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Riposo settimanale: quando spetta il risarcimento?

Un dipendente pubblico ha richiesto il risarcimento per danno da usura psico-fisica a causa del lavoro svolto durante i giorni di riposo settimanale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che se il lavoro festivo rientra in una turnazione programmata, la maggiorazione economica prevista dal contratto collettivo è sufficiente a compensare il disagio. Il diritto a un ulteriore risarcimento sorge solo in caso di perdita definitiva del riposo, non per un suo semplice spostamento.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Riposo Settimanale: Quando la Maggiorazione Sostituisce il Risarcimento

Il diritto al riposo settimanale è un pilastro fondamentale del diritto del lavoro, sancito dalla Costituzione per tutelare l’integrità psico-fisica del lavoratore. Ma cosa accade quando le esigenze di servizio, specialmente nel pubblico impiego, richiedono una prestazione lavorativa proprio nel giorno destinato al riposo? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, distinguendo tra il lavoro festivo programmato e la perdita definitiva del riposo, con importanti conseguenze sul diritto al risarcimento.

I Fatti del Caso

Un dipendente di un ente comunale, con mansioni di custode di impianti sportivi, si è rivolto al giudice per ottenere il risarcimento del danno da usura psico-fisica. A suo dire, per un lungo periodo, era stato costretto a lavorare per numerosi giorni coincidenti con il suo riposo settimanale e durante festività infrasettimanali, senza poter usufruire di riposi compensativi. La sua richiesta era duplice: il risarcimento per il danno alla salute e il pagamento di una specifica maggiorazione contrattuale.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto le sue domande. Secondo i giudici di merito, il lavoratore non aveva provato di aver richiesto tempestivamente il riposo compensativo e che questo gli fosse stato negato per esigenze aziendali. Inoltre, avevano ritenuto che il trattamento economico già percepito, secondo quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di comparto, fosse sufficiente a compensare interamente il disagio derivante dal lavoro festivo.

Il Mancato Riposo Settimanale e l’Analisi della Cassazione

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso del lavoratore. La motivazione della Suprema Corte si fonda su una precisa interpretazione della disciplina contrattuale e sui principi consolidati in materia di danno da usura psico-fisica.

La Distinzione tra Lavoro Festivo Programmato e Occasionale

Il punto centrale della decisione risiede nella distinzione tra due diverse norme del CCNL di riferimento (art. 22 e art. 24).
* Art. 22 CCNL: Questa norma disciplina il lavoro prestato in un giorno festivo o di riposo da parte di dipendenti che operano su turni. In questi casi, la prestazione non è un’eccezione, ma parte della normale organizzazione del lavoro. Il contratto prevede una specifica maggiorazione economica che, secondo la Corte, ha lo scopo di compensare integralmente sia la prestazione lavorativa resa in un giorno festivo, sia il mancato godimento del riposo in quella specifica giornata.
* Art. 24 CCNL: Questa norma, invece, si applica a situazioni eccezionali o occasionali, quando al lavoratore viene richiesto di prestare attività nel suo giorno di riposo al di fuori di una turnazione programmata. In questo scenario, si applica un trattamento economico diverso.

Nel caso esaminato, la Corte ha stabilito che la prestazione del custode rientrava nell’ambito dell’art. 22, poiché svolta nel rispetto dei turni programmati e senza che vi fosse un superamento dell’orario complessivo settimanale. Di conseguenza, la maggiorazione economica percepita era da considerarsi onnicomprensiva e non cumulabile con altre indennità.

Il Danno da Usura Psico-fisica non è Automatico

Per quanto riguarda la richiesta di risarcimento per il danno da usura psico-fisica, la Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: tale danno non è una conseguenza automatica del lavoro svolto nel settimo giorno. La risarcibilità presuppone che la prestazione sia stata resa in violazione delle norme che garantiscono il riposo (art. 36 Cost. e 2109 c.c.) e, soprattutto, che abbia comportato la perdita definitiva del riposo settimanale, non un semplice slittamento temporale.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che le normative, sia interne che sovranazionali, impongono di assicurare al lavoratore un giorno di riposo ogni sette, ma non necessariamente che questo cada sempre nel settimo giorno consecutivo. Se l’organizzazione del lavoro, come nel sistema a turni, prevede che il riposo venga fruito oltre il settimo giorno, ma comunque garantito, non si configura una violazione tale da generare di per sé un danno risarcibile. Il danno sorge solo quando il riposo viene totalmente soppresso, costringendo il lavoratore a una prestazione continua e illegittima. Nel caso di specie, il lavoratore non ha fornito la prova di una tale soppressione, ma solo di un posticipo del riposo, gestito secondo le regole contrattuali del lavoro a turni e compensato economicamente.

Le Conclusioni

La decisione chiarisce che, nel contesto del pubblico impiego regolato da specifici CCNL, il lavoro durante il giorno di riposo, se inserito in una regolare turnazione, viene compensato principalmente attraverso la maggiorazione economica prevista. Per ottenere un risarcimento aggiuntivo per danno da usura psico-fisica, il lavoratore deve dimostrare non solo di aver lavorato nel giorno di riposo, ma che tale riposo è stato definitivamente perso a causa di una violazione delle norme contrattuali e legislative, e non semplicemente riprogrammato.

Lavorare durante il giorno di riposo dà sempre diritto al risarcimento del danno da usura psico-fisica?
No, secondo la sentenza, il risarcimento per danno da usura psico-fisica non è automatico. Spetta solo se il lavoro nel giorno di riposo comporta la perdita definitiva e illegittima del riposo stesso, e non un semplice spostamento o una riprogrammazione prevista dalla contrattazione collettiva, come nel caso del lavoro a turni.

Qual è la differenza tra la compensazione prevista dall’art. 22 e quella dell’art. 24 del CCNL Enti Locali?
L’art. 22 si applica al lavoro festivo svolto nell’ambito di una turnazione programmata e prevede una maggiorazione economica che compensa interamente il disagio. L’art. 24, invece, riguarda prestazioni eccezionali o occasionali richieste nel giorno di riposo, al di fuori della normale turnazione, e prevede un trattamento diverso.

È sufficiente la sola maggiorazione economica a compensare il lavoro svolto nel giorno di riposo settimanale?
Sì, nel caso in cui la prestazione lavorativa nel giorno festivo rientri in una turnazione programmata e rispetti il monte ore settimanale, la Corte ha stabilito che la maggiorazione economica prevista dal contratto collettivo (in questo caso, l’art. 22 del CCNL) è considerata sufficiente a compensare integralmente sia la prestazione in sé che il disagio per il mancato godimento del riposo in quella specifica giornata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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