LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Scorrimento graduatoria: no al diritto senza autorizzazione

Un lavoratore, idoneo in un concorso interno, ha chiesto l’assunzione tramite scorrimento graduatoria per posti mai ufficialmente autorizzati. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che senza la necessaria autorizzazione amministrativa per i posti ulteriori, non sorge alcun diritto soggettivo all’assunzione. L’intervento di una nuova legge (ius superveniens) ha ulteriormente precluso tale possibilità, non essendosi consolidato alcun diritto quesito prima della riforma.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Scorrimento Graduatoria: Quando l’Idoneità non Basta per l’Assunzione

L’istituto dello scorrimento graduatoria rappresenta una speranza per molti candidati che, pur avendo superato un concorso pubblico, non si sono classificati tra i vincitori. Tuttavia, essere idonei non si traduce automaticamente in un diritto all’assunzione. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito i paletti normativi e fattuali che condizionano tale procedura, chiarendo che senza una formale autorizzazione a coprire i posti, la pretesa del candidato resta infondata.

I Fatti del Caso: Una Lunga Attesa per la Progressione di Carriera

La vicenda trae origine da un corso-concorso indetto nel 2007 da un Ministero per la progressione verticale del proprio personale da un’area funzionale a quella superiore. Il bando prevedeva la copertura di 920 posti. Tuttavia, un decreto ministeriale aveva autorizzato la copertura di soli 460 posti, subordinando l’assunzione per i posti rimanenti a una successiva autorizzazione.

Un dipendente, partecipando alla selezione, si classificava come idoneo ma in una posizione ben oltre i 460 posti autorizzati. Nel frattempo, interveniva una importante riforma del pubblico impiego (D.Lgs. 150/2009), che modificava le regole sulle progressioni di carriera, limitandole e privilegiando i concorsi pubblici. Le graduatorie definitive venivano pubblicate solo dopo l’entrata in vigore di questa riforma.

Il lavoratore agiva in giudizio per ottenere il diritto all’inquadramento superiore, sostenendo che l’amministrazione avrebbe dovuto procedere allo scorrimento graduatoria per coprire i posti resisi vacanti. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano la sua domanda, portando il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

Lo Scorrimento Graduatoria e la Decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha confermato le decisioni dei giudici di merito, rigettando il ricorso del lavoratore. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa dei presupposti necessari per far valere il diritto all’assunzione tramite scorrimento, distinguendo nettamente la posizione di ‘idoneo’ da quella di ‘vincitore’ e sottolineando il ruolo cruciale degli atti autorizzativi.

Le Motivazioni della Corte: Autorizzazione e Diritto Quesito

Il ragionamento della Cassazione si articola su tre pilastri fondamentali: la mancanza di autorizzazione, l’assenza di un diritto quesito di fronte alla nuova legge e l’onere della prova a carico del lavoratore.

L’Autorizzazione come Condizione Sospensiva

Il punto centrale della decisione è che il bando di concorso stesso configurava l’assunzione per i posti eccedenti i 460 come un evento futuro e incerto, esplicitamente subordinato al rilascio di una specifica autorizzazione. Poiché tale autorizzazione non è mai intervenuta, la condizione sospensiva a cui era legato il diritto all’assunzione non si è mai avverata. Di conseguenza, il lavoratore non poteva vantare alcuna pretesa giuridicamente tutelabile per quei posti.

L’Impatto dello Ius Superveniens e l’Assenza di un Diritto Quesito

La Corte chiarisce che il diritto soggettivo all’assunzione si consolida solo in un momento preciso: con l’approvazione della graduatoria e la collocazione del candidato in una ‘posizione utile’ rispetto ai posti messi a concorso e formalmente autorizzati. Nel caso di specie, al momento dell’entrata in vigore della riforma del 2009, la graduatoria non era ancora stata approvata e, in ogni caso, mancava l’autorizzazione per i posti aggiuntivi. Pertanto, il lavoratore non aveva maturato alcun ‘diritto quesito’ che potesse resistere alla nuova normativa, la quale ha legittimamente impedito la stipula di nuovi contratti secondo le vecchie regole.

L’Onere della Prova nello Scorrimento per Turn-Over

Infine, la Corte ha affrontato la questione dello scorrimento graduatoria per coprire i posti resisi vacanti per via del turn-over (pensionamenti, dimissioni, etc.). Anche su questo punto, il ricorso è stato respinto. I giudici hanno sottolineato che spetta al lavoratore che agisce in giudizio non solo allegare, ma anche provare in modo specifico e dettagliato, l’esistenza di tutti i presupposti per lo scorrimento. Questi includono l’approvazione e la validità della graduatoria, la vacanza di posti specifici e, soprattutto, la decisione dell’amministrazione di coprire tali vacanze attingendo da quella specifica graduatoria. Una mera affermazione generica sulla carenza di organico non è sufficiente a fondare il diritto.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame offre importanti spunti di riflessione per i dipendenti pubblici. In primo luogo, conferma che l’idoneità in un concorso non equivale a un diritto automatico all’assunzione. In secondo luogo, evidenzia l’importanza cruciale degli atti formali, come i decreti di autorizzazione, che definiscono il perimetro dei posti effettivamente disponibili. Infine, ribadisce un principio fondamentale del processo: chi fa valere un diritto in giudizio ha l’onere di provare tutti i fatti che ne costituiscono il fondamento, senza poter fare affidamento su generiche contestazioni o sulla semplice inerzia della controparte.

Un candidato idoneo in una graduatoria ha sempre diritto all’assunzione tramite scorrimento?
No. Il diritto all’assunzione tramite scorrimento non è automatico. Sorge solo se sussistono precise condizioni, tra cui la vigenza della graduatoria, la vacanza di un posto e, soprattutto, la decisione discrezionale dell’Amministrazione di coprire quel posto utilizzando quella specifica graduatoria anziché indire un nuovo concorso.

Una nuova legge può impedire lo scorrimento di una graduatoria precedente?
Sì. Se un candidato non ha ancora maturato un ‘diritto quesito’ (un diritto consolidato), una nuova legge (ius superveniens) può modificare le regole e impedire l’assunzione. Il diritto si consolida solo quando la graduatoria è approvata e il candidato si trova in posizione utile per un posto regolarmente autorizzato.

A chi spetta l’onere di provare che ci sono posti vacanti da coprire con lo scorrimento della graduatoria?
L’onere della prova spetta interamente al candidato che agisce in giudizio. Egli deve dimostrare non solo la vacanza dei posti, ma anche tutti gli altri elementi che compongono la fattispecie complessa del diritto allo scorrimento, come la decisione dell’Amministrazione di utilizzare la graduatoria per coprire tali posti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati