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Stipendio personale estero: no alla trattenuta IIS

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Ministero dell’Istruzione, confermando l’illegittimità della trattenuta dell’Indennità Integrativa Speciale (IIS) sullo stipendio del personale estero. La decisione si fonda sull’evoluzione dei contratti collettivi: la norma che permetteva la trattenuta, presente nel CCNL del 2003, non è stata rinnovata in quelli successivi. Pertanto, lo stipendio personale estero non può subire riduzioni non esplicitamente previste dalla contrattazione vigente.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Stipendio personale estero: illegittima la trattenuta per l’indennità conglobata

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione cruciale per lo stipendio personale estero del comparto scuola: la trattenuta dell’importo corrispondente all’Indennità Integrativa Speciale (IIS) dall’assegno di sede. La Suprema Corte ha confermato l’illegittimità di tale pratica, consolidando un orientamento giurisprudenziale favorevole ai lavoratori. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: una trattenuta contestata

Un gruppo di dipendenti del Ministero dell’Istruzione (MIUR), in servizio presso istituzioni scolastiche all’estero, si era rivolto al Tribunale del Lavoro per contestare una trattenuta operata sulla loro busta paga. Nello specifico, il Ministero sottraeva dall’assegno di sede un importo pari a quello dell’Indennità Integrativa Speciale, un emolumento che era stato fuso (tecnicamente “conglobato”) nello stipendio tabellare nazionale.

I lavoratori sostenevano l’illegittimità di questa operazione, chiedendo la restituzione delle somme indebitamente trattenute. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione ai dipendenti, costringendo il Ministero a ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso del Ministero, confermando la piena legittimità delle sentenze dei precedenti gradi di giudizio. La decisione si basa su un’attenta analisi dell’evoluzione della contrattazione collettiva nazionale (CCNL) del comparto scuola, ritenuta l’unica fonte normativa rilevante per dirimere la controversia.

Le Motivazioni: l’evoluzione della contrattazione collettiva

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione dei contratti collettivi. La Corte ha evidenziato come il CCNL del 2003 contenesse una specifica “nota a verbale” all’articolo 76 che, di fatto, neutralizzava gli effetti del conglobamento dell’IIS sullo stipendio personale estero. Quella clausola specificava che l’operazione non doveva avere effetti economici per il personale in servizio fuori dal territorio nazionale.

Tuttavia, i giudici hanno sottolineato un punto decisivo: questa clausola non è stata più riproposta nel successivo CCNL del 2006-2009. Quest’ultimo contratto ha fissato una nuova misura dello stipendio tabellare, comprensivo dell’IIS conglobata, senza però reiterare l’eccezione per i lavoratori all’estero.

Secondo la Cassazione, l’assenza di un’esplicita previsione contraria nel nuovo CCNL rende illegittima qualsiasi trattenuta. L’assegno di sede ha una chiara funzione indennitaria, volta a compensare i disagi e i maggiori costi della vita all’estero, e non può essere ridotto in detrazione del trattamento retributivo se non in forza di una specifica e chiara norma contrattuale. Poiché tale norma è venuta a mancare con il rinnovo contrattuale, la trattenuta non ha più alcuna base giuridica.

La Corte ha inoltre respinto l’argomento del Ministero relativo a normative precedenti alla contrattualizzazione del pubblico impiego, affermando che queste sono state superate e non sono più applicabili in materie regolate dalla contrattazione collettiva.

Le Conclusioni: implicazioni pratiche per il personale all’estero

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: nel diritto del lavoro pubblico contrattualizzato, è il testo dei contratti collettivi a definire il trattamento economico. Il silenzio del contratto su una determinata previsione, precedentemente esistente, equivale alla sua abrogazione.

Per il personale scolastico in servizio all’estero, ciò significa che lo stipendio base, comprensivo dell’IIS conglobata, deve essere corrisposto per intero, e l’assegno di sede deve essere erogato senza alcuna decurtazione legata a tale voce. La decisione rafforza la tutela retributiva dei lavoratori, riaffermando che le indennità non possono essere ridotte unilateralmente in assenza di una chiara base normativa o contrattuale.

È legittimo per il Ministero detrarre l’importo dell’Indennità Integrativa Speciale (IIS) dall’assegno di sede del personale scolastico all’estero?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, a seguito del CCNL 2006-2009, questa detrazione non è più legittima perché la clausola contrattuale che la permetteva non è stata rinnovata nei contratti collettivi successivi.

Perché i contratti collettivi più recenti hanno cambiato la situazione?
Perché il CCNL Scuola del 2007 ha definito una nuova misura dello stipendio tabellare conglobato senza riproporre la specifica previsione, contenuta nel precedente contratto del 2003, che consentiva di sottrarre la quota dell’IIS dall’assegno di sede. In assenza di una norma esplicita, non si può ridurre un’indennità.

Un motivo di ricorso può essere esaminato dalla Cassazione se non è stato specificamente presentato in appello?
No. La Corte ha dichiarato inammissibile un motivo di ricorso perché la questione non era stata oggetto di uno specifico motivo di appello nel grado precedente. Di conseguenza, su quel punto si era già formato il “giudicato”, cioè una decisione definitiva non più contestabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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