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Sgravi contributivi: no se gli assetti sono fittizi

La Corte di Cassazione ha confermato il diniego degli sgravi contributivi a un’azienda che aveva assunto lavoratori provenienti da un’altra società con cui condivideva assetti proprietari sostanzialmente coincidenti. Secondo la Corte, il beneficio è escluso quando l’operazione non crea nuova occupazione ma si limita a trasferire personale tra entità collegate, vanificando lo scopo della norma agevolativa.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Sgravi Contributivi: Niente Benefici per Assunzioni tra Aziende Collegate

L’ottenimento di sgravi contributivi è un incentivo fondamentale per le imprese che assumono, ma la legge pone paletti precisi per evitare abusi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale: i benefici non spettano se l’assunzione avviene tra società con ‘assetti proprietari sostanzialmente coincidenti’. Questa decisione chiarisce che lo scopo delle agevolazioni è creare nuova occupazione, non mascherare semplici trasferimenti di personale tra entità riconducibili allo stesso centro di interessi.

Il caso: l’assunzione ‘sospetta’ e il diniego degli sgravi

Una società a responsabilità limitata si era vista recapitare un decreto ingiuntivo dall’INPS per il recupero di una somma considerevole. Il motivo? L’indebita fruizione degli sgravi contributivi previsti dalla legge per l’assunzione di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità.
Secondo l’INPS e, successivamente, i giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello), l’operazione non era genuina. La società che assumeva era stata costituita appena un mese prima e presentava legami proprietari e gestionali troppo stretti con l’azienda che aveva licenziato i lavoratori. In particolare, l’amministratore unico della nuova società era anche socio e amministratore della holding che controllava interamente la vecchia società.
Questa stretta connessione ha fatto concludere ai giudici che non si era verificato un reale incremento occupazionale, ma solo un passaggio di lavoratori tra ‘scatole’ diverse riconducibili alla stessa regia, con il solo fine di ottenere i benefici contributivi.

La questione giuridica: quando gli assetti proprietari negano gli sgravi contributivi?

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 8 della Legge n. 223/91. Questa norma esclude il diritto agli sgravi contributivi quando i lavoratori vengono assunti da un’impresa che, al momento del licenziamento, presenta ‘assetti proprietari sostanzialmente coincidenti’ con quella che assume, o che risulta con essa in rapporto di collegamento o controllo.
La società ricorrente ha contestato questa interpretazione, sostenendo due punti principali:

1. La volontà dei lavoratori: l’azienda ha affermato che erano stati gli stessi dipendenti a chiedere di essere assunti, una circostanza che, a suo dire, avrebbe dovuto escludere l’intento elusivo.
2. L’interpretazione restrittiva: ha sostenuto che la sola presenza di legami personali tra i soci delle due entità non fosse sufficiente a integrare il requisito della ‘sostanziale coincidenza’, e che una lettura troppo rigida della norma violerebbe la libertà d’impresa.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo chiarimenti importanti sull’applicazione della norma.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha smontato entrambe le argomentazioni della società ricorrente. In primo luogo, ha definito inammissibile la censura relativa alla presunta mancata valutazione delle prove testimoniali. I giudici di merito avevano infatti ritenuto irrilevante il fatto che i lavoratori avessero chiesto l’assunzione, poiché tale circostanza non poteva smentire l’esistenza oggettiva di assetti proprietari coincidenti. Criticare questa valutazione equivale a chiedere alla Cassazione un riesame dei fatti, compito che non le spetta.

Sul secondo e più importante motivo, la Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato. Il concetto di ‘assetti proprietari sostanzialmente coincidenti’ è volutamente atecnico e più ampio rispetto alla semplice ‘stessa proprietà’. Esso include tutte quelle situazioni in cui esiste un nucleo proprietario comune in grado di pianificare e attuare operazioni coordinate di licenziamento e successiva assunzione del medesimo personale. La giurisprudenza ha esteso questa nozione fino a includere legami di coniugio, parentela o anche amicizia consolidata tra soci, se questi legami sono tali da creare una collaborazione finalizzata a un’operazione unitaria.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza ribadisce con forza un principio fondamentale: la libertà di iniziativa economica non può essere confusa con la pretesa di fruire di benefici pubblici eludendone la ratio. Gli sgravi contributivi sono uno strumento per favorire la creazione di posti di lavoro effettivi e stabili, non per finanziare riorganizzazioni aziendali fittizie. L’assunzione di lavoratori da un’impresa collegata non è vietata, ma non dà diritto ai benefici se non comporta un reale e sostanziale incremento dell’occupazione complessiva. Le imprese devono quindi prestare massima attenzione alla struttura delle operazioni di assunzione, specialmente se coinvolgono personale proveniente da aziende con cui esistono legami diretti o indiretti, per non incorrere nel recupero degli aiuti e nelle relative sanzioni.

Quando vengono negati gli sgravi contributivi per l’assunzione di lavoratori in mobilità?
Gli sgravi sono negati quando l’azienda che assume presenta assetti proprietari sostanzialmente coincidenti, o è in rapporto di collegamento o controllo, con l’azienda che ha licenziato i lavoratori. L’obiettivo è impedire che i benefici vengano usati per semplici trasferimenti di personale senza creare nuova occupazione.

Cosa si intende per ‘assetti proprietari sostanzialmente coincidenti’ tra due aziende?
È un concetto ampio che va oltre la semplice identità dei soci. Include tutte le situazioni in cui esiste un nucleo proprietario comune, anche tramite legami familiari, di amicizia o altre forme di collaborazione, in grado di coordinare un’operazione unitaria di licenziamento e riassunzione del personale tra le due società.

La richiesta di assunzione da parte del lavoratore stesso può giustificare la concessione degli sgravi se le aziende sono collegate?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la volontà del lavoratore di essere assunto è un elemento irrilevante. Ciò che conta per escludere il beneficio è l’esistenza oggettiva di un collegamento tra le due imprese che fa apparire l’operazione come un mero trasferimento di personale e non come una nuova assunzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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