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Rivalutazione contributiva amianto: il dies a quo

Un lavoratore ha richiesto la rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto. La Corte d’Appello ha respinto le eccezioni di decadenza e prescrizione, stabilendo che la prescrizione decennale decorre dalla consapevolezza del diritto (domanda all’INAIL) e non dalla fine del rapporto di lavoro. Tuttavia, ha rigettato la domanda nel merito, poiché la perizia tecnica (CTU) ha accertato un periodo di esposizione inferiore ai dieci anni richiesti dalla legge.

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Pubblicato il 17 aprile 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Rivalutazione contributiva amianto: il diritto autonomo e la decorrenza della prescrizione

La richiesta di benefici previdenziali per esposizione ad amianto è una materia complessa, dove questioni procedurali come decadenza e prescrizione si intrecciano con accertamenti tecnici rigorosi. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Cagliari offre chiarimenti fondamentali sul tema della rivalutazione contributiva amianto, distinguendo la natura del diritto e il momento esatto da cui far decorrere la prescrizione. Analizziamo insieme questo importante caso.

I Fatti di Causa

Un lavoratore, dopo una lunga carriera come tubista e metalmeccanico in diversi stabilimenti industriali e centrali termoelettriche, ha adito il Tribunale per ottenere la rivalutazione dei contributi versati, sostenendo di essere stato esposto a fibre di amianto per un lungo periodo. In primo grado, la sua domanda è stata rigettata. Il giudice ha accolto l’eccezione di decadenza sollevata dall’ente previdenziale, ritenendo scaduto il termine triennale per agire.

Il lavoratore ha quindi presentato appello, contestando la decorrenza della decadenza. L’ente previdenziale, a sua volta, ha non solo resistito all’appello ma ha anche proposto un appello incidentale, sostenendo che il diritto del lavoratore fosse comunque estinto per prescrizione.

L’Analisi della Corte d’Appello sulle eccezioni preliminari

La Corte d’Appello ha ribaltato la decisione di primo grado, analizzando in modo approfondito e distinto le eccezioni di decadenza e prescrizione, giungendo a conclusioni opposte rispetto al Tribunale.

Decadenza vs. Prescrizione: Una Distinzione Cruciale

Il primo punto affrontato è stata l’eccezione di decadenza. La Corte ha chiarito che il diritto alla rivalutazione contributiva amianto non è una semplice richiesta di ricalcolo di una pensione già esistente, ma costituisce un diritto autonomo. Esso si fonda su presupposti specifici (l’esposizione qualificata all’amianto) e ha una sua individualità rispetto al diritto alla pensione. Di conseguenza, non si applicano le norme sulla decadenza triennale introdotte nel 2011 per le azioni relative a prestazioni pensionistiche parzialmente riconosciute. Poiché il lavoratore aveva presentato la domanda amministrativa e quella giudiziale entro il triennio, nessuna decadenza si era verificata.

Il Dies a Quo della Prescrizione per la rivalutazione contributiva amianto

Superato lo scoglio della decadenza, la Corte ha esaminato l’appello incidentale sulla prescrizione. L’ente previdenziale sosteneva la decorrenza del termine decennale dalla cessazione dei singoli periodi lavorativi. La Corte ha invece sposato un orientamento consolidato e più favorevole al lavoratore. Vista la complessità tecnica e la difficoltà di avere piena consapevolezza del danno e del relativo diritto, la prescrizione non può decorrere dalla mera cessazione dell’esposizione. Il dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a contarsi il termine decennale, coincide con il momento in cui il lavoratore acquisisce una conoscibilità concreta dell’esistenza del diritto. Questo momento, secondo la Corte, di regola corrisponde alla data di presentazione della domanda all’INAIL per ottenere la certificazione dell’esposizione. Poiché nel caso di specie tutte le azioni successive erano state intraprese nei termini, anche l’eccezione di prescrizione è stata rigettata.

Le Motivazioni: La Valutazione nel Merito e l’Esito della CTU

Una volta stabilito che il lavoratore aveva il diritto di agire in giudizio, la Corte è passata all’esame del merito della domanda. La questione centrale era determinare se l’esposizione all’amianto avesse superato la soglia di legge (0,1 ff/cm3) per un periodo complessivo di almeno dieci anni. Per accertare questo fatto, è stata disposta una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU).

L’esperto, dopo un’analisi minuziosa della complessa e frammentata carriera lavorativa del ricorrente, ha concluso che, sebbene vi fossero stati periodi con esposizione superiore alla soglia, la loro durata complessiva, anche considerando la stima più favorevole, risultava di poco inferiore a 10 anni. La Corte ha ritenuto le conclusioni del consulente accurate, ben motivate e basate sugli elementi documentali disponibili, facendole proprie.

Le Conclusioni: Domanda Rigettata nel Merito

In definitiva, la sentenza ha un esito duplice. Da un lato, accoglie l’appello del lavoratore sulle questioni procedurali, stabilendo principi importanti in materia di decadenza e prescrizione per la rivalutazione contributiva amianto. Dall’altro, rigetta la domanda nel merito, poiché non è stato raggiunto il requisito sostanziale dei dieci anni di esposizione qualificata. Questo caso dimostra come, anche superando le barriere procedurali, la prova rigorosa dei fatti costitutivi del diritto, supportata da accertamenti tecnici, rimanga l’elemento decisivo per l’accoglimento della domanda.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il diritto alla rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto?
La prescrizione decennale inizia a decorrere non dalla fine del rapporto di lavoro, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce una concreta conoscenza del proprio diritto, che di regola coincide con la data di presentazione della domanda all’INAIL per la certificazione dell’esposizione.

Il diritto alla rivalutazione per amianto è soggetto alla decadenza triennale prevista per le pensioni?
No. La Corte ha stabilito che si tratta di un diritto autonomo e non di un mero ricalcolo della pensione. Pertanto, non è soggetto alla decadenza triennale prevista per le azioni giudiziarie relative a prestazioni pensionistiche parzialmente riconosciute.

Cosa è necessario dimostrare nel merito per ottenere la rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto?
È indispensabile provare, attraverso documentazione e consulenze tecniche, di essere stati esposti a fibre di amianto in concentrazione superiore ai limiti di legge per un periodo complessivo di almeno dieci anni. La mancanza di questo requisito temporale impedisce il riconoscimento del beneficio, anche se le eccezioni di prescrizione e decadenza sono state superate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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