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Sanzioni Gestione Separata: la Cassazione le annulla

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3672/2025, ha annullato le sanzioni Gestione Separata addebitate a un architetto per l’anno 2005. Pur confermando l’obbligo di iscrizione e versamento dei contributi per i professionisti già lavoratori dipendenti, la Corte ha applicato una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 55/2024), stabilendo che le sanzioni per l’omessa iscrizione non sono dovute per i periodi antecedenti l’entrata in vigore della specifica normativa del 2011.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Sanzioni Gestione Separata: Vittoria per i Professionisti in Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha portato chiarezza su un tema molto dibattuto: l’obbligo di pagamento delle sanzioni Gestione Separata per architetti e ingegneri già iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria. Con la decisione n. 3672/2025, la Suprema Corte ha annullato le sanzioni per omessa iscrizione relative a periodi antecedenti al 2011, applicando un fondamentale principio stabilito dalla Corte Costituzionale.

I Fatti del Caso: un Architetto e la Doppia Posizione Contributiva

Il caso ha origine dalla vicenda di un architetto che svolgeva la propria attività professionale contemporaneamente a un lavoro di tipo dipendente. Per quest’ultima attività, era regolarmente iscritto alla gestione previdenziale dei lavoratori dipendenti. L’INPS, tuttavia, gli contestava l’omessa iscrizione alla Gestione Separata per i redditi derivanti dall’attività di architetto per l’anno 2005, emettendo un avviso di pagamento per contributi e sanzioni civili.

La Corte d’Appello aveva dato ragione all’ente previdenziale, confermando l’obbligo di pagamento integrale. Il professionista, non ritenendo corretta la decisione, ha presentato ricorso in Cassazione basato su sei distinti motivi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato i diversi motivi di ricorso, giungendo a una decisione articolata. Ha respinto le doglianze relative all’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata, confermando che anche i professionisti iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria (come quella per lavoratori dipendenti) sono tenuti a iscriversi alla Gestione Separata per i redditi professionali, qualora non possano iscriversi alla propria cassa di categoria (in questo caso, Inarcassa).

Inoltre, i giudici hanno ribadito che la prescrizione dei contributi decorre dalla data di scadenza del pagamento del saldo annuale, e non dai singoli acconti. Il punto di svolta, però, è arrivato con l’analisi del quinto motivo di ricorso, incentrato sulla legittimità delle sanzioni civili.

Le motivazioni e l’impatto delle sanzioni Gestione Separata

Il cuore della decisione risiede nell’accoglimento del motivo relativo alle sanzioni Gestione Separata. La Corte di Cassazione ha richiamato la sentenza n. 55/2024 della Corte Costituzionale. Quest’ultima ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della normativa (art. 18, co. 12, d.l. n. 98/2011) nella parte in cui non esonerava dal pagamento delle sanzioni civili gli architetti e gli ingegneri per l’omessa iscrizione alla Gestione Separata relativa a periodi antecedenti alla sua entrata in vigore.

In pratica, la Corte Costituzionale ha stabilito che non si possono applicare retroattivamente sanzioni per una condotta (la mancata iscrizione) che, all’epoca dei fatti (in questo caso il 2005), era oggetto di incertezza normativa. La Cassazione, applicando direttamente questo principio, ha stabilito che le sanzioni civili addebitate al professionista per l’anno 2005 non erano dovute.

Conclusioni

La sentenza va cassata in relazione all’accoglimento del quinto motivo di ricorso. Poiché non sono necessari ulteriori accertamenti di fatto, la causa viene decisa nel merito: il professionista non è tenuto al pagamento delle sanzioni civili relative alla sua iscrizione alla Gestione Separata per l’anno 2005. Questa ordinanza rappresenta un punto fermo per tutti i professionisti, in particolare architetti e ingegneri, che si sono trovati in una situazione analoga. Sebbene l’obbligo contributivo alla Gestione Separata sia confermato in virtù del principio di universalizzazione della copertura assicurativa, le sanzioni per le omissioni passate (anteriori al 2011) sono state definitivamente annullate. Una decisione che porta equità e certezza del diritto, eliminando oneri sanzionatori ritenuti incostituzionali.

Un professionista già lavoratore dipendente deve iscriversi alla Gestione Separata INPS per l’attività autonoma?
Sì, la Corte ha confermato che ingegneri e architetti iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria, per i quali è preclusa l’iscrizione alla loro cassa di categoria (Inarcassa), sono tenuti a iscriversi alla Gestione Separata presso l’INPS per i redditi derivanti dall’attività professionale.

Da quando decorre la prescrizione per i contributi dovuti alla Gestione Separata?
La prescrizione decorre dal termine più avanzato fissato per il pagamento dell’onere contributivo, ovvero quello per il versamento del saldo annuale, e non dalle scadenze dei singoli acconti.

Le sanzioni Gestione Separata per omessa iscrizione sono sempre dovute da architetti e ingegneri?
No. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 55/24, le sanzioni civili per l’omessa iscrizione non sono dovute per i periodi antecedenti l’entrata in vigore della normativa del 2011, come nel caso specifico relativo all’anno 2005.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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