Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando le Parti Concordano sull’Estinzione e le Spese
La rinuncia al ricorso in Cassazione è un atto processuale che pone fine a una controversia legale prima che la Suprema Corte si pronunci nel merito. Questo strumento, se accompagnato dall’accordo della controparte, specialmente per quanto riguarda le spese legali, porta a una conclusione rapida e definita del giudizio. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illustra perfettamente questo meccanismo, dimostrando come la volontà concorde delle parti possa determinare l’esito del processo.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine dall’impugnazione, tramite lo strumento della revocazione previsto dall’art. 395 c.p.c., di una precedente ordinanza della Corte di Cassazione. Una società commerciale (la ricorrente) aveva avviato questo procedimento contro un noto istituto bancario (il controricorrente), il quale si era costituito in giudizio per resistere all’impugnazione.
Tuttavia, in un momento successivo, la società ricorrente ha cambiato strategia, depositando un atto formale di rinuncia al ricorso. Contestualmente, ha avanzato una richiesta specifica: che le spese processuali venissero compensate, ovvero che ogni parte si facesse carico dei propri costi legali.
Significativamente, anche la società controricorrente ha depositato un atto con cui dichiarava di aderire pienamente alla richiesta di compensazione delle spese, accettando di fatto la conclusione del contenzioso a queste condizioni.
La Decisione della Corte e la Rinuncia al Ricorso in Cassazione
Di fronte alla volontà unanime delle parti, la Corte di Cassazione ha preso una decisione consequenziale e inevitabile. Con la sua ordinanza, ha pronunciato due disposizioni chiare:
1. Dichiara estinto il giudizio di cassazione: La rinuncia, accettata implicitamente dalla controparte attraverso l’adesione alla proposta sulle spese, ha interrotto il processo in modo definitivo.
2. Dichiara non luogo a provvedere in ordine alle spese: Poiché le parti avevano già trovato un accordo sulla compensazione, la Corte non è dovuta intervenire per decidere chi dovesse pagare i costi del giudizio.
Le Motivazioni
La motivazione alla base della decisione della Suprema Corte è lineare e fondata su un principio cardine della procedura civile: la disponibilità del processo da parte dei contendenti. L’ordinanza evidenzia che, data l’adesione esplicita della parte controricorrente alla richiesta di compensazione delle spese formulata dalla parte che ha rinunciato, il ruolo del giudice diventa quello di un mero notaio della volontà delle parti. Non c’è più una controversia da decidere, né sulle questioni di merito (a causa della rinuncia) né su quelle accessorie come le spese (a causa dell’accordo). Pertanto, la Corte non fa altro che formalizzare la fine del contenzioso secondo i termini concordati, dichiarando l’estinzione del giudizio.
Le Conclusioni
Questa pronuncia, sebbene molto sintetica, offre un’importante lezione pratica. Dimostra che anche nel grado più alto della giustizia civile, le parti mantengono il potere di porre fine a una lite in modo consensuale. La rinuncia al ricorso in Cassazione, quando gestita con un accordo sulle spese, si rivela uno strumento efficace per evitare i tempi e i costi di un’ulteriore fase processuale. Per gli avvocati e le parti coinvolte, ciò sottolinea l’importanza di valutare sempre la possibilità di una risoluzione concordata, che può portare a un esito più rapido e prevedibile rispetto a una decisione giudiziale.
Cosa succede quando una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Quando una parte rinuncia formalmente al ricorso, il giudizio si estingue, ovvero si chiude senza che la Corte emetta una decisione sul merito della questione.
Chi paga le spese legali in caso di rinuncia al ricorso?
Se la parte che rinuncia chiede la compensazione delle spese e la controparte accetta, come nel caso di specie, la Corte non emette alcuna condanna al pagamento. Ciascuna parte, quindi, sostiene i propri costi legali.
È possibile ritirare un ricorso dopo che la controparte ha già presentato le sue difese?
Sì, è possibile. In questo caso, la rinuncia ha effetto solo se la controparte accetta. L’adesione della controparte alla richiesta di compensazione delle spese è stata interpretata come un’accettazione della rinuncia stessa.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 1137 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 3 Num. 1137 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 16/01/2025
O R D I N A N Z A
sul ricorso n. 22725/23 proposto da:
-) RAGIONE_SOCIALE in persona del legale rappresentante pro tempore , domiciliato ex lege all’indirizzo PEC del proprio difensore , difeso dall’avvocato NOME COGNOME
– ricorrente –
contro
-) Intesa Sanpaolo RAGIONE_SOCIALE in persona del legale rappresentante pro tempore , domiciliato ex lege all’indirizzo PEC del proprio difensore , difeso dall’avvocato NOME COGNOME;
– controricorrente –
avverso l’ordinanza della Corte di cassazione 14 aprile 2023 n. 10010; udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 15 novembre 2024 dal Consigliere relatore dott. NOME COGNOME
La Corte
rilevato che la società RAGIONE_SOCIALE ha impugnato per revocazione ex art. 395 c.p.c. l’ordinanza della Corte di cassazione 14.4.2023 n. 10010;
che la Intesa Sanpaolo s.p.a. ha resistito con controricorso;
che con atto depositato il 6 novembre 2024 la società RAGIONE_SOCIALE ha rinunciato al ricorso, chiedendo che le spese fossero compensate;
che con atto depositato in pari data la Intesa Sanpaolo s.p.a. ha dichiarato di aderire all’istanza di compensazione delle spese;
Oggetto
: rinuncia
che, stante l’adesione alla rinuncia, non si deve provvedere sulle spese del giudizio di cassazione;
P.q.m.
dichiara estinto il giudizio di cassazione;
dichiara non luogo a provvedere in ordine alle spese.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della Terza Sezione civile della