Riunione dei ricorsi: un principio cardine del processo civile
L’ordinanza n. 8379 del 28 marzo 2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: la riunione dei ricorsi proposti contro la medesima sentenza. Sebbene di natura prettamente procedurale, questa decisione illumina l’importanza dell’economia processuale e della necessità di evitare giudicati contrastanti. Il caso trae origine da una controversia tra una specializzanda in medicina e diverse amministrazioni statali, ma il fulcro della pronuncia è l’applicazione inderogabile dell’articolo 335 del codice di procedura civile.
I fatti di causa
Una dottoressa specializzanda aveva impugnato una sentenza della Corte d’Appello di Roma. Successivamente, veniva presentato un altro ricorso avverso la stessa identica decisione. La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul secondo ricorso, si è trovata di fronte a due procedimenti separati ma diretti contro lo stesso provvedimento. Questa situazione attiva un meccanismo automatico previsto dal codice di rito.
La questione della riunione dei ricorsi
Il cuore della questione non risiede nel merito della controversia (inerente ai diritti degli specializzandi), ma in un aspetto puramente tecnico-processuale. Quando più parti, o la stessa parte con atti diversi, impugnano la stessa sentenza, il rischio è quello di avere più processi pendenti che potrebbero, in teoria, portare a decisioni diverse o contrastanti sullo stesso caso. Per evitare questa anomalia, il legislatore ha introdotto il principio della riunione dei ricorsi.
Le motivazioni della Corte
La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione in modo sintetico ma inequivocabile. Il fondamento giuridico è l’articolo 335 del codice di procedura civile, il quale stabilisce che tutte le impugnazioni proposte separatamente contro la stessa sentenza devono essere riunite, anche d’ufficio, in un solo processo.
La ratio della norma è duplice:
1. Economia processuale: Evitare la duplicazione di attività processuali identiche, ottimizzando le risorse del sistema giudiziario.
2. Coerenza delle decisioni: Prevenire il rischio di giudicati contrastanti, ovvero di sentenze definitive che giungano a conclusioni opposte sulla medesima questione.
La Corte ha rilevato l’esistenza di un ricorso precedente iscritto contro la stessa sentenza e, di conseguenza, ha disposto che il secondo ricorso, in quanto successivo, fosse riunito al primo. La decisione non è una facoltà del giudice, ma un obbligo imposto dalla legge (ex lege), che il giudice deve applicare non appena rileva la pendenza di più impugnazioni.
Le conclusioni
L’ordinanza in esame, pur nella sua brevità, è un chiaro esempio di come funzionano i meccanismi di regolazione del processo. La riunione dei ricorsi è uno strumento essenziale per garantire l’ordine e la logicità del sistema giudiziario. Per i cittadini e le imprese, ciò si traduce in una maggiore certezza del diritto: una singola controversia riceverà una singola e definitiva risposta. La pronuncia conferma che, prima di entrare nel merito di qualsiasi questione, il giudice deve assicurarsi che il processo si svolga secondo le regole formali, la cui osservanza è garanzia di un giudizio equo e coerente.
Cosa accade se più persone o enti impugnano la stessa sentenza con ricorsi separati?
Secondo l’art. 335 del codice di procedura civile, tutti i ricorsi proposti contro la stessa sentenza devono essere riuniti in un unico procedimento. Questo avviene anche d’ufficio, cioè per iniziativa del giudice stesso.
Qual è lo scopo della riunione dei ricorsi?
La riunione dei ricorsi ha il duplice scopo di garantire l’economia processuale, evitando di duplicare le attività, e di prevenire la possibilità di decisioni contrastanti sulla stessa controversia, assicurando così la coerenza del sistema giudiziario.
Quale è stata la decisione finale della Corte in questo caso?
La Corte di Cassazione ha disposto la riunione del ricorso in esame (il più recente) a quello precedentemente proposto contro la medesima sentenza, in applicazione dell’obbligo previsto dall’art. 335 c.p.c.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 8379 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 3 Num. 8379 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 28/03/2024
O R D I N A N Z A
sul ricorso n. 8449/21 vertente
tra
-) COGNOME , domiciliata ex lege all’indirizzo PEC del proprio difensore, difesa dall’avvocato NOME COGNOME;
– ricorrente –
contro
-) PRESIDENZA DEL RAGIONE_SOCIALE , RAGIONE_SOCIALE, RAGIONE_SOCIALE, RAGIONE_SOCIALE, RAGIONE_SOCIALE , in persona dei rispettivi ministri pro tempore , domiciliati ex lege in Roma, INDIRIZZO presso l’Avvocatura Generale dello Stato da cui sono rappresentati e difesi;
– controricorrenti – avverso la sentenza della Corte d’appello di Roma 15 settembre 2020 n. 4261;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 25 gennaio 2024 dal AVV_NOTAIO;
ritenuto che:
avverso la medesima sentenza impugnata con il presente ricorso risulta proposto un ricorso precedente, iscritto al n.r.g. NUMERO_DOCUMENTO , chiamato anch’esso all’odierna adunanza camerale;
considerato che:
Oggetto:
specializzandi
l’art. 335 c.p.c. impone la riunione dei ricorsi proposti contro la medesima decisione e rilevato che deve disporsi la riunione del presente ricorso, quale ricorso successivo, a quello precedente;
P.Q.M.
La Corte, visto l’art. 335 c.p.c., dispone la riunione del presente ricorso a quello iscritto al n.r.g. NUMERO_DOCUMENTO, proposto avverso la medesima sentenza. Così deciso in Roma, il 25.1.2024, nella camera di consiglio della Terza