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Scorrimento graduatorie: stop con una nuova legge

La Corte di Cassazione ha stabilito che lo scorrimento graduatorie non è un diritto acquisito. Se una nuova legge (ius superveniens) modifica le regole per le progressioni di carriera, questa si applica anche a procedure concorsuali bandite in precedenza, bloccando di fatto lo scorrimento se non più conforme alla nuova disciplina. Il caso riguardava dipendenti pubblici che, pur idonei in una graduatoria per una progressione verticale, si sono visti negare l’assunzione a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. 150/2009, che ha imposto nuove e più restrittive modalità per le progressioni interne.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Scorrimento Graduatorie e Ius Superveniens: La Cassazione Fissa un Principio Chiave

Il tema dello scorrimento graduatorie nel pubblico impiego è spesso fonte di contenzioso. Cosa succede quando una procedura selettiva viene avviata sotto un regime normativo e, prima della sua conclusione, interviene una nuova legge che ne modifica i presupposti? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito una risposta chiara: la normativa sopravvenuta (ius superveniens) prevale, anche a discapito delle aspettative degli idonei. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Procedura Selettiva a un Bivio

Un gruppo di dipendenti di un Ministero aveva partecipato con successo a una procedura di progressione verticale, risultando idonei in graduatoria. L’amministrazione, tuttavia, aveva coperto solo una parte dei posti originariamente disponibili, lasciando gli altri candidati in attesa di un eventuale scorrimento graduatorie per i posti residui.

Nel frattempo, è entrato in vigore il D.Lgs. 150/2009, la cosiddetta ‘Riforma Brunetta’, che ha introdotto regole più stringenti per le progressioni di carriera, limitando fortemente le procedure riservate esclusivamente al personale interno e privilegiando il concorso pubblico.

La Decisione della Corte: Prevale lo ‘Ius Superveniens’

Nei primi gradi di giudizio, i tribunali avevano dato ragione ai lavoratori, sostenendo che la procedura, essendo stata bandita prima della riforma, dovesse continuare a seguire le vecchie regole. La Corte di Cassazione, però, ha completamente ribaltato questa visione.

Secondo la Suprema Corte, la decisione di procedere allo scorrimento graduatorie non è un atto dovuto né un diritto acquisito dei candidati, ma una scelta discrezionale dell’amministrazione. Tale scelta, per essere legittima, deve essere conforme alla legge in vigore nel momento in cui viene effettuata, non al momento in cui è stato bandito il concorso.

Lo Scorrimento Graduatorie non è un Diritto Acquisito

Un punto centrale della sentenza è la distinzione tra l’aspettativa di un candidato e un diritto quesito. L’idoneità in una graduatoria crea solo un’aspettativa all’assunzione. Il diritto soggettivo sorge solo quando l’amministrazione, con un atto formale, decide di procedere all’assunzione o allo scorrimento. Fino a quel momento, la posizione giuridica del candidato non è consolidata e può essere incisa da una nuova legge.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base del principio ‘tempus regit actum’, secondo cui ogni atto amministrativo è disciplinato dalla legge in vigore al momento della sua adozione. La decisione di coprire i posti ulteriori tramite lo scorrimento sarebbe stata un nuovo atto amministrativo, da adottare dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. 150/2009.

Questa nuova normativa, imponendo che le progressioni verticali avvenissero tramite concorsi pubblici (con una riserva massima del 50% per gli interni), rendeva di fatto illegittimo l’utilizzo di una graduatoria derivante da una procedura interamente riservata. Pertanto, l’amministrazione non solo non poteva, ma non doveva procedere allo scorrimento, essendo vincolata al rispetto della nuova legge.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione riafferma con forza un principio fondamentale: nel pubblico impiego, le procedure amministrative devono costantemente allinearsi alla normativa vigente. L’aspettativa degli idonei in una graduatoria, per quanto legittima, cede il passo all’interesse pubblico rappresentato da una nuova legge, specialmente quando questa mira a garantire i principi di imparzialità e buon andamento della Pubblica Amministrazione sanciti dall’art. 97 della Costituzione. Per i dipendenti pubblici, questo significa che la possibilità di uno scorrimento graduatorie è sempre subordinata alla conformità con le leggi in vigore al momento della decisione dell’ente.

Lo scorrimento di una graduatoria è un diritto automatico per i candidati idonei?
No, la Corte di Cassazione chiarisce che lo scorrimento non costituisce un diritto soggettivo per i candidati idonei. È una scelta discrezionale della Pubblica Amministrazione, che deve sempre esercitarla nel rispetto delle norme vigenti.

Una nuova legge può bloccare lo scorrimento di una graduatoria di un concorso bandito prima della sua entrata in vigore?
Sì. Il principio applicabile è quello del ius superveniens. La legittimità della decisione di procedere allo scorrimento va valutata sulla base della normativa in vigore al momento in cui tale decisione viene presa, non al momento in cui il concorso è stato bandito.

Cosa ha stabilito la legge (D.Lgs. 150/2009) riguardo le graduatorie dei concorsi interni?
La legge ha introdotto il principio secondo cui le progressioni verticali devono avvenire tramite concorsi pubblici, ammettendo una riserva per il personale interno non superiore al 50%. Di conseguenza, ha reso illegittimo, a partire dal 1° gennaio 2010, l’utilizzo tramite scorrimento di graduatorie derivanti da procedure interamente riservate al personale interno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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