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Scorrimento graduatorie: stop a progressioni interne

La Corte di Cassazione ha stabilito che una pubblica amministrazione non può procedere allo scorrimento di una graduatoria preesistente, derivante da una selezione per progressioni verticali riservata al solo personale interno, se una nuova legge (ius superveniens) impone per quelle posizioni il concorso pubblico. La decisione di procedere allo scorrimento è un atto nuovo che deve rispettare la normativa vigente al momento della sua adozione, anche se la graduatoria è stata formata in precedenza. Di conseguenza, il ricorso dei dipendenti è stato respinto.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Scorrimento Graduatorie e Nuove Leggi: La Cassazione Mette un Freno alle Progressioni Interne

Nel mondo del pubblico impiego, lo scorrimento graduatorie rappresenta una speranza per molti candidati idonei che attendono un’assunzione o una promozione. Tuttavia, cosa accade quando una nuova legge cambia le regole del gioco? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che la sopravvenienza di una normativa che impone il concorso pubblico blocca l’utilizzo di graduatorie preesistenti derivanti da selezioni puramente interne. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa: L’aspettativa dei dipendenti e la Riforma

Un gruppo di dipendenti di un importante ente locale, risultati idonei in una procedura selettiva per progressioni verticali riservata esclusivamente al personale interno, si è visto negare la possibilità di avanzamento di carriera. La motivazione dell’ente? L’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 150 del 2009 (la cosiddetta “Riforma Brunetta”), che, a decorrere dal 1° gennaio 2010, ha imposto che le progressioni tra aree avvenissero tramite concorso pubblico, pur prevedendo una riserva di posti per il personale interno non superiore al 50%.

I lavoratori sostenevano che la graduatoria, essendo stata approvata prima della nuova legge, dovesse rimanere efficace e che l’ente fosse tenuto a procedere con lo scorrimento per coprire i posti vacanti. Facevano leva sul principio generale di irretroattività della legge e sull’esistenza di normative che prorogavano la validità delle graduatorie concorsuali.

La Decisione sul corretto scorrimento graduatorie

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente il ricorso dei dipendenti, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il principio cardine affermato dai giudici è che la scelta di un’amministrazione di procedere allo scorrimento graduatorie non è un atto dovuto o automatico, ma una decisione discrezionale che costituisce una nuova determinazione amministrativa. In quanto tale, essa deve sottostare alle norme in vigore nel momento in cui viene presa.

L’impatto dello ‘Ius Superveniens’

Il D.Lgs. 150/2009 ha agito come ius superveniens, ovvero come una nuova legge che ha modificato radicalmente il quadro normativo. La Corte ha chiarito che le nuove disposizioni, essendo norme di diretta attuazione dell’articolo 97 della Costituzione (che sancisce il principio del pubblico concorso), sono immediatamente cogenti e prevalgono sulla disciplina precedente. Di conseguenza, dal 1° gennaio 2010, è diventato illegittimo utilizzare graduatorie provenienti da procedure selettive riservate al 100% a personale interno.

Inefficacia delle Norme di Proroga

La Corte ha inoltre specificato che le varie leggi di proroga della validità delle graduatorie, invocate dai ricorrenti, si riferiscono ai concorsi “pubblici”. Non possono, quindi, essere interpretate in modo da mantenere in vita graduatorie basate su un modello di selezione (quello puramente interno) che il legislatore ha esplicitamente superato e vietato per il futuro.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha ritenuto che la decisione di procedere allo scorrimento di una graduatoria non è un mero atto esecutivo di una procedura già conclusa, bensì una nuova determinazione che riattiva la sequenza concorsuale. Questa nuova decisione deve rispettare le condizioni di validità vigenti al momento in cui viene adottata. Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 150/2009, la condizione di validità essenziale è diventata l’apertura della selezione all’esterno, tramite concorso pubblico. L’utilizzo di una graduatoria esclusivamente interna dopo tale data sarebbe in palese contrasto con la nuova normativa, che ha un’efficacia immediata e inderogabile in quanto principio generale dell’ordinamento. Anche l’eventuale comportamento precedente dell’amministrazione (che in passato aveva parzialmente utilizzato la graduatoria) è stato considerato irrilevante, poiché un’eventuale precedente violazione di legge non può giustificare la pretesa di una sua reiterazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rafforza un principio fondamentale del diritto amministrativo e del lavoro pubblico: la prevalenza del concorso pubblico come modalità di accesso e progressione di carriera. La decisione chiarisce che le aspettative dei candidati inseriti in una graduatoria cedono il passo di fronte a una modifica normativa che introduce requisiti più stringenti a tutela dell’imparzialità e del buon andamento della Pubblica Amministrazione. Per gli enti pubblici, questo significa che ogni decisione di assunzione o promozione, inclusa quella tramite scorrimento, deve essere vagliata alla luce della normativa vigente in quel preciso istante, senza poter fare affidamento su procedure e regole del passato, anche se recenti.

È possibile procedere allo scorrimento di una graduatoria per progressioni verticali interne dopo l’entrata in vigore di una nuova legge che vieta tali procedure?
No. La Cassazione chiarisce che la decisione di scorrere una graduatoria è un atto nuovo, soggetto alla legge vigente al momento in cui viene adottato. Pertanto, se una nuova legge (ius superveniens) come il D.Lgs. 150/2009 vieta le selezioni riservate interamente al personale interno, non è più possibile utilizzare tali graduatorie preesistenti.

Le leggi di proroga della validità delle graduatorie si applicano anche a quelle riservate ai soli interni?
No. Secondo la Corte, le normative che hanno esteso la validità delle graduatorie concorsuali si riferiscono ai concorsi “pubblici”. Non possono essere interpretate in modo da eludere il divieto, introdotto dal 2010, di utilizzare graduatorie derivanti da selezioni esclusivamente interne per le progressioni a posizioni superiori.

Il principio di irretroattività della legge non dovrebbe proteggere la validità delle graduatorie preesistenti?
Sebbene il principio di irretroattività sia generale, la scelta della Pubblica Amministrazione di procedere allo scorrimento costituisce una nuova determinazione. Questa deve rispettare le condizioni di validità vigenti in quel preciso momento. Di conseguenza, la sopravvenuta normativa che impone il concorso pubblico prevale, impedendo l’utilizzo della vecchia graduatoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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