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Riscatto laurea: anni riscattabili e requisiti

Un lavoratore ha richiesto il riscatto laurea per alcuni anni di studio non conclusi con un titolo. Dopo aver frequentato un ulteriore anno presso un’altra università, ha conseguito la laurea, ma quest’ultimo anno era già coperto da contributi lavorativi. La Corte di Cassazione ha stabilito che sono riscattabili solo gli anni di studio strettamente necessari per ottenere il diploma. Di conseguenza, ha confermato la decisione di merito che escludeva dal riscatto l’anno di studio ritenuto superfluo ai fini del conseguimento del titolo.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Riscatto Laurea: Quali Anni di Studio Sono Davvero Riscattabili?

Il riscatto laurea è uno strumento fondamentale per molti lavoratori che desiderano anticipare l’accesso alla pensione o incrementare il proprio assegno futuro. Tuttavia, non tutti gli anni trascorsi all’università sono automaticamente validi ai fini pensionistici. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale: sono riscattabili solo i periodi di studio che sono stati strettamente necessari per conseguire il titolo, escludendo quelli superflui. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Un Percorso Universitario Controverso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un lavoratore che aveva frequentato tre anni di un corso di laurea triennale presso una prima università, senza però ottenere il diploma. Successivamente, per conseguire il titolo, si era iscritto a un ulteriore anno presso un secondo ateneo, completando finalmente il percorso.

Il problema sorgeva dal fatto che quest’ultimo anno di studi era già coperto da contribuzione obbligatoria, in quanto il lavoratore aveva in essere un rapporto di lavoro subordinato. Egli chiedeva quindi all’istituto previdenziale il riscatto dei tre anni frequentati presso la prima università. La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, aveva riconosciuto riscattabili solo due di questi tre anni, ritenendo il terzo anno non necessario al conseguimento del titolo, dato che il percorso legale del corso era triennale.

La Questione del riscatto laurea e il Principio di Necessità

L’istituto previdenziale aveva preliminarmente eccepito l’inammissibilità del ricorso per carenza di interesse, sostenendo che l’accredito di un solo anno in più non sarebbe stato comunque sufficiente a far maturare il diritto alla pensione di anzianità richiesta in origine. La Cassazione ha respinto tale eccezione, affermando che sussiste sempre un interesse ad aumentare il proprio montante contributivo, anche in vista di futuri trattamenti pensionistici calcolati con il sistema contributivo.

Nel merito, la Corte ha confermato la decisione dei giudici d’appello. Il punto centrale della controversia ruota attorno all’interpretazione della normativa di riferimento, la quale stabilisce che sono riscattabili i periodi corrispondenti alla durata dei corsi di studio universitario “a seguito dei quali siano stati conseguiti i diplomi”.

Le Motivazioni della Cassazione

Secondo la Suprema Corte, la legge richiede un nesso di causalità diretto e imprescindibile tra il periodo di studio che si intende riscattare e l’effettivo conseguimento del titolo. In altre parole, gli anni oggetto di riscatto devono essere stati necessari per ottenere la laurea.

Nel caso specifico, il lavoratore aveva impiegato quattro anni per un corso di laurea triennale. L’ultimo anno, necessario per laurearsi, non era riscattabile perché già coperto da contributi. Di conseguenza, dei tre anni precedenti, solo due potevano essere considerati “necessari” per completare il triennio legale. Il terzo anno frequentato presso la prima università è stato considerato, di fatto, “inutile” ai fini del conseguimento del diploma, e quindi non riscattabile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Studenti e Lavoratori

Questa pronuncia offre un’importante lezione pratica: il diritto al riscatto laurea non si estende a tutto il tempo trascorso sui banchi dell’università, ma solo alla durata legale del corso di studi che ha portato al conseguimento del titolo. Gli anni “fuori corso” o quelli frequentati in percorsi poi abbandonati e non direttamente funzionali al titolo finale potrebbero non essere riconosciuti ai fini pensionistici. La decisione ribadisce che la finalità della norma è valorizzare il percorso formativo che ha effettivamente prodotto un risultato accademico, escludendo i periodi che, alla luce del percorso complessivo, si rivelano superflui.

Quali anni universitari sono riscattabili ai fini pensionistici?
Sono riscattabili i periodi corrispondenti alla durata legale del corso di studi, a condizione che siano stati necessari per il conseguimento del diploma e non siano già coperti da altra forma di contribuzione.

Se ho frequentato un anno ‘fuori corso’, posso riscattarlo?
Sulla base di questa decisione, se un lavoratore ha impiegato più anni della durata legale del corso per laurearsi, gli anni eccedenti (o comunque quelli risultati superflui) non sono riscattabili. Il riscatto è limitato solo agli anni strettamente funzionali al conseguimento del titolo.

Posso riscattare un anno di università se in quel periodo lavoravo e versavo già i contributi?
No, la normativa esclude esplicitamente la possibilità di riscattare periodi di studio che siano già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa in qualsiasi regime previdenziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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