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Sanzione disciplinare docente: chi è competente?

Un docente ha impugnato una sanzione disciplinare di sospensione di due giorni irrogata dal dirigente scolastico, sostenendone l’incompetenza. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: per una sanzione disciplinare docente, la competenza a procedere non si valuta sulla base della sanzione concretamente inflitta, ma sulla base della sanzione massima prevista dalla legge per quella tipologia di infrazione. Poiché per i docenti la sospensione può arrivare fino a un mese, la competenza spetta all’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari (UPD) e non al dirigente scolastico.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Sanzione Disciplinare Docente: la Competenza si Basa sulla Pena Massima

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale in materia di sanzione disciplinare docente: la competenza a giudicare non dipende dalla sanzione effettivamente irrogata, ma da quella massima prevista dalla legge per l’infrazione contestata. Questa decisione ribalta un orientamento precedente e stabilisce un principio di garanzia fondamentale per il personale della scuola, distinguendo nettamente le procedure applicabili ai docenti da quelle per il personale ATA.

I Fatti del Caso

Un docente di religione veniva sanzionato con la sospensione dal servizio e dalla retribuzione per due giorni dal proprio dirigente scolastico. La contestazione nasceva da un episodio in cui il docente si era rivolto al dirigente con ‘toni irriguardosi e plateali’ per protestare contro la decisione di mantenere la scuola aperta durante uno sciopero del personale ATA. Il docente decideva di impugnare il provvedimento, non tanto nel merito della condotta, quanto per un vizio di procedura: sosteneva che il dirigente scolastico non fosse l’organo competente a irrogare tale sanzione. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano il suo ricorso, ritenendo che, essendo la sanzione inflitta (due giorni) inferiore al limite di dieci giorni, rientrasse pienamente nei poteri del dirigente.

La Questione di Competenza: Chi Può Sanzionare un Docente?

Il cuore della controversia legale risiede nella corretta interpretazione delle norme che ripartiscono la competenza disciplinare all’interno dell’istituzione scolastica. La difesa del docente si basava sull’idea che, per il personale docente, la normativa di riferimento (il D.Lgs. 297/1994, richiamato anche dai Contratti Collettivi) prevede sanzioni di sospensione che possono arrivare fino a un mese. Secondo questa tesi, la competenza per infrazioni punibili con una sanzione così grave spetta all’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari (UPD) e non al dirigente di istituto. La Corte d’Appello, invece, aveva valorizzato l’entità della sanzione concretamente inflitta, giudicandola compatibile con i poteri del dirigente.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Sanzione Disciplinare Docente

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del docente, cassando la sentenza d’appello e affermando un principio di diritto ormai consolidato. I giudici hanno stabilito che la competenza dell’organo disciplinare si determina esclusivamente sulla base della sanzione edittale massima prevista per i fatti contestati, e non sulla base della misura che l’amministrazione prevede di irrogare in concreto.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha spiegato che la contrattazione collettiva ha sempre differenziato il codice disciplinare per il personale docente da quello per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA). Mentre per il personale ATA è prevista una sospensione massima di dieci giorni di competenza del dirigente (art. 95 CCNL 2006/2009), per i docenti la normativa (D.Lgs. 297/1994) prevede sanzioni più severe, come la sospensione dall’insegnamento fino a un mese. Poiché l’infrazione contestata al docente era astrattamente riconducibile a una fattispecie punibile con la sospensione fino a un mese, la competenza non poteva che essere dell’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari. La valutazione ex ante della sanzione irrogabile, definita ‘meramente ipotetica e discrezionale’, non può derogare a questa regola di competenza, posta a garanzia del dipendente. Pertanto, il procedimento disciplinare avviato e concluso dal dirigente scolastico era illegittimo per incompetenza.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza le garanzie procedurali per il personale docente. Stabilisce in modo inequivocabile che, per ogni sanzione disciplinare docente che possa astrattamente comportare una sospensione superiore a dieci giorni, la competenza è dell’UPD. I dirigenti scolastici non possono avviare e concludere procedimenti se la sanzione massima prevista dalla legge per quella condotta supera la loro soglia di competenza, anche se intendono poi applicare una pena più lieve. La sentenza impugnata è stata annullata e la causa rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo fondamentale principio di diritto.

Chi è competente a irrogare una sanzione disciplinare a un docente?
La competenza dipende dalla gravità della sanzione massima prevista dalla legge per l’infrazione. Per sanzioni che prevedono la sospensione fino a un mese, come nel caso dei docenti, la competenza è dell’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari (U.P.D.), non del dirigente scolastico.

Come si determina la competenza per una sanzione disciplinare docente?
La competenza si determina sulla base della sanzione massima astrattamente prevista dalla normativa per la condotta contestata (sanzione edittale), e non sulla base della sanzione che l’amministrazione decide di infliggere concretamente.

La sospensione fino a 10 giorni è sempre di competenza del dirigente scolastico?
No. Questo limite di competenza per il dirigente scolastico si applica solo al personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (ATA). Per il personale docente, la normativa di riferimento (D.Lgs. 297/1994) prevede la sospensione fino a un mese, il che sposta la competenza all’U.P.D.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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