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Scorrimento graduatorie interne: illegittimo dopo il 2009

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9240/2025, ha stabilito che lo scorrimento di graduatorie interne, derivanti da selezioni riservate esclusivamente al personale di un ente, è illegittimo a seguito della riforma introdotta dal D.Lgs. 150/2009. Tale normativa ha imposto il principio dell’adeguato accesso dall’esterno alle pubbliche amministrazioni, rendendo di fatto illegale l’utilizzo di graduatorie puramente interne per coprire nuovi posti, anche se antecedenti alla riforma stessa. La Corte ha respinto il ricorso di alcuni dipendenti, chiarendo che né le delibere amministrative locali né le leggi di proroga delle graduatorie pubbliche possono derogare a questo principio fondamentale.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Scorrimento Graduatorie Interne: Stop della Cassazione alle Procedure Riservate

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta su un tema cruciale per il pubblico impiego: la legittimità dello scorrimento graduatorie interne. La Suprema Corte ha chiarito che, a seguito della riforma del 2009, le graduatorie derivanti da selezioni riservate esclusivamente al personale interno non possono più essere utilizzate per coprire nuovi posti vacanti. Questa decisione riafferma il principio fondamentale dell’accesso al pubblico impiego dall’esterno, ponendo un freno alle progressioni di carriera basate su procedure chiuse.

I Fatti del Caso: La Graduatoria Riservata e la Richiesta di Scorrimento

Il caso ha origine dalla richiesta di un gruppo di dipendenti di un’amministrazione locale, risultati idonei ma non vincitori in una procedura di progressione verticale riservata esclusivamente al personale già in servizio. Successivamente alla formazione della graduatoria, l’ente si è rifiutato di utilizzarla per coprire ulteriori posizioni che si erano rese vacanti, una pratica nota come “scorrimento”.

L’amministrazione ha motivato il suo diniego sulla base di una normativa sopravvenuta, il Decreto Legislativo n. 150 del 2009 (la cosiddetta “Riforma Brunetta”), che ha imposto alle pubbliche amministrazioni di garantire un “adeguato accesso dall’esterno” nelle procedure di selezione. I dipendenti, ritenendo leso il loro diritto, hanno avviato un’azione legale, sostenendo la validità della graduatoria e richiamando anche una precedente delibera dell’ente che sembrava consentire l’utilizzo di graduatorie preesistenti.

La Decisione della Corte sullo Scorrimento Graduatorie Interne

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso dei lavoratori, confermando la decisione dei giudici di merito. Il principio di diritto espresso è netto: dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. 150/2009, lo scorrimento di una graduatoria proveniente da una selezione riservata ai soli interni è da considerarsi contra legem, ovvero illegale.

La Corte ha stabilito che la nuova normativa ha introdotto un principio inderogabile che prevale su qualsiasi prassi o atto amministrativo precedente. Pertanto, l’amministrazione non solo poteva, ma doveva astenersi dal dare corso allo scorrimento, poiché un’azione contraria avrebbe costituito una violazione di legge.

Le Motivazioni: Perché lo Scorrimento delle Graduatorie Interne è Illegittimo

La motivazione della Suprema Corte si fonda su argomenti chiari e coerenti, che bilanciano le aspettative dei dipendenti interni con i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione.

L’Impatto del D.Lgs. 150/2009

Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione del D.Lgs. 150/2009. Questa legge ha segnato una svolta, imponendo che le progressioni di carriera non avvenissero più tramite procedure interamente riservate, ma garantendo sempre una quota di accesso per candidati esterni. Lo scopo è quello di assicurare il reclutamento delle migliori professionalità disponibili sul mercato, in linea con l’art. 97 della Costituzione. Secondo i giudici, consentire lo scorrimento di una graduatoria “chiusa” avrebbe significato perpetuare un sistema che la nuova legge intendeva superare, vanificandone gli effetti.

Irrilevanza delle Delibere Amministrative e delle Proroghe

La Corte ha smontato anche gli altri argomenti dei ricorrenti. La delibera comunale del 2009, da loro citata, è stata ritenuta irrilevante per due motivi: in primo luogo, un atto amministrativo non può mai derogare a una legge dello Stato; in secondo luogo, il testo stesso di quella delibera faceva riferimento a graduatorie concorsuali “che garantiscano un adeguato accesso dall’esterno”, condizione non soddisfatta nel caso di specie.

Allo stesso modo, le varie leggi che nel tempo hanno prorogato la validità delle graduatorie dei concorsi pubblici sono state giudicate non pertinenti. La Cassazione ha specificato che tali proroghe riguardano i concorsi “pubblici” in senso stretto, ovvero quelli aperti a tutti, e non possono essere interpretate in modo da “resuscitare” l’utilizzo di graduatorie il cui impiego è stato reso illegale da una normativa successiva e specifica.

Le Conclusioni: Principio di Trasparenza e Accesso dall’Esterno

L’ordinanza n. 9240/2025 rappresenta un importante punto fermo nella giurisprudenza sul pubblico impiego. Essa ribadisce con forza che le aspettative dei candidati idonei in una graduatoria devono cedere il passo di fronte a principi di ordine pubblico, come la trasparenza e la necessità di garantire l’accesso alla pubblica amministrazione anche dall’esterno. La decisione chiarisce che lo scorrimento non è un diritto automatico e non può essere invocato per forzare un’amministrazione a compiere un atto che la legge ha reso illegittimo. Per gli enti pubblici, questo significa un obbligo di attenersi scrupolosamente alle nuove regole, anche a costo di disattendere graduatorie formate sotto il regime normativo precedente.

È possibile utilizzare una graduatoria di una selezione riservata solo al personale interno per assumere su nuovi posti vacanti (scorrimento)?
No. Secondo la Corte di Cassazione, dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. 150/2009, lo scorrimento di graduatorie provenienti da procedure selettive riservate esclusivamente al personale interno è divenuto contra legem (illegale).

Una delibera dell’ente pubblico che prevedeva l’uso di graduatorie preesistenti può giustificare lo scorrimento?
No. Una delibera amministrativa non può prevalere su una norma di legge sopravvenuta e cogente come il D.Lgs. 150/2009. Inoltre, la Corte ha specificato che la delibera in questione si riferiva a concorsi che garantivano un adeguato accesso dall’esterno, a differenza della selezione interna in esame.

Le leggi che hanno prorogato la validità delle graduatorie dei concorsi pubblici si applicano anche a quelle interne e riservate?
No. La Corte ha chiarito che le normative di proroga si riferivano a concorsi “pubblici”, cioè aperti anche a candidati esterni. Non possono essere interpretate per rendere legittimo l’utilizzo di graduatorie (come quelle solo interne) il cui impiego è stato reso illegale da una normativa specifica che impone l’accesso dall’esterno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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