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Ruolo provvisorio ad esaurimento: esclusione da selezioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che un dipendente inserito in un “ruolo provvisorio ad esaurimento” presso un Ministero non può essere equiparato al personale di ruolo di quella stessa amministrazione. Di conseguenza, è legittima la sua esclusione da una procedura di progressione economica interna, in quanto tale status ha la sola funzione di gestire la transizione del lavoratore verso una collocazione definitiva, senza conferire i diritti del personale di ruolo.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Ruolo Provvisorio ad Esaurimento: Niente Progressioni di Carriera

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale per molti dipendenti pubblici in transizione: essere inseriti in un ruolo provvisorio ad esaurimento non equivale a far parte del personale di ruolo di un’amministrazione. Questa distinzione, apparentemente tecnica, ha implicazioni concrete significative, come l’impossibilità di partecipare alle selezioni interne per le progressioni economiche. Analizziamo insieme la vicenda e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso: un Percorso Lavorativo Complesso

La protagonista della vicenda è una lavoratrice, ex dipendente dell’Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS). A seguito di una riorganizzazione, viene inserita in un ruolo provvisorio ad esaurimento presso il Ministero delle Finanze. Da qui, viene prima distaccata presso un altro ente, poi dichiarata in esubero e, infine, presta servizio presso il Ministero della Giustizia.

Nel 2010, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) indice una selezione interna per la progressione economica, riservata al proprio personale di ruolo. La lavoratrice, trovandosi ancora formalmente nel ruolo provvisorio gestito dal MEF, presenta domanda, ma viene esclusa. La motivazione? Non apparteneva al personale di ruolo del Ministero, ma a una categoria a parte, creata appositamente per gestire la sua ricollocazione.

Mentre il Tribunale di primo grado le dà ragione, la Corte d’Appello ribalta la decisione. La lavoratrice decide quindi di ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte: il Ruolo Provvisorio non è un Ruolo Ordinario

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della dipendente, confermando la sua esclusione dalla selezione. Sebbene la Corte d’Appello avesse basato la sua decisione su un’errata valutazione dell’anzianità di servizio, la Cassazione ha corretto la motivazione in diritto, arrivando però alla stessa conclusione.

Il punto focale della decisione è la natura stessa del ruolo provvisorio ad esaurimento. La Corte ha ribadito un principio già espresso in altre sentenze: questo speciale status non è equiparabile a quello dei dipendenti di ruolo dell’amministrazione che lo gestisce.

Le Motivazioni: la Natura Speciale del Ruolo Provvisorio ad Esaurimento

Le motivazioni della Suprema Corte sono chiare e si basano sulla finalità per cui il ruolo provvisorio ad esaurimento è stato istituito. La legge lo ha creato con uno scopo ben preciso: gestire, sia dal punto di vista amministrativo che contabile, i rapporti di lavoro del personale in transizione, nel tempo necessario a trovare loro una definitiva ricollocazione presso altre amministrazioni.

In altre parole, si tratta di uno strumento temporaneo e gestionale. Il lavoratore inserito in tale ruolo non diventa, per ciò solo, un dipendente di ruolo del Ministero che lo gestisce (in questo caso, il MEF). La sua appartenenza a quel Ministero è puramente funzionale alla sua transizione. La sua effettiva e definitiva appartenenza a un’amministrazione si realizza solo con l’inquadramento finale, che nel caso della ricorrente è avvenuto presso il Ministero della Giustizia, e per di più in una data successiva a quella del bando di selezione.

Di conseguenza, al momento della selezione, la lavoratrice non possedeva il requisito fondamentale per partecipare: essere una dipendente di ruolo del MEF. La sua esclusione, pertanto, è stata ritenuta legittima.

Le Conclusioni: Implicazioni per i Dipendenti Pubblici

Questa ordinanza fornisce un’importante lezione per i dipendenti pubblici che si trovano o si sono trovati in situazioni di transizione a seguito di riforme della pubblica amministrazione. Lo status di appartenenza a un ruolo provvisorio ad esaurimento deve essere interpretato restrittivamente: esso garantisce la continuità del rapporto di lavoro, ma non conferisce automaticamente tutti i diritti e le prerogative del personale di ruolo dell’amministrazione che lo gestisce. Per poter partecipare a selezioni interne e ad altre opportunità di carriera, è necessario aver completato il processo di transizione ed essere formalmente inquadrati nei ruoli di pianta organica dell’amministrazione di destinazione.

Un dipendente in ‘ruolo provvisorio ad esaurimento’ è considerato personale di ruolo dell’amministrazione che lo gestisce?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il ruolo provvisorio ad esaurimento è uno strumento creato esclusivamente per gestire la transizione dei lavoratori verso altre amministrazioni e non è equiparabile all’inquadramento nel personale di ruolo.

È legittimo escludere da una selezione interna un lavoratore appartenente a un ruolo provvisorio ad esaurimento?
Sì. Se la selezione è riservata al personale di ruolo di una specifica amministrazione, è legittimo escludere chi appartiene a un ruolo provvisorio, poiché tale status ha una natura e una finalità diverse e non conferisce l’appartenenza organica a quell’amministrazione.

Qual era lo scopo del ‘ruolo provvisorio ad esaurimento’ istituito per il personale AAMS?
Lo scopo era gestire i rapporti di lavoro del personale dell’ente soppresso sul piano amministrativo e contabile, nel tempo necessario per attuare la loro definitiva ricollocazione presso altre amministrazioni pubbliche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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