Riunione dei Ricorsi in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico
Quando più parti impugnano la stessa sentenza, il nostro ordinamento processuale prevede un meccanismo fondamentale per garantire coerenza e uniformità: la riunione dei ricorsi. Questa procedura, disciplinata dall’articolo 335 del Codice di Procedura Civile, non è una mera facoltà del giudice, ma un obbligo preciso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare in dettaglio questo importante principio e le sue implicazioni pratiche.
I Fatti di Causa
Il caso trae origine da una controversia in materia di formazione specialistica medica. Una professionista, ritenendosi lesa da una decisione della Corte d’Appello di Roma, presentava ricorso per Cassazione. Successivamente, veniva depositato un ulteriore ricorso avverso la medesima sentenza. La Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi, si è trovata di fronte a due impugnazioni distinte ma dirette contro lo stesso provvedimento. Questa situazione ha immediatamente attivato le previsioni normative in materia.
La Decisione della Corte e la Riunione dei Ricorsi
La Corte di Cassazione, rilevata la pendenza di due distinti ricorsi contro la stessa sentenza, ha emesso un’ordinanza interlocutoria di natura puramente processuale. Senza entrare nel merito della controversia, i giudici hanno disposto la riunione dei ricorsi, ordinando che il secondo ricorso (successivo) fosse unito al primo (precedente) per essere trattati e decisi congiuntamente.
Le Motivazioni
La motivazione alla base di questa decisione è tanto semplice quanto fondamentale e risiede interamente nel dettato dell’articolo 335 del Codice di Procedura Civile. Questa norma stabilisce che tutti i ricorsi proposti separatamente contro la stessa sentenza devono essere riuniti, anche d’ufficio, in un unico processo.
Lo scopo di questa disposizione è duplice:
1. Economia Processuale: Evitare la duplicazione di attività processuali identiche, ottimizzando i tempi e le risorse della giustizia.
2. Prevenzione di Giudicati Contrastanti: Scongiurare il rischio, altrimenti concreto, che i diversi ricorsi possano portare a decisioni differenti o addirittura contraddittorie sulla medesima questione giuridica. La riunione dei ricorsi assicura che vi sia un’unica pronuncia, coerente e definitiva.
La Corte ha quindi agito non per scelta discrezionale, ma in adempimento di un preciso dovere imposto dalla legge (ex lege), volto a preservare la logica e la coerenza del sistema giudiziario.
Le Conclusioni
L’ordinanza in esame, pur nella sua brevità, riafferma un principio cardine del diritto processuale. La riunione dei ricorsi non è un cavillo tecnico, ma uno strumento essenziale per la certezza del diritto. Garantisce alle parti che la loro vicenda, seppur impugnata da più angolazioni, riceverà una risposta unitaria e non frammentata. Per gli operatori del diritto, questo provvedimento serve come promemoria dell’importanza di verificare la pendenza di altre impugnazioni contro la stessa sentenza, essendo la riunione un passaggio obbligato del processo di legittimità.
Perché la Corte ha deciso di unire i due ricorsi?
La Corte ha unito i due ricorsi perché erano stati presentati contro la stessa identica sentenza della Corte d’Appello. L’articolo 335 del codice di procedura civile impone al giudice di disporre la riunione in questi casi.
Qual è lo scopo principale della riunione dei ricorsi?
Lo scopo principale è evitare che vengano emesse decisioni diverse o contraddittorie sullo stesso caso. La riunione garantisce che tutte le impugnazioni contro un unico provvedimento siano decise con un’unica sentenza, assicurando coerenza e certezza del diritto.
La riunione dei ricorsi è una scelta del giudice o un obbligo?
Sulla base di quanto affermato nell’ordinanza, la riunione è un obbligo imposto dalla legge (l’art. 335 c.p.c. ‘impone la riunione’). Il giudice, una volta rilevata la presenza di più ricorsi contro la stessa decisione, deve procedere alla loro unificazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 8377 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 3 Num. 8377 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 28/03/2024
O R D I N A N Z A
sul ricorso n. 8906/21 vertente
tra
-) COGNOME , domiciliata ex lege all’indirizzo PEC del proprio difensore, difesa dall’avvocato NOME COGNOME;
– ricorrente –
contro
-) PRESIDENZA DEL RAGIONE_SOCIALE , RAGIONE_SOCIALE, RAGIONE_SOCIALE, RAGIONE_SOCIALE, RAGIONE_SOCIALE , in persona dei rispettivi ministri pro tempore , domiciliati ex lege in Roma, INDIRIZZO presso l’Avvocatura Generale dello Stato da cui sono rappresentati e difesi;
– controricorrenti – avverso la sentenza della Corte d’appello di Roma 15 settembre 2020 n. 4261;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 25 gennaio 2024 dal AVV_NOTAIO;
ritenuto che:
avverso la medesima sentenza impugnata con il presente ricorso risulta proposto un ricorso precedente, iscritto al n.r.g. NUMERO_DOCUMENTO , chiamato anch’esso all’odierna adunanza camerale;
considerato che:
Oggetto:
specializzandi
l’art. 335 c.p.c. impone la riunione dei ricorsi proposti contro la medesima decisione e rilevato che deve disporsi la riunione del presente ricorso, quale ricorso successivo, a quello precedente;
P.Q.M.
La Corte, visto l’art. 335 c.p.c., dispone la riunione del presente ricorso a quello iscritto al n.r.g. NUMERO_DOCUMENTO, proposto avverso la medesima sentenza. Così deciso in Roma, il 25.1.2024, nella camera di consiglio della Terza