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Riscatto laurea: notifica a vecchio indirizzo è nulla

Un lavoratore ha richiesto il riscatto degli anni di laurea nel 1981. Nel 1993, l’ente previdenziale ha inviato la comunicazione con l’importo da versare al suo vecchio indirizzo, nonostante fosse a conoscenza della nuova residenza tramite i modelli contributivi del datore di lavoro. La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica era nulla. Di conseguenza, il termine di 60 giorni per il pagamento non è mai iniziato a decorrere e il lavoratore ha conservato il diritto di procedere al riscatto laurea alle condizioni economiche più vantaggiose dell’epoca della domanda originale.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Riscatto Laurea: Cosa Succede se l’INPS Sbaglia Indirizzo?

Il riscatto laurea è uno strumento fondamentale per valorizzare ai fini pensionistici il proprio percorso di studi. Ma cosa accade se la comunicazione decisiva dell’ente previdenziale viene inviata a un indirizzo sbagliato, facendo potenzialmente perdere al cittadino un diritto acquisito? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su questo punto, stabilendo un importante principio sulla diligenza della Pubblica Amministrazione.

I Fatti del Caso: Una Comunicazione Mai Ricevuta

La vicenda ha origine da una domanda di riscatto laurea presentata da un lavoratore nel lontano 1981. Anni dopo, nel 1993, l’ente previdenziale inviava la comunicazione contenente il calcolo della riserva matematica da versare. Tuttavia, la spediva all’indirizzo che il lavoratore aveva nel 1981, senza considerare che nel frattempo, nel 1990, questi si era trasferito in un’altra città.

La lettera, non recapitata, tornava al mittente per “compiuta giacenza”. Il lavoratore, ignaro di tutto, scopriva solo nel 2009 che la sua richiesta era stata di fatto archiviata per mancato pagamento. A sua difesa, egli dimostrava non solo di aver cambiato residenza, ma anche che l’ente previdenziale era a conoscenza del suo nuovo indirizzo. Il suo datore di lavoro, infatti, aveva regolarmente inviato i modelli contributivi (Modelli 01/M) per gli anni 1991, 1992 e 1993, riportando l’indirizzo corretto. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione al lavoratore, ma l’ente ricorreva in Cassazione.

La Questione Giuridica: Validità della Notifica e il riscatto laurea

Il nodo centrale della controversia era stabilire la validità della notifica inviata dall’ente. L’istituto sosteneva di aver adempiuto al suo dovere spedendo la comunicazione all’ultimo indirizzo fornito dall’interessato e che fosse onere di quest’ultimo comunicare ogni variazione. Secondo questa tesi, il diritto al riscatto a quelle condizioni doveva considerarsi decaduto per il mancato pagamento entro 60 giorni.

Al contrario, il lavoratore sosteneva che la notifica fosse nulla perché l’ente, possedendo nei propri archivi il nuovo indirizzo, avrebbe dovuto usarlo. La questione verteva quindi sulla prevalenza tra l’onere di comunicazione del cittadino e l’onere di diligenza della Pubblica Amministrazione nell’utilizzare le informazioni in suo possesso.

La Procedura di Riscatto come Fattispecie a Formazione Progressiva

I giudici hanno innanzitutto chiarito che il riscatto laurea costituisce una “fattispecie a formazione progressiva”. Ciò significa che il diritto non si perfeziona con la sola domanda, ma richiede una serie di passaggi: la richiesta del lavoratore, la comunicazione dell’importo da parte dell’ente e, infine, il pagamento. Ogni fase è essenziale per il completamento della procedura. La comunicazione dell’ente è l’atto che fa scattare il termine per il pagamento, ma solo se è valida.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso dell’ente previdenziale, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il ragionamento della Corte si è basato su un principio cardine del nostro ordinamento: la presunzione di conoscenza degli atti, sancita dall’articolo 1335 del codice civile.

Questa presunzione opera solo quando un atto giunge “all’indirizzo del destinatario”. Se l’atto viene inviato a un indirizzo errato, la presunzione non scatta. Nel caso specifico, il lavoratore aveva fornito la prova di non aver potuto ricevere la comunicazione senza sua colpa, avendo ufficializzato il suo cambio di residenza anni prima.

Il punto cruciale della decisione, però, è un altro: la Corte ha stabilito che l’ente previdenziale non poteva trincerarsi dietro la mancata comunicazione diretta del cambio di residenza. Avendo ricevuto i modelli contributivi dal datore di lavoro con l’indirizzo aggiornato, l’ente era di fatto a conoscenza della nuova residenza del lavoratore. Ignorare questa informazione e procedere con l’invio al vecchio recapito è stata considerata una mancanza di diligenza.

Di conseguenza, la notifica per compiuta giacenza presso il vecchio indirizzo è stata dichiarata nulla. Poiché la comunicazione non è mai validamente giunta al destinatario, il termine di 60 giorni per il pagamento della riserva matematica non è mai iniziato a decorrere.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un importante principio di civiltà giuridica: la Pubblica Amministrazione ha un dovere di diligenza e non può ignorare le informazioni che possiede nei propri archivi, anche se provenienti da canali diversi dalla comunicazione diretta del cittadino. La sentenza tutela il cittadino da errori e negligenze burocratiche, affermando che un diritto non può essere perso a causa di una comunicazione inviata a un indirizzo palesemente obsoleto quando l’ente dispone di quello corretto. Per il lavoratore, questo significa poter finalmente procedere al riscatto laurea alle condizioni economiche, ben più favorevoli, vigenti all’epoca della sua domanda originale del 1981.

Una comunicazione dell’INPS inviata a un vecchio indirizzo è valida?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la comunicazione non è valida se l’ente previdenziale è a conoscenza del nuovo indirizzo del destinatario, ad esempio tramite i modelli contributivi inviati dal datore di lavoro. In tal caso, la notifica è nulla.

Il termine per pagare il riscatto laurea decorre anche se non ho ricevuto la comunicazione?
No, il termine per effettuare il versamento (o pagare la prima rata) decorre esclusivamente dal momento in cui il cittadino riceve una comunicazione valida all’indirizzo corretto. Se la notifica è inviata a un indirizzo sbagliato e quindi è nulla, il termine non inizia a decorrere.

È sempre obbligo del cittadino comunicare il cambio di residenza all’INPS per una pratica di riscatto laurea?
Sebbene sia una buona prassi per il cittadino comunicare tempestivamente le variazioni anagrafiche, questa sentenza chiarisce che l’ente pubblico ha un onere di diligenza. Se l’ente viene a conoscenza del nuovo indirizzo attraverso altri canali ufficiali, come le denunce contributive, è tenuto a utilizzare tale informazione per le sue comunicazioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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