale o una rappresentanza permanente.

Qual è la conseguenza per i lavoratori di una compagnia aerea straniera se la loro base operativa in Italia viene qualificata come succursale?
Se la base operativa è qualificata come succursale, i lavoratori che vi sono impiegati e che non sono coperti da un certificato E101 (o documento equivalente) sono soggetti alla legislazione previdenziale italiana. L’azienda è quindi tenuta a versare i relativi contributi all’ente previdenziale nazionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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