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Riposo compensativo: non può coincidere con festività

La Cassazione chiarisce che il riposo compensativo per lavoro domenicale è un diritto distinto dal riposo per festività. È illegittimo per il datore di lavoro collocare tale riposo in un giorno festivo, annullando di fatto uno dei due diritti. I lavoratori hanno diritto a un giorno di riposo aggiuntivo.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Il Riposo Compensativo non può cadere in un Giorno Festivo: la Cassazione fa Chiarezza

Il diritto al riposo è un pilastro fondamentale del diritto del lavoro, ma la sua applicazione pratica può generare complesse questioni legali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso emblematico: è legittimo che il riposo compensativo, dovuto per aver lavorato di domenica, venga fissato in un giorno che è già una festività nazionale? La risposta dei giudici è stata un netto no, stabilendo un principio cruciale a tutela dei diritti dei lavoratori.

I Fatti del Caso: Lavoro Domenicale e Riposo Contestato

Tre dipendenti di una nota catena della grande distribuzione avevano lavorato domenica 4 dicembre 2016. Successivamente, l’azienda aveva concesso loro il riposo per compensare tale prestazione nelle giornate del 7 e 8 dicembre, che erano però giorni festivi (in particolare, l’8 dicembre è la festività dell’Immacolata Concezione). I lavoratori hanno agito in giudizio, sostenendo che l’azienda avesse di fatto ‘assorbito’ il loro giorno di riposo compensativo in una giornata in cui non avrebbero comunque dovuto lavorare, privandoli così di un diritto. Essi chiedevano il riconoscimento di un ulteriore giorno di riposo.

La Decisione della Corte d’Appello

Inizialmente, la Corte d’Appello aveva dato ragione all’azienda. Secondo i giudici di secondo grado, la contrattazione collettiva, sia nazionale che aziendale, permetteva una certa flessibilità nell’organizzazione del lavoro. Essi ritenevano che, se la programmazione aziendale prevedeva l’apertura del punto vendita durante le festività, queste potessero essere legittimamente utilizzate come giorni per il godimento del riposo compensativo. Questa interpretazione, tuttavia, non ha retto al vaglio della Suprema Corte.

Le motivazioni della Cassazione: il riposo compensativo è un diritto autonomo

La Corte di Cassazione ha ribaltato la sentenza d’appello, accogliendo pienamente le ragioni dei lavoratori. Le motivazioni della Corte si basano su una distinzione fondamentale tra due diritti separati e non sovrapponibili.

Il Diritto al Riposo Settimanale e Compensativo

Il primo diritto è quello al riposo settimanale, sancito dal D.Lgs. 66/2003 e dal contratto collettivo di settore. Quando un lavoratore presta servizio nel suo giorno di riposo settimanale (solitamente la domenica), matura il diritto a un riposo compensativo in un altro giorno della settimana, oltre a una maggiorazione retributiva. Questo riposo serve a recuperare le energie psicofisiche e a garantire un’interruzione periodica del lavoro.

Il Diritto all’Astensione dal Lavoro nelle Festività

Il secondo diritto, distinto e autonomo, è quello di astenersi dal lavoro durante le festività civili e religiose, come stabilito dalla Legge n. 260 del 1949. Questo è un diritto soggettivo pieno del lavoratore, che può rinunciarvi solo tramite un accordo individuale esplicito con il datore di lavoro o attraverso un mandato specifico conferito alle organizzazioni sindacali. Un contratto aziendale generico che disciplina il lavoro domenicale non è sufficiente a derogare a questo diritto individuale.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

La Corte ha concluso che far coincidere il riposo compensativo con un giorno festivo equivale a negare uno dei due diritti. Il lavoratore, infatti, si vedrebbe privato del riposo aggiuntivo guadagnato con il lavoro domenicale, poiché il giorno designato dall’azienda era già un giorno di non lavoro per legge. L’azienda non può, con una scelta unilaterale basata sulla programmazione delle aperture, vanificare un diritto del lavoratore. Questa ordinanza rafforza la tutela dei lavoratori, chiarendo che i diversi tipi di riposo previsti dall’ordinamento hanno finalità e nature giuridiche distinte e non possono essere assorbiti l’uno nell’altro, a meno di un consenso esplicito del dipendente. Di conseguenza, i lavoratori hanno ottenuto il diritto a un ulteriore giorno di riposo, oltre al rimborso delle spese legali per tutti i gradi di giudizio.

Il datore di lavoro può far coincidere il riposo compensativo per lavoro domenicale con un giorno di festività nazionale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, si tratta di due diritti distinti e autonomi. Collocare il riposo compensativo in un giorno festivo annullerebbe di fatto il diritto al riposo aggiuntivo maturato dal lavoratore, rendendo la pratica illegittima.

Il diritto al riposo durante le festività può essere modificato da un accordo collettivo aziendale?
No, non senza un mandato esplicito. Il diritto di astenersi dal lavoro durante le festività è un diritto soggettivo del singolo lavoratore. Una sua rinuncia può avvenire solo tramite un accordo individuale diretto tra lavoratore e datore di lavoro, o attraverso un accordo sindacale stipulato da organizzazioni cui il lavoratore abbia conferito uno specifico mandato in tal senso.

Cosa spetta al lavoratore che ha lavorato di domenica e si è visto assegnare il riposo compensativo in un giorno festivo?
Il lavoratore ha diritto al riconoscimento di un giorno di riposo compensativo effettivo, da godere in un giorno lavorativo, in aggiunta ai riposi già spettanti, inclusi quelli per le festività.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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