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Sgravi contributivi: la data di trasformazione conta

La Corte di Cassazione ha chiarito che per ottenere gli sgravi contributivi legati alla trasformazione di un contratto a tempo indeterminato, è la data della trasformazione a essere determinante, non quella dell’assunzione iniziale a termine. Se la legge di agevolazione scade prima della trasformazione, il beneficio non spetta. Nel caso specifico, un’azienda si è vista negare il diritto all’agevolazione poiché la trasformazione del contratto di una dipendente è avvenuta nel 2013, dopo la scadenza del termine fissato al 31 dicembre 2012 dalla normativa di riferimento.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Sgravi contributivi: la data di trasformazione del contratto è decisiva

L’accesso agli sgravi contributivi è un tema cruciale per le aziende che assumono, ma le scadenze normative possono creare complesse questioni interpretative. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale: per i benefici legati alla trasformazione di un contratto da tempo determinato a indeterminato, conta la data in cui avviene la trasformazione, non quella dell’assunzione originaria. Vediamo nel dettaglio la vicenda e il principio di diritto affermato dai giudici.

I fatti di causa: un’assunzione al limite della scadenza

Una società operante nel settore alimentare assumeva una lavoratrice, iscritta nelle liste della cosiddetta “piccola mobilità”, con un contratto a tempo determinato della durata di un anno, dal 16 maggio 2012 al 15 maggio 2013. Allo scadere del termine, il 16 maggio 2013, il rapporto di lavoro veniva trasformato in un contratto a tempo indeterminato.

L’azienda riteneva di avere diritto agli sgravi contributivi previsti dalla legge per questo tipo di assunzioni. Tuttavia, l’Istituto Previdenziale contestava tale diritto, emettendo avvisi di addebito per migliaia di euro. Il motivo della contestazione era che la normativa che prevedeva l’agevolazione per le trasformazioni contrattuali era scaduta il 31 dicembre 2012. Sebbene l’assunzione iniziale fosse avvenuta prima di tale data, la trasformazione era successiva.

La decisione nei primi gradi di giudizio

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione all’azienda. Secondo i giudici di merito, l’elemento determinante era l’assunzione originaria, avvenuta nel 2012, quando la normativa era pienamente in vigore. La trasformazione successiva doveva essere considerata una naturale evoluzione del rapporto, che quindi ereditava la disciplina applicabile al momento della sua costituzione. Di conseguenza, l’azienda aveva diritto a beneficiare degli sgravi.

L’analisi della Cassazione sugli sgravi contributivi

L’Istituto Previdenziale non si è arreso e ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo la violazione delle norme che regolano gli incentivi. La Corte Suprema ha accolto il ricorso, ribaltando completamente la decisione dei giudici precedenti.

La distinzione fondamentale tra assunzione e trasformazione

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella netta distinzione tra le due tipologie di agevolazione previste dalla legge (n. 223 del 1991). La norma prevede:
1. Un primo beneficio per l’assunzione di lavoratori in mobilità con contratto a termine (per un massimo di 12 mesi).
2. Un secondo e autonomo beneficio per la successiva trasformazione di quel contratto a tempo indeterminato.

Queste due agevolazioni, pur avendo caratteristiche simili, sono legate a presupposti diversi e non sono una la conseguenza automatica dell’altra. La trasformazione è un’eventualità che dipende da una nuova e specifica scelta imprenditoriale.

L’irrilevanza della data di assunzione iniziale

Secondo la Corte, non è possibile sostenere che l’assunzione iniziale “cristallizzi” la disciplina applicabile anche per la futura ed eventuale trasformazione. Il diritto al beneficio per la trasformazione sorge nel momento in cui la trasformazione stessa ha luogo. Nel caso in esame, questo è avvenuto il 16 maggio 2013, quando la legge che concedeva gli sgravi contributivi per le trasformazioni non era più in vigore, essendo il suo termine scaduto il 31 dicembre 2012.

Le motivazioni della Corte Suprema

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che nessuna interpretazione letterale o sistematica delle norme consente di estendere l’efficacia dei benefici oltre la data di scadenza prevista dal legislatore. La legge di stabilità per il 2015 (L. 190/2014), nel chiarire l’ambito di applicazione degli incentivi, ha specificato che il fatto genetico del diritto (riassunto nel sintagma “hanno assunto”) deve essersi perfezionato entro il 31 dicembre 2012. Questo si applica sia all’assunzione a termine sia alla trasformazione. Se la trasformazione avviene dopo tale data, l’agevolazione non può essere riconosciuta. Permettere il contrario significherebbe dare un’efficacia ultrattiva alla norma, contraria all’intento restrittivo del legislatore e potenzialmente causa di un aggravio di spesa per lo Stato.

Conclusioni: il principio di diritto

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e ha enunciato il seguente principio di diritto: gli sgravi contributivi per la trasformazione di un contratto a termine in uno a tempo indeterminato, stipulato con un lavoratore assunto dalle liste della “piccola mobilità”, spettano solo a condizione che tale trasformazione sia intervenuta entro il 31 dicembre 2012. L’agevolazione non può essere riconosciuta per trasformazioni avvenute in data posteriore, anche se il contratto a termine originario era stato concluso prima di tale scadenza. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello per una nuova decisione in linea con questo principio.

Per ottenere gli sgravi contributivi, conta di più la data di assunzione iniziale o quella di trasformazione del contratto?
Per gli sgravi specifici legati alla trasformazione di un contratto da tempo determinato a indeterminato, la data determinante è quella in cui avviene la trasformazione. L’assunzione iniziale dà diritto a un primo e distinto beneficio, ma non garantisce automaticamente il secondo.

Cosa succede se la legge che prevede un’agevolazione scade prima che il contratto venga trasformato a tempo indeterminato?
Se la trasformazione avviene dopo la data di scadenza della norma che prevede l’agevolazione, l’azienda non ha diritto a beneficiare dello sgravio, anche se il contratto a termine iniziale era stato stipulato quando la legge era ancora in vigore.

Le agevolazioni per l’assunzione a termine e per la trasformazione sono collegate?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che si tratta di due agevolazioni contributive autonome, ancorate a presupposti distinti. Il diritto all’una non implica automaticamente il diritto all’altra.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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