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Riunione dei giudizi: quando è disposta in Cassazione

La Corte di Cassazione ha disposto la riunione di due procedimenti pendenti tra le stesse parti, una società di factoring e una società di distribuzione in liquidazione. Sebbene i ricorsi fossero stati proposti contro sentenze d’appello distinte, la Corte ha ravvisato una evidente connessione oggettiva e soggettiva, giustificando la trattazione congiunta ai sensi dell’art. 274 cod. proc. civ. per motivi di economia processuale e per evitare decisioni contrastanti.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Riunione dei giudizi: la Cassazione unisce due cause connesse

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza interlocutoria, ha fornito importanti chiarimenti sui presupposti per la riunione dei giudizi. Questo istituto processuale, disciplinato dall’articolo 274 del codice di procedura civile, permette di unire due o più cause pendenti davanti allo stesso giudice quando presentano elementi di connessione. La decisione in esame sottolinea come la finalità sia quella di garantire l’economia processuale e, soprattutto, di prevenire il rischio di decisioni contrastanti su questioni simili. L’ordinanza analizza il caso di due ricorsi separati, proposti dalle medesime parti, che sono stati accorpati in un unico procedimento per una trattazione congiunta.

I fatti di causa

La vicenda processuale ha origine da due distinti contenziosi che vedevano contrapposte una società di factoring (ricorrente) e una società di distribuzione di prodotti farmaceutici in liquidazione (controricorrente). Entrambe le parti avevano presentato ricorso per cassazione avverso due diverse sentenze emesse dalla Corte d’Appello di Milano in momenti differenti.

Nonostante i ricorsi fossero stati iscritti a ruolo separatamente e originassero da impugnazioni diverse, la Suprema Corte ha rilevato che tra i due procedimenti esisteva uno stretto legame. In particolare, le cause coinvolgevano le stesse identiche parti legali e presentavano profili di connessione sia dal punto di vista oggettivo (relativi alla materia del contendere) che soggettivo (relativi ai soggetti coinvolti).

La decisione della Corte sulla Riunione dei Giudizi

La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul ricorso più recente, ha notato la pendenza del procedimento precedente tra le stesse parti. Invece di procedere con una trattazione separata, i giudici hanno deciso di emettere un’ordinanza interlocutoria per disporre la riunione dei giudizi.

Facendo leva sull’articolo 274 del codice di procedura civile, la Corte ha stabilito che i due ricorsi, sebbene proposti contro sentenze d’appello distinte, dovevano essere trattati congiuntamente. La decisione si fonda sull’esistenza di ‘evidenti profili di connessione oggettiva e soggettiva’ che rendono opportuna e necessaria una valutazione unitaria.

Le motivazioni

Le motivazioni alla base della decisione sono di natura prettamente processuale e mirano a ottimizzare l’attività giurisdizionale. La Corte ha spiegato che la riunione dei giudizi è giustificata da due principi fondamentali: l’economia processuale e la coerenza delle decisioni. Trattare separatamente cause strettamente collegate comporterebbe una duplicazione di attività e un dispendio di risorse, sia per le parti che per l’ufficio giudiziario.

Ancora più importante è la necessità di evitare il cosiddetto ‘contrasto di giudicati’. Se le due cause, pur essendo connesse, venissero decise separatamente da collegi diversi o in momenti diversi, si potrebbe correre il rischio di ottenere sentenze contraddittorie sulla stessa materia o su questioni giuridiche interdipendenti. La riunione, quindi, assicura una visione d’insieme e garantisce che la decisione finale sia armonica e coerente.

Le conclusioni

L’ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce l’importanza della riunione dei giudizi come strumento essenziale per la corretta amministrazione della giustizia. La sua applicazione non è un mero automatismo, ma il risultato di una valutazione discrezionale del giudice che riconosce un legame sostanziale tra diverse controversie. Questa decisione serve da monito per gli operatori del diritto, ricordando che l’efficienza e la coerenza del sistema giudiziario passano anche attraverso una gestione attenta e coordinata dei procedimenti. La riunione delle cause connesse si conferma una pratica virtuosa per semplificare il processo e garantire certezza del diritto.

Quando il giudice può disporre la riunione di due o più giudizi?
Il giudice può disporre la riunione quando tra le cause pendenti davanti a lui esistono evidenti profili di connessione oggettiva (riguardante l’oggetto della causa) e soggettiva (riguardante le parti coinvolte), ai sensi dell’art. 274 del codice di procedura civile.

Qual è lo scopo principale della riunione dei giudizi?
Lo scopo principale è duplice: garantire l’economia processuale, evitando la duplicazione di attività, e prevenire il rischio di decisioni contrastanti (contrasto di giudicati) su questioni giuridiche collegate.

La riunione può essere disposta anche se i ricorsi sono proposti contro sentenze diverse?
Sì, come dimostra il caso in esame, la riunione può essere disposta anche se i ricorsi sono proposti avverso sentenze d’appello distinte, a condizione che sussistano i requisiti della connessione oggettiva e soggettiva tra le cause.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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