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Sanzione disciplinare medico: la Cassazione conferma

Un medico riceve una sanzione disciplinare per gravi inadempienze, tra cui l’abbandono della sala operatoria. Il professionista si oppone, eccependo la tardività della contestazione e giustificando le proprie azioni con l’eccessivo carico di lavoro. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso, confermando la legittimità della sanzione disciplinare medico. La Corte chiarisce l’applicazione della sospensione dei termini procedurali durante l’emergenza Covid-19 e afferma che le problematiche relative ai turni di lavoro non possono mai giustificare l’abbandono del posto di lavoro in situazioni delicate e urgenti.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Sanzione Disciplinare Medico: L’Orario di Lavoro non Giustifica l’Abbandono del Paziente

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un caso delicato riguardante la sanzione disciplinare medico, stabilendo principi fondamentali sulla responsabilità professionale e sui limiti delle giustificazioni legate alle condizioni di lavoro. La Suprema Corte ha confermato la legittimità di una sanzione inflitta a un medico per una serie di gravi mancanze, tra cui l’abbandono della sala operatoria durante un intervento urgente. Questa decisione offre spunti cruciali sulla tempestività delle contestazioni disciplinari, specialmente in relazione alle sospensioni dei termini introdotte durante l’emergenza Covid-19.

I Fatti di Causa

Un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) avviava un procedimento disciplinare nei confronti di una professionista a seguito di diversi episodi critici. Tra le accuse principali figuravano:

1. Un diverbio con il primario seguito dall’abbandono della sala operatoria durante un intervento chirurgico delicato e urgente.
2. La mancata presentazione in servizio per un altro intervento programmato.
3. Il rifiuto di ricoverare alcuni pazienti in lista per essere operati.

La professionista impugnava la sanzione, sostenendo innanzitutto che la contestazione disciplinare fosse tardiva. In secondo luogo, giustificava le proprie azioni, in particolare l’allontanamento dalla sala operatoria, affermando che erano stati superati i limiti dell’orario di lavoro previsti dalla normativa. Infine, lamentava il carattere ritorsivo della sanzione.

La Sanzione Disciplinare Medico e la Sospensione dei Termini Covid-19

Uno dei punti centrali del ricorso riguardava la presunta tardività della contestazione disciplinare. La lavoratrice sosteneva che i termini per l’avvio del procedimento fossero scaduti. La Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, fornendo un’interpretazione chiara della normativa emergenziale (D.L. n. 18/2020).

Secondo la Corte, la sospensione dei termini per i procedimenti disciplinari nella Pubblica Amministrazione, introdotta per far fronte alla pandemia, ha avuto efficacia retroattiva. La sospensione decorreva dal 23 febbraio 2020 fino al 15 maggio 2020. Questo periodo, pertanto, non doveva essere conteggiato ai fini del calcolo della decadenza. Applicando questo principio, la Corte ha concluso che l’azione disciplinare dell’ASL era stata avviata tempestivamente per tutti gli addebiti contestati.

Il Dovere di Cura Prevale sulle Questioni Relative all’Orario di Lavoro

La difesa più significativa del medico si basava sulla presunta illegittimità dei turni di lavoro. La professionista riteneva che l’aver superato l’orario massimo consentito giustificasse il suo allontanamento dalla sala operatoria. La Cassazione ha fermamente respinto questa linea difensiva, qualificandola come una giustificazione inaccettabile fornita ex post.

La Corte ha stabilito che, sebbene un lavoratore abbia il diritto di contestare turni di lavoro non conformi alla legge, esistono sedi e modalità appropriate per farlo. Tali contestazioni non possono mai tradursi nell’abbandono del posto di lavoro, specialmente in un contesto di estrema delicatezza come una sala operatoria durante un intervento urgente. Il dovere di cura e la protezione della salute del paziente sono interessi primari che non tollerano interruzioni basate su rivendicazioni personali, che devono essere fatte valere attraverso gli strumenti legali preposti.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha rigettato il ricorso del medico su tutta la linea. In primo luogo, ha confermato la tempestività della contestazione, chiarendo la portata retroattiva della sospensione dei termini durante l’emergenza sanitaria. In secondo luogo, ha ritenuto che la violazione della normativa sull’orario di lavoro, anche se provata, non costituisce una valida causa di giustificazione per l’abbandono del servizio, un atto che integra un grave illecito disciplinare. L’insistenza del medico sul tema degli orari è stata giudicata priva di decisività rispetto alla gravità delle violazioni commesse. Infine, la Corte ha considerato infondata l’accusa di ritorsività. Poiché i fatti contestati erano stati provati e la sanzione ritenuta proporzionata alla loro gravità, veniva a mancare il presupposto di un intento persecutorio da parte del datore di lavoro. Il corretto esercizio del potere disciplinare, basato su elementi oggettivi, esclude di per sé la natura ritorsiva del provvedimento.

Le conclusioni

La sentenza rafforza un principio cardine della responsabilità professionale in ambito sanitario: i doveri di cura e assistenza verso il paziente hanno una priorità assoluta. Le eventuali controversie relative alle condizioni di lavoro, come il rispetto degli orari, devono essere risolte nelle sedi competenti e non possono mai legittimare condotte che mettano a rischio la salute dei pazienti. La decisione serve da monito, sottolineando che la tutela dei propri diritti di lavoratore non può avvenire a discapito dei doveri etici e professionali, specialmente per chi opera in un settore così critico come quello della sanità.

Come ha inciso la normativa emergenziale Covid-19 sui termini dei procedimenti disciplinari?
La normativa ha sospeso tutti i termini dei procedimenti disciplinari pendenti o iniziati dopo il 23 febbraio 2020. La Corte di Cassazione ha chiarito che tale sospensione, protrattasi fino al 15 maggio 2020, ha avuto efficacia retroattiva, neutralizzando il periodo ai fini del calcolo di eventuali decadenze.

Un medico può abbandonare una sala operatoria o assentarsi da un turno se ritiene che i suoi orari di lavoro siano illegittimi?
No. Secondo la Corte di Cassazione, le contestazioni relative agli orari di lavoro devono essere sollevate nelle sedi appropriate e non possono mai giustificare l’abbandono del posto di lavoro, specialmente durante un intervento chirurgico delicato e urgente. La tutela del paziente è un dovere prevalente.

Quando una sanzione disciplinare può essere considerata ritorsiva?
Una sanzione è ritorsiva quando non è fondata su una reale mancanza del lavoratore, ma costituisce unicamente una reazione ingiusta del datore di lavoro a un comportamento legittimo del dipendente (es. una rivendicazione di diritti). Se, come nel caso di specie, la sanzione è basata su fatti concreti e provati ed è proporzionata alla loro gravità, viene meno il presupposto dell’intento ritorsivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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