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Riunione dei ricorsi: l’obbligo ex art. 335 c.p.c.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8379/2024, ha disposto la riunione dei ricorsi proposti separatamente contro la stessa sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sull’applicazione dell’art. 335 del codice di procedura civile, che impone la trattazione congiunta di tutte le impugnazioni relative alla medesima decisione per garantire coerenza e economia processuale. Questo provvedimento sottolinea l’obbligatorietà della riunione dei ricorsi, anche d’ufficio, per evitare pronunce contrastanti.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Riunione dei ricorsi: un principio cardine del processo civile

L’ordinanza n. 8379 del 28 marzo 2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: la riunione dei ricorsi proposti contro la medesima sentenza. Sebbene di natura prettamente procedurale, questa decisione illumina l’importanza dell’economia processuale e della necessità di evitare giudicati contrastanti. Il caso trae origine da una controversia tra una specializzanda in medicina e diverse amministrazioni statali, ma il fulcro della pronuncia è l’applicazione inderogabile dell’articolo 335 del codice di procedura civile.

I fatti di causa

Una dottoressa specializzanda aveva impugnato una sentenza della Corte d’Appello di Roma. Successivamente, veniva presentato un altro ricorso avverso la stessa identica decisione. La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul secondo ricorso, si è trovata di fronte a due procedimenti separati ma diretti contro lo stesso provvedimento. Questa situazione attiva un meccanismo automatico previsto dal codice di rito.

La questione della riunione dei ricorsi

Il cuore della questione non risiede nel merito della controversia (inerente ai diritti degli specializzandi), ma in un aspetto puramente tecnico-processuale. Quando più parti, o la stessa parte con atti diversi, impugnano la stessa sentenza, il rischio è quello di avere più processi pendenti che potrebbero, in teoria, portare a decisioni diverse o contrastanti sullo stesso caso. Per evitare questa anomalia, il legislatore ha introdotto il principio della riunione dei ricorsi.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione in modo sintetico ma inequivocabile. Il fondamento giuridico è l’articolo 335 del codice di procedura civile, il quale stabilisce che tutte le impugnazioni proposte separatamente contro la stessa sentenza devono essere riunite, anche d’ufficio, in un solo processo.

La ratio della norma è duplice:
1. Economia processuale: Evitare la duplicazione di attività processuali identiche, ottimizzando le risorse del sistema giudiziario.
2. Coerenza delle decisioni: Prevenire il rischio di giudicati contrastanti, ovvero di sentenze definitive che giungano a conclusioni opposte sulla medesima questione.

La Corte ha rilevato l’esistenza di un ricorso precedente iscritto contro la stessa sentenza e, di conseguenza, ha disposto che il secondo ricorso, in quanto successivo, fosse riunito al primo. La decisione non è una facoltà del giudice, ma un obbligo imposto dalla legge (ex lege), che il giudice deve applicare non appena rileva la pendenza di più impugnazioni.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame, pur nella sua brevità, è un chiaro esempio di come funzionano i meccanismi di regolazione del processo. La riunione dei ricorsi è uno strumento essenziale per garantire l’ordine e la logicità del sistema giudiziario. Per i cittadini e le imprese, ciò si traduce in una maggiore certezza del diritto: una singola controversia riceverà una singola e definitiva risposta. La pronuncia conferma che, prima di entrare nel merito di qualsiasi questione, il giudice deve assicurarsi che il processo si svolga secondo le regole formali, la cui osservanza è garanzia di un giudizio equo e coerente.

Cosa accade se più persone o enti impugnano la stessa sentenza con ricorsi separati?
Secondo l’art. 335 del codice di procedura civile, tutti i ricorsi proposti contro la stessa sentenza devono essere riuniti in un unico procedimento. Questo avviene anche d’ufficio, cioè per iniziativa del giudice stesso.

Qual è lo scopo della riunione dei ricorsi?
La riunione dei ricorsi ha il duplice scopo di garantire l’economia processuale, evitando di duplicare le attività, e di prevenire la possibilità di decisioni contrastanti sulla stessa controversia, assicurando così la coerenza del sistema giudiziario.

Quale è stata la decisione finale della Corte in questo caso?
La Corte di Cassazione ha disposto la riunione del ricorso in esame (il più recente) a quello precedentemente proposto contro la medesima sentenza, in applicazione dell’obbligo previsto dall’art. 335 c.p.c.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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