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Sgravio contributivo: quale norma si applica?

Un’azienda assume una lavoratrice part-time iscritta alle liste di mobilità e richiede lo sgravio contributivo previsto dalla L. 223/1991. L’ente previdenziale contesta, sostenendo l’applicazione di un beneficio minore. La Cassazione dà ragione all’azienda, chiarendo che l’incentivo alternativo richiede un’assunzione a tempo pieno, condizione non presente nel caso di specie. Pertanto, lo sgravio contributivo più favorevole era l’unico applicabile.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Sgravio Contributivo per Assunzioni da Liste di Mobilità: La Cassazione Fa Chiarezza

L’accesso a uno sgravio contributivo rappresenta una leva fondamentale per le imprese che intendono assumere, alleggerendo il costo del lavoro e incentivando l’occupazione. Tuttavia, la sovrapposizione di norme diverse può generare incertezza su quale beneficio sia effettivamente applicabile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha sciolto un importante dubbio interpretativo, chiarendo quale incentivo spetta in caso di assunzione part-time di un lavoratore iscritto alle liste di mobilità e percettore di indennità di disoccupazione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla decisione di un’azienda di assumere a tempo indeterminato, ma con un contratto part-time orizzontale, una lavoratrice iscritta nelle liste di mobilità. L’azienda richiedeva l’applicazione dello sgravio contributivo previsto dall’articolo 25, comma 9, della Legge n. 223/1991, un’agevolazione storicamente molto vantaggiosa che riduceva la quota contributiva a quella prevista per gli apprendisti per i primi diciotto mesi.

L’ente previdenziale si opponeva, recuperando i contributi non versati. Secondo l’ente, avrebbe dovuto essere applicata un’altra norma, l’articolo 2, comma 10-bis, della Legge n. 92/2012 (cd. Riforma Fornero). Quest’ultima prevedeva un incentivo meno generoso per l’assunzione di lavoratori percettori dell’indennità di disoccupazione (all’epoca NASpI), consistente in un contributo mensile pari al 20% dell’indennità residua che sarebbe spettata al lavoratore.

La Questione Giuridica: Il Concorso tra Norme sullo Sgravio Contributivo

Il cuore della controversia risiedeva nell’apparente concorso tra due normative, entrambe in vigore all’epoca dei fatti. Da un lato, la norma ‘storica’ sulle liste di mobilità (L. 223/1991), dall’altro la norma più recente sugli incentivi per l’assunzione di disoccupati con NASpI (L. 92/2012).

L’ente previdenziale sosteneva che la seconda norma, avendo un elemento qualificante specifico (la fruizione della NASpI da parte del lavoratore), dovesse prevalere sulla prima, più generica. Inoltre, l’applicazione dell’incentivo meno oneroso per le casse dello Stato avrebbe dovuto essere preferita, data la natura tassativa delle norme agevolative.

La Decisione della Corte: Il Requisito del Tempo Pieno è Decisivo

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’ente previdenziale, confermando la correttezza dell’operato dell’azienda. Il punto dirimente, secondo i giudici, non è stata una valutazione di quale norma fosse ‘più specifica’ o ‘più favorevole’, ma un’attenta analisi dei presupposti applicativi di ciascuna.

La Corte ha evidenziato che l’incentivo previsto dalla Legge n. 92/2012 è esplicitamente subordinato all’assunzione del lavoratore ‘a tempo pieno e indeterminato’. Nel caso di specie, la lavoratrice era stata assunta con un contratto a tempo indeterminato ma part-time. Questa circostanza, non contestata dall’ente, rendeva di per sé inapplicabile la disciplina invocata da quest’ultimo.

Le Motivazioni

Nelle motivazioni, la Suprema Corte chiarisce che le due misure, pur avendo la finalità comune di incrementare l’occupazione, hanno settori di operatività distinti. La L. 223/1991 mirava al rapido reimpiego dei lavoratori in mobilità a seguito di licenziamenti collettivi, mentre la L. 92/2012 si rivolgeva più in generale alla ricollocazione dei disoccupati percettori di indennità.

La fattispecie del contratto part-time è risultata cruciale. Mancando il requisito del ‘tempo pieno’, la norma della Legge Fornero non poteva trovare applicazione. Di conseguenza, non si trattava di consentire al datore di lavoro di ‘scegliere’ il beneficio più conveniente, ma di applicare l’unica normativa i cui presupposti erano integralmente rispettati: quella della Legge n. 223/1991, che non poneva il vincolo del tempo pieno per l’accesso allo sgravio contributivo.

I giudici hanno inoltre ribadito un principio fondamentale: le norme che introducono deroghe agli obblighi contributivi sono di carattere eccezionale e, come tali, non suscettibili di interpretazione estensiva. Non potendo estendere l’incentivo della L. 92/2012 a un’ipotesi (il part-time) non contemplata, l’unica via percorribile era l’applicazione della norma che invece la consentiva.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’indicazione pratica di grande valore per i datori di lavoro e i loro consulenti. Dimostra che, nell’analisi delle agevolazioni contributive, è essenziale verificare con la massima attenzione ogni singolo requisito previsto dalla legge. La forma contrattuale dell’assunzione (tempo pieno o part-time) può essere l’elemento decisivo che determina l’applicabilità di uno sgravio contributivo piuttosto che un altro, o che addirittura esclude ogni beneficio. La decisione conferma che, in assenza dei presupposti specifici di una norma, non si può negare l’applicazione di un’altra agevolazione per cui, invece, tutti i requisiti sono soddisfatti.

Un datore di lavoro può scegliere lo sgravio contributivo più vantaggioso se più norme sembrano applicabili?
No, non si tratta di una scelta. Secondo la Corte, è necessario verificare i requisiti specifici di ogni norma. Si applica solo la normativa i cui presupposti sono integralmente soddisfatti. Se i requisiti di una norma non sono presenti, questa non può essere applicata, anche se meno onerosa per lo Stato.

L’assunzione con contratto part-time di un lavoratore che percepisce la NASpI dà diritto all’incentivo della L. 92/2012?
No. L’ordinanza chiarisce che l’incentivo previsto dall’art. 2, comma 10-bis, della L. 92/2012 richiede specificamente un’assunzione a tempo pieno e indeterminato. Un contratto part-time, anche se a tempo indeterminato, esclude l’applicazione di questo specifico beneficio.

Quale sgravio contributivo si applica per l’assunzione part-time di un lavoratore iscritto alle liste di mobilità?
Nel caso esaminato, relativo a un’assunzione avvenuta prima della sua abrogazione, si applica lo sgravio previsto dall’art. 25, comma 9, della L. 223/1991. Questa norma, a differenza di altre, non richiedeva il requisito del tempo pieno, consentendo quindi la riduzione della contribuzione al livello di quella prevista per gli apprendisti anche per i contratti part-time.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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