LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sospensione feriale termini: no per l’esecuzione

Un contribuente si opponeva a una cartella di pagamento per spese di giustizia. La sua impugnazione in appello veniva dichiarata tardiva perché, secondo i giudici, la sospensione feriale termini non si applica alle opposizioni all’esecuzione. La Cassazione ha confermato questa decisione, chiarendo che anche la presenza di una domanda accessoria di risarcimento danni non modifica la natura del giudizio e, pertanto, non rende applicabile la sospensione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sospensione Feriale dei Termini: Esclusa per le Opposizioni all’Esecuzione

Con la recente ordinanza n. 13870/2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per la procedura civile: l’applicabilità della sospensione feriale dei termini ai giudizi di opposizione all’esecuzione. La decisione ribadisce un principio consolidato, fondamentale per avvocati e cittadini, sottolineando che la natura del giudizio prevale sulla presenza di domande accessorie, come quella per risarcimento danni.

I Fatti di Causa: Dall’Opposizione alla Cassazione

La vicenda ha origine dall’opposizione promossa da un cittadino contro una cartella di pagamento emessa da un agente della riscossione per conto del Ministero della Giustizia. La cartella richiedeva il pagamento di una somma considerevole a titolo di spese di giustizia relative a un procedimento penale.

Il Tribunale di primo grado rigettava l’opposizione. Il cittadino proponeva quindi appello, ma la Corte d’Appello lo dichiarava inammissibile per tardività. Il motivo? L’appello era stato depositato oltre i termini di legge, in quanto la Corte territoriale aveva ritenuto non applicabile la sospensione feriale dei termini, poiché la causa era stata correttamente qualificata come opposizione all’esecuzione, materia esclusa da tale beneficio per ragioni di celerità.

La Questione Giuridica: Sospensione Feriale Termini e Natura dell’Azione

Il ricorrente, giunto dinanzi alla Corte di Cassazione, sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato. A suo dire, l’azione intrapresa non era una mera opposizione all’esecuzione, ma una domanda più ampia volta ad accertare l’inesistenza del titolo esecutivo e, inoltre, a ottenere un risarcimento del danno per lite temeraria ai sensi dell’art. 96 c.p.c. Questa complessità, secondo la difesa, avrebbe dovuto ricondurre la causa nell’alveo delle procedure ordinarie, soggette alla sospensione estiva dei termini processuali.

La Natura Prevalente dell’Opposizione all’Esecuzione

Il punto centrale della controversia era quindi stabilire se la presenza di una domanda di risarcimento potesse alterare la natura del giudizio di opposizione all’esecuzione, facendogli perdere quel carattere di urgenza che ne giustifica l’esclusione dalla sospensione feriale dei termini.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Gli Ermellini hanno chiarito che, per determinare il regime processuale applicabile, bisogna guardare all’oggetto principale e qualificante della controversia. Nel caso di specie, le contestazioni mosse alla cartella esattoriale, relative alla nullità del titolo e alla prescrizione del diritto, integravano senza dubbio un’opposizione all’esecuzione. L’obiettivo primario del ricorrente era, infatti, paralizzare l’azione esecutiva del creditore.

Il Carattere Accessorio della Domanda di Risarcimento Danni e la Sospensione Feriale dei Termini

La Corte ha specificato che la domanda di risarcimento del danno ex art. 96 c.p.c., avanzata dal debitore, va considerata come meramente accessoria e dipendente rispetto alla domanda principale di opposizione. Essa è una conseguenza eventuale dell’accoglimento dell’opposizione stessa. Come tale, la sua proposizione non è sufficiente a modificare la natura del procedimento e, di conseguenza, a renderlo soggetto alla sospensione feriale dei termini.

La decisione si allinea a un orientamento giurisprudenziale consolidato, che pone a fondamento dell’esclusione dalla sospensione le ragioni di speditezza processuale che caratterizzano la materia esecutiva. Consentire un’eccezione per la presenza di domande accessorie significherebbe vanificare tale esigenza di celerità.

Le Conclusioni: Un Principio Consolidato

In conclusione, l’ordinanza riafferma con chiarezza che i giudizi di opposizione all’esecuzione sono sempre esclusi dalla sospensione feriale dei termini. La presenza di domande connesse, ma accessorie, come quella per responsabilità processuale aggravata, non è idonea a derogare a questa regola. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di una rigorosa osservanza dei termini processuali in queste materie, pena l’inammissibilità dell’azione. La tardiva proposizione del gravame, infatti, preclude al giudice qualsiasi esame nel merito della controversia.

La sospensione feriale dei termini si applica ai giudizi di opposizione all’esecuzione?
No, la Corte di Cassazione ha confermato che i giudizi di opposizione all’esecuzione sono esclusi dalla sospensione feriale dei termini, in virtù delle esigenze di celerità che li caratterizzano.

Se insieme all’opposizione all’esecuzione viene presentata una domanda di risarcimento danni, cambia qualcosa ai fini della sospensione feriale?
No. Secondo la sentenza, la domanda di risarcimento danni ex art. 96 c.p.c. è considerata accessoria e dipendente rispetto a quella principale di opposizione. Pertanto, la sua presenza non è sufficiente a modificare il regime processuale e a rendere applicabile la sospensione feriale.

Perché la Corte d’Appello non ha esaminato il merito dei motivi di appello?
La Corte d’Appello non ha esaminato il merito perché ha dichiarato l’appello inammissibile per tardività. L’accertamento della tardiva proposizione dell’impugnazione preclude al giudice l’esame delle questioni di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati