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Simulazione di rapina: legittima la sanzione?

Un dipendente bancario viene sanzionato con la sospensione dopo una rapina in filiale. In appello emerge che si trattava di una simulazione di rapina orchestrata dal lavoratore stesso. La Corte d’Appello di Firenze ha respinto il ricorso, confermando la legittimità della sanzione disciplinare, ritenendola proporzionata alla gravità estrema della condotta che ha violato il rapporto di fiducia, superando le iniziali contestazioni di natura procedurale.

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Pubblicato il 28 maggio 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

È legittimo per un giudice acquisire d’ufficio prove non prodotte dalle parti in un processo del lavoro?
Sì, la Corte ha confermato che, ai sensi dell’art. 421 c.p.c., il giudice del lavoro ha il potere-dovere di acquisire d’ufficio prove indispensabili per la decisione, specialmente quando gli atti già presenti offrono spunti di indagine per accertare la verità dei fatti.

Una contestazione disciplinare inviata mesi dopo il fatto è considerata tardiva?
Non necessariamente. In questo caso, la Corte ha ritenuto la contestazione tempestiva perché il datore di lavoro ha avuto bisogno di tempo per condurre indagini complesse (concluse con un verbale ispettivo) per accertare la dinamica dei fatti prima di poter formulare gli addebiti.

La simulazione di rapina da parte di un dipendente giustifica una sanzione disciplinare anche per violazioni procedurali minori?
Sì. La Corte ha stabilito che la gravissima condotta della simulazione di rapina rende le altre violazioni (come l’omesso controllo perimetrale) ancora più gravi e sussistenti. L’aver architettato l’evento rende irrilevante la discussione sulla conoscibilità delle norme di sicurezza, poiché il dipendente ha agito per vanificarne lo scopo. La sanzione è stata quindi ampiamente giustificata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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